"Se la tua gamba sinistra è il giorno del Ringraziamento e la tua gamba destra è il Natale, posso venire tra le feste?"
"Certo... se vuoi del sangue giù per la tua gola."
"... cosa?"
"Ho le mie cose, idiota."
Dove la ragazza chiaccherona e il ragazz...
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Non parlammo per una settimana.
Ogni giorno, feci finta di non vederti, ma i miei occhi sfrecciavano sempre alla tua figura ogni volta che entravo da in fondo alla classe. Ogni giorno mi trovavi a guardarti e mi ignoravi.
Mi mancavi.
Sapevo di non aver mai avuto una conversazione decente con te - e non te ne era mai davvero importato - ma a me sì. Magari perché non avevo nessun'altro con cui parlare, perché nessun'altro ascoltava veramente. Però tu mi odiavi per quello, tu lo facevi.
Magari è quella la ragione per cui mi ero affezionata così velocemente.
So che avrei dovuto scusarmi, ma avevo il mio orgoglio.
E tu il tuo.
Ma avevo gli occhi chiusi.
Ogni giorno mi mancava lo sguardo pensieroso ogni volta che mi trovavi a fissarti.
Ogni giorno avevo lo stesso sguardo quando ti vedevo.
Ogni giorno.
Era lunedì; il professore mi aveva chiesto di sistemare i documenti sulla sua cattedra. Camminai dentro allo stanzino dello staff, il mucchio che pesava sulle mie braccia, e i pensieri di te che mi appesantivano la mente.
Qualcuno mi venne addosso, facendo cadere per terra alcuno fogli. Alzai lo sguardo, pronta a rivolgere un'occhiataccia alla persona.
La persona rimase a guardarmi.
Tu rimanesti a guardarmi.
A/N
Comunque io non vado mai addosso a qualcuno così per sbaglio, magari per quello la mia vita sentimentale si basa sull'amore tra me e il Kim Seokjin sulla mia scrivania.
