CAPITOLO 45 - ALLYSON

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ALLYSON:

La mattina di quel martedì iniziò in modo turbolento, la sera prima persa nella mia euforia per la bella giornata trascorsa, mi ero dimenticata di mettere la soneria, la mamma aveva il primo turno ed io ero maledettamente in ritardo. Nel lasso di dieci minuti, mi lavai ed indossai la prima cosa che mi era capitata sotto mano, maglione nero a collo alto e pantaloni neri, non era il massimo e non descriveva sicuramente il mio stato d'animo, ma non avevo il tempo di cambiarmi.

Presi lo zaino al volo, meno male che l'avevo preparato la sera prima, per smorzare il nero mi infilai una giacca sportiva di lana bianco avorio ed indossati i soliti stivaletti mi precipitai giù dalle scale con una fetta biscottata in bocca per colazione.

Ormai l'autobus era già passato, avrei dovuto correre e sarei lo stesso arrivata in ritardo.

Mi sistemai bene lo zaino ed affrettai il passo , un clacson mi riscosse dai miei pensieri, mi voltai e vidi Sebastian in piedi appoggiato alla sua auto. Sorrisi e raggiungendolo esclamai:- "che ci fai qui?"

"Buongiorno anche a te amore mio, sono venuto a prenderti, è un po' che ti aspetto dormigliona".

"Sei il mio salvatore" dissi abbracciandolo forte, "ieri sera mi sono dimenticata di mettere la soneria , la mamma stamattina è già andata al lavoro ed io mi sono addormentata".

"Hai tutte briciole sulle labbra, non dirmi che non hai finito di fare colazione" precisò.

" Infatti" risposi mostrandogli l'altra metà della fetta biscottata che avevo messo in tasca, l'avrei mangiata più tardi, ero troppo in ritardo.

"Solo una fetta biscottata!" Disse in tono di rimprovero "devi imparare a badare a te stessa, adesso sali e continua la tua colazione in santa pace, ti accompagno io a scuola"; mi tolse lo zaino che mise accanto al suo sul sedile posteriore, salimmo in auto e prima di partire lui mi sorrise, con un dito mi tolse le briciole dalle labbra e poi si avvicinò lentamente.

"Posso baciarti?" Mi chiese con voce vellutata "è da ieri che sto morendo dalla voglia di farlo".

"Certo" gli risposi infilando le mie mani nei sui morbidissimi riccioli ed avvicinandolo a me, ci fu un bacio veloce, poi due, tre, infiniti baci lasciati dalle sue labbra su tutto il viso.

"Mi piaci tantissimo quanto ti pettini con quella coda alta, perché lasci libero il collo ed io posso baciarti così e così e così".

"Mio Dio Sebastian, mi fai venire i brividi", esclamai con il cuore che batteva a mille, lui mi guardò, mi incorniciò il viso con le mani e finalmente mi diede un bacio degno di quel nome. Non avrei voluto più staccarmi da lui, più rendeva il bacio incisivo e più mi avvicinavo per volere di più; era straordinario svegliarsi la mattina in quel modo.

Un colpo di clacson ci fece staccare all'istante, la porta del guidatore si aprì e comparve il volto di Bruce:-" Touch" infierì, "lumacone finiscila, sta uscendo la bava dall'auto".

Mi misi a ridere, Bruce aveva delle battute sempre divertenti, svelta scesi dall'auto, le girai attorno lo raggiunsi e lo abbracciai forte. "Buongiorno micione, hai dormito bene?"

"Come l'hai chiamato?" rise Sebastian! "Micione? Inaudito, non ci posso credere anche se l'ho appena sentito con le mie orecchie".

"No è carino" ripresi "lui è micione e Michael è Poochie Poochie, mentre tu sei coccodrillo".

La mia risata si spense all'improvviso.

"Io non sono un coccodrillo Allyson, non mi piace che mi chiami così". Si lagnò.

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