Stars & Touch

CAPITOLO 35 - BRUCE / SEBASTIAN /ALLYSON

BRUCE:

Da dieci minuti avevo raggiunto la pensilina dell'autobus, stavo aspettando Allyson, quella ragazza aveva bisogno che qualcuno le stesse vicino, lasciarla girare da sola era estremamente pericoloso, nella notte avevo pensato a quello che mi aveva raccontato, si era ritrovata a vivere quasi da sola in una città sconosciuta, senza molti mezzi per affrontare la vita, per di più in una scuola frequentata prevalentemente da persone che potevano permetterselo alla grande. Ne sapevo qualcosa io che avevo perso alcuni anni prima di finire il liceo perché avevo dovuto scegliere tra il lavoro ed il guadagno, tra la scuola e la miseria.

La High School era una scuola molto famosa ed apprezzata, ma anche molto costosa, i libri dovevi comprarteli da solo, non avevi dei buoni come nelle altre scuole, perciò adesso dopo aver perso tre anni lavorando avevo da parte un piccolo gruzzoletto che mi avrebbe permesso di finire la scuola, almeno arrivare all'agognato diploma. E poi? Poi si vedrà, il mio motto era vivere i giorni uno alla volta, pensando che avrebbe potuto essere l'ultimo. Ero consapevole che se avessi fatto questo discorso ai miei compagni di classe, mi avrebbero guardato come un extraterrestre, ma quando hai provato cosa significhi vivere senza aver niente da mangiare, con il viso incollato alle vetrine dei negozi, sperando nella pietà di qualcuno per mettere qualcosa nello stomaco, esserci il giorno dopo significava aver raggiunto quotidianamente il traguardo.

Anche Penny sicuramente era come la maggior parte dei miei compagni di classe, studiavano per ammazzare il tempo, in attesa che arrivasse l'età di entrare in società e di vagliare le sostanziose occasioni che sarebbero state loro proposte su un piatto d'argento, anche lei non aveva mai lottato nella sua esistenza per raggiungere qualcosa che poteva cogliere con semplicità, il mio mondo era più vicino a quello di Allyson, lei capiva perché era come me, sarebbe stata una compagna perfetta , mi era piaciuta già la prima volta, ma non conoscendo la sua storia avevo creduto fosse ad un livello superiore al mio, anche se il suo bizzarro modo di abbigliarsi mi aveva creato qualche sospetto al riguardo, l'avevo assalita per metterla a disagio e farle pagare quella differenza che adesso mi rendevo conto non era mai esistita.

Però mi dissi, per uno che la pensa così ti sei proprio sistemato bene, sei andato ad innamorarti di un'ereditiera, ero terrorizzato che la nostra storia prima o poi sarebbe finita, non volevo pensarci non volevo ammettere a me stesso che non aveva alcuna possibilità, per Penny rappresentavo una novità, lei era abituata alla corte di giovanotti rispettabili di buona famiglia, studiava pianoforte e imparava l'etichetta ed il protocollo ufficiale; con me si sentiva libera di vivere spensieratamente, ma quanto sarebbe durata? Avrei dovuto troncare subito la cosa sul nascere, ma ero stato debole, la sete di affetto e d'amore che mi aveva e mi perseguitava tuttora non mi avevano permesso di rinunciare ai suoi baci ai suoi abbracci, alla sua spontaneità, alla sua bellezza. La volevo tutta per me, sapevo che sarebbe stato impossibile, ma dovevo provarci, era l'unica persona importante della mia vita, l'unica donna che volevo al mio fianco, i soldi non mi interessavano, con quelli non potevi acquistare la felicità, ti facevano vivere meglio, quello era innegabile, ma felice? No la felicità doveva essere conquistata e coltivata per mantenerla nel tempo.

Quanti pensieri questa mattina, se continuo così mi troverò a combattere con un'emicrania pazzesca, ma dove era finita Allyson?. Erano già arrivati e ripartiti due autobus, ma di lei nemmeno l'ombra, guardai l'orologio , si stava facendo tardi, forse era rimasta a casa; così salii sulla moto e mentre stavo per mettere il casco sentii una voce urlare il mio nome:

"Bruce! Bruce! Maledizione aspettami."

Mi girai e la vidi arrivare di corsa, era tutta rossa e respirava affannosamente.