16. Solo una bugia

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«È un bracciale stupendo, grazie papà... ma io avrei preferito qualcosa di più semplice e soprattutto senza prezzo» gli dichiarai.

«Certo, dimmi pure, lo sai che puoi chiedermi qualsiasi cosa» rispose, non capendo bene cosa potessi mai desiderare così tanto.

«Mi piacerebbe passare del tempo con te. Magari ci mettiamo sul divano a guardare un film, o facciamo una passeggiata da qualche parte... ti prego, papi, è tutto ciò che voglio!» esclamai e sbattei le ciglia per intenerirlo il più possibile.

Lo vidi incupirsi un po', di sicuro non si sarebbe mai aspettato una richiesta del genere da parte mia. Avevo sempre avuto paura di dimostrargli tutto l'affetto che provavo per lui, forse anche perché non ero stata abituata fin da piccola a esternarci tutti i nostri sentimenti.

«Oh, ehm... va bene, tesoro, ho qualche minuto libero prima che debba fare un salto in ufficio» affermò titubante e accontentò la mia insolita richiesta.

Ci sedemmo sul divano e non riuscii proprio a contenere la mia grande gioia. Lo abbracciai, stringendolo forte e annusai il suo profumo intenso di dopobarba.

Con il pensiero ringraziai Totò, dopo tutto era solo merito suo se avevo rivalutato ogni piccolo aspetto della mia vita. Passare del tempo con mio padre, si trovava in cima alla lista delle cose che mi avrebbero aiutata nel mio processo di crescita interiore.

«Papà, vorrei tanto avere una foto della mamma. Lo so che è un argomento taboo ma io non voglio dimenticarla e quasi non ricordo neanche com'era fatta» dissi, un po' in imbarazzo.

Sapevo che per lui era ancora una ferita aperta, ma io volevo piano piano mettere al posto giusto ogni piccolo tassello della mia vita.

«Lei era proprio uguale a te. Non hai bisogno di una foto perché ti basta specchiarti. Me la ricordi tutte le volte che ti guardo...» sussurrò quasi, accarezzandomi una guancia con dolcezza.

«È per questo che non vuoi mai stare con me? Perché sono identica a lei?»

«Ma no, Auri. È solo che sono sempre molto impegnato, questo lavoro mi porta via tanto tempo e so di non essere il padre affettuoso che ti meriteresti. Vedere andare via tua madre è stata la delusione più grande della mia vita e ancora oggi la sua scelta mi pesa. Ma tu non c'entri nulla, tesoro» ammise, aprendomi per la prima volta il suo cuore.

Forse non era il padre affettuoso che desideravo, ma lo sentivo fin dentro le ossa che teneva a me e avrei fatto di tutto per avere un rapporto sincero con lui.

Feci un respiro profondo e gli regalai un sorriso che lo fece sciogliere del tutto, tanto che mi spiazzò quando continuò a parlare.

«Lo sai che il tuo nome l'ho scelto io? Aurora... proprio come la luce dorata nel cielo poco prima del sorgere del sole. Segna l'inizio di un nuovo giorno, di una nuova vita... perché tu questo sei stata per me: una rinascita, l'inizio inaspettato della parte migliore della mia esistenza. Io invece ho solo rovinato tutto, perché dopo l'abbandono di tua madre ti ho allontanata, respingendo qualsiasi forma di affetto nei tuoi confronti» confessò, mentre una lacrima gli scese lungo la guancia.

Non potevo credere alle mie orecchie e soprattutto ai miei occhi.

Mio padre, per la prima volta da quando lo conoscevo, si era mostrato a me in tutta la sua fragilità e vulnerabilità. Non era stato facile per lui convivere con una figlia che crescendo, assomigliava sempre di più alla donna che aveva amato e per la quale aveva rinunciato a tutto.

«Ti voglio bene, papà. Non mi importa nulla del passato, l'importante è che da ora in poi tu sia più presente per me. Sei la mia famiglia e ho davvero troppo bisogno di te nella mia vita.»

La Guerra tra di NoiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora