"Tu vuoi che siamo amici per sempre?" gli domando.

"Certo e voglio anche che ci sposiamo, così starai solo con me."

Io mi metto a ridere. La zia Rossella mi ha regalato 'Barbie sposa' per il mio ottavo compleanno, due settimane fa. Anch'io avrò quel bel vestito bianco e il velo lungo lungo quando mi sposerò con Gioacchino?

"Allora lo voglio anch'io. Lo prometto." stringo il mio mignolino al suo.

Poi fa la sua comparsa un gatto. È arancione e  sbuca solo in parte da un albero. Inizia a miagolare. Fa "Miao, miao..."

È un miagolio a svegliarmi.

Apro lentamente gli occhi.

Sbatto le palpebre, diverse volte.

Sento il mio braccio sinistro intorpidito e una sensazione di stranezza in tutto il corpo.

Un profumo di arance e di pulito mi giunge alle narici e mi fa fare un piccolo sorriso.

Provo a muovere la mano.

Quello che sento è caldo e si abbassa e si solleva con regolarità quasi come se... respirasse.

Quando le mie palpebre sono completamente aperte, noto del bianco.

Sollevo leggermente lo sguardo e dischiudo le labbra, a dir poco senza parole.

Oddio.

Il suo braccio mi sta cingendo la vita, la sua mano è poco sopra il mio ombelico e io sono rannicchiata contro di lui.

Una mia mano è sotto il mio orecchio e l'altra è sul suo petto, all'altezza del cuore.

Sento i suoi battiti, regolari, contro le mie dita e il suo respiro solleticarmi la fronte.

La sua testa è posata sulla spalliera del divano e dalla mia posizione riesco a vedere solo il suo collo, con il pomo d'Adamo in vista, e la leggera barba sotto il mento.

Dal modo in cui sta respirando, sembrerebbe ancora addormentato.

Mi chiedo come siamo finiti in questa situazione. Siamo praticamente stretti l'uno all'altro, abbracciati, appiccicati.

Non so cosa fare. Da un lato vorrei allontanarmi alla velocità della luce, dall'altra sono così sorpresa e scossa di essermi svegliata accanto a lui, da essere quasi pietrificata.

Oltretutto, come se non fossi già imbarazzata, mi torna in mente il sogno da cui sono appena uscita e soprattutto i momenti di spensieratezza, ilarità e complicità che io e questo zuccone abbiamo passato solo poche ore fa. Le diverse scene, quelle oniriche e quelle reali, si fondono insieme in una tela immaginaria di immagini in bianco e nero e di immagini a colori.

Il sogno non era nient'altro che un ricordo. Uno dei tanti. Preso direttamente dalla scatola di memorie che occupa uno dei tanti cassetti che ci sono nella mia testa.

Sono solo nostre. Mie e sue. Di me, Monica. Di lui, Gioacchino. Hanno l'aspetto di caramelle. Ogni ricordo ha una forma diversa e una carta colorata a racchiuderlo. Questo ricordo è una caramella alla vaniglia riempita di liquore, racchiusa da una carta verde. Dolce, morbido, caldo e inaspettato.

Mi spavento leggermente quando lo sento muoversi.

Sposta la testa verso la mia direzione e ora i nostri visi sono praticamente ad un soffio l'uno dall'altro.

Sgrano gli occhi, ingoio un po' di saliva e poi mi mordo le labbra, tesa e imbarazzata.

Il cuore batte a tutta velocità nel petto e se fossi in un cartone animato, si potrebbe vedere anche del fumo uscirmi dalle orecchie.

Cuori In TempestaWhere stories live. Discover now