CAPITOLO 100 - ALLYSON

188 27 70
                                    


ALLYSON

Per la miseria che stava succedendo?

Bruce e Michael si erano alzati , anche Lorelai stava cercando di convincere una riluttante Penny a farla scendere dalla sedia.

Dovevo forse dedurre che il pranzo di Natale fosse terminato? Sicuramente non avevo alcun motivo di lamentarmi, avevo assaggiato tutte le portate che la cucina di questa bellissima e prestigiosa villa aveva elaborato, di alcune avevo fatto anche il bis, ma credetemi solo perché non volevo che quel buonissimo cibo andasse sprecato, però mancava qualcosa per concludere in bellezza!

Diedi un'occhiata furtiva ai miei amici, ma nessuno sembrava in attesa di qualcosa, erano tutti tranquilli, molto rilassati e conversavano piacevolmente tra di loro.

Se fosse stato un altro momento anche io avrei apprezzato quest'atmosfera, ma il dubbio mi rodeva nella testa , ronzava come una zanzara fastidiosa e poi era un gioco facile trasferirlo al mio stomaco che iniziava a formicolare, anche lui era in attesa, stavo silenziosamente pregando che non iniziasse ad emettere quei suoni lamentosi che avrebbero attirato l'attenzione di tutti; mi immaginavo già le facce stupefatte di tutti gli ospiti convergere come una freccia scoccata da una arco immaginario verso la mia postazione. Avrei visto espressioni di sbalordimento, e chi avrebbe dovuto dar loro torto? Fossi stata al loro posto anche il mio viso avrebbe avuto impresso un'espressione di incredulità.

Sbuffai, io mi conoscevo nessuno mi tratteneva quando avevo a disposizione una torta, perfino il pensiero che una delizia zuccherosa , magari con tanta crema e fragole , ma anche tanto cioccolato, una cascata di cioccolato di tutti i tipi, fosse prevista alla fine di un pasto mi agitava, tutto il mio corpo veniva scosso da brividi di trepidazione. Nessuno poteva capire il perché, nessuno poteva comprendere cosa rappresentasse per me una semplice torta.

Per anni e non meravigliatevi, è davvero così, ero stata attirata come una calamita verso le vetrine delle pasticcerie dei paesi in cui avevo abitato. Quando per raggiungere una destinazione dovevo per forza passare davanti a quelle magnifiche esposizioni, i miei piedi senza autocontrollo si inchiodavano e si rifiutavano di procedere. Se i piedi non si muovono, cosa mi restava da fare se non sgranare gli occhi alla vista di quelle composizioni artistiche che sembrava mi facessero l'occhiolino invitandomi ad assaggiarle.

Avessi avuto la possibilità avrei trascorso ore e ore in quei luoghi, vi avrei trascorso le vacanze se le mie condizioni economiche me l'avessero permesso, ma la mancanza di soldi che servivano sempre per altro mi impediva di fare quel passo in più, spingere quella porta di vetro che sembrava un immenso specchio di cristallo da quanto era lucida, sentire il suono delizioso di quel campanello che segnalava un nuovo cliente e la voce dolce della commessa che mi avrebbe chiesto:- Signorina desidera?

Avevo solo e sempre sognato che potesse avvenire, poi qualcosa aveva iniziato a cambiare, dopo aver conosciuto le persone che ora si trovavano a dividere con me il pranzo di Natale, anche quei sogni erano lentamente sfumati facendomi scoprire che la realtà era decisamente meglio.

Sorrisi spontaneamente al ricordo dell'emozione che avevo vissuto da Michael quel giorno, quando sulla sua tavola era comparsa la torta delle meraviglie, la stessa che guardavo ad occhi aperti nella vetrina della pasticceria, la mia preferita in assoluto.

Forse era stato stupido da parte mia correre via e lasciare lui e Bruce a chiedersi il perché di quella reazione.

Non avete mai vissuto il momento in cui uno dei vostri sogni si realizza?

La mia testa era stata vittima di una metamorfosi, i miei occhi si erano posati su quella fantasia che era stata impossibile fino a qualche minuto prima, il mio cervello aveva realizzato il cambiamento e mi aveva lanciato il solito messaggio:- Allyson non puoi, non pensarci.

Stars & TouchWhere stories live. Discover now