Capitolo 25

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Apro gli occhi, tengo stretto a me il corpo di JJ. Il suo respiro è leggero e lento...

Non può succedere di nuovo, non posso perdere anche lui!

Lo scuoto con forza, le lacrime iniziano a rigare le mie guance e alcune gocce scivolano sulla sua.

Mi guardo intorno, aspettandomi di trovare la macchina a pezzi e le luci soffusi dei lampioni, ma mi ritrovo nel salone di casa. Ritorno a guardare tra le mie braccia e JJ non c'è più, mi alzo in piedi, non capendo cosa stia succedendo.

Una voce che conosco bene e che allo stesso tempo non sopporto, attira la mia attenzione. Apro lo studio di Stefan e quando ci entro, mi trovo in un cimitero.

"È a causa di Faith se Jamie è dentro quella bara. Faresti bene a stare lontano da lei se non vuoi fare la stessa fine."

La figura alla quale si rivolge è William, il suo viso è sconvolto, guarda la bionda come se non volesse credere a ciò che sta dicendo, ma alla fine annuisce e abbraccia Sandy.

Mille emozioni mi sovrastano, le mie ginocchia cedono e ciò che sta succedendo non può essere vero. Non deve essere vero!

È un sogno, si, solo un dannatissimo sogno. Porto le mani in testa, chiudo gli occhi per poi aprirli e trovarmi nella mia stanza.

Mi alzo dal letto e corro verso la camera di JJ; la porta, come la volta scorsa, è socchiusa, entro e sul letto trovo il corpo che pochi minuti fa era tra le mie braccia.

"Basta! Svegliati Faith, SVEGLIA!!"

Riprendo coscienza, la mia mente sa che era tutto un fottuto sogno, ma il mio corpo è ancora inerme, non riesco a muoverlo, non riesco comandare i miei movimenti.

Il panico mi prende, il mio respiro che prima era regolare, ora è lento, troppo lento. Mi sembra di stare sprofondando in fondo al mare, la mia mente lotta per essere in grado di dare ordini, io lotto per svegliarmi completamente e non voler più chiudere occhio. I polmoni bruciano, anche la gola e urlo di nuovo a me stessa di svegliarmi.

I miei occhi si aprono, vedo il soffitto bianco, sento il mio torace alzarsi velocemente, il mio corpo sta chiedendo ossigeno e come se stessi salendo in superficie dal fondo degli abissi: il primo respiro che emetto è così rumoroso e alquanto teatrale che mi ritrovo JJ subito al mio fianco.
Lo guardo, guardo quel piccolo nasino, i suoi occhi preoccupati, i suoi capelli disordinati, guardo lui e delle lacrime bagnano le mie guance. Mi metto seduta e lo abbraccio, lo tengo stretto a me per paura che il mio maledetto sogno possa avverarsi.
"Ehi, principessa, così mi soffochi!" ridacchia un po' e allento la presa senza lasciarlo.
"Stai bene?" mi chiede guardando attentamente il mio viso e togliendo i capelli dalla mia fronte mettendoli indietro.
Non dico né si né no perché non so come sto, mi sento spaesata e anche un po' spaventata, è la prima volta che mi succede una cosa del genere.
"Domani vado insieme a te dalla dottoressa..." abbasso lo sguardo come per nascondermi dal suo: incuriosito dalla mia improvvisa decisione.
"Va bene. Se avrai bisogno, ci sarò io." mi sorride dolcemente e questa volta è lui a tirarmi verso di lui, delicatamente.
"Tu...si, insomma, tu non te né andrai mai senza dirmi almeno addio, vero?" chiedo titubante, lui indietreggia un po' col busto e con la testa per guardarmi meglio.
"Che intendi? Te l'ho già detto una volta: io non ti lascerò."
Mi fa ricordare ciò che mi disse davanti alla lapide di mi madre.
Queste sue parole mi confortano, so che è molto egoista da parte mia fargli dire, anzi, fargli quasi promettere tale cosa.
Dopo minuti, credo, mi rendo conto che lui si è avvicinato a me, poco fa, prima che io mi rendessi conto di essere sul mio letto.
"Perché eri qua?"
Resto accoccolata tra le sue braccia, la mia testa è posata sul suo petto e sento il battito del suo cuore accelerare rispetto a qualche secondo fa.
Sta pensando ad una risposta da darmi, conoscendolo avrà pensato di dirmi una cavolata, ma sa che avrei insistito fino a farlo parlare. Con alcune cose riesco a farlo cantare, ma chiedendogli di lui, della sua infanzia e della sua vita, JJ si chiude e non lascia entrare nemmeno sé stesso nei suoi inferi per paura di riviverli.
"Ti stavo guardando dormire." dice di botto, quasi sussurrando.
"Oooh."
"Sai dire solo oooh?" scherza, ridacchia cercando delle parole da dire. Trovo inquietante guardarmi dormire e anche un po' imbarazzante.
"Non so che dirti, forse avvertendo la tua presenza il mio inconscio ti ha sognato..."
"Mi hai sognato?" mi interrompe, mi porto le mani sulla bocca, non voglio parlarne, almeno fino a quando non avrò affrontato tutto questa questione del sonno con la psicologa.
"Sei diventata rossa! Cosa stavi sognando piccola pervertita?"
Scoppio a ridere, dicendogli che il vero pervertito tra i due è lui.
"Ammettilo che mi desideri." soffia maliziosamente vicino al mio orecchio per farsi sentire da me come se le mura potessero ascoltarlo.
"Non sono così impaziente come te che va con le tue amiche."
Appena finisco di formulare la frase, mi pento subito di averlo detta perché lui mi lascia di colpo e si alza dal letto. Sono una stronza a ricordargli cosa ha fatto con April, ma prima o poi questo tasto dolente dovevamo toccarlo o almeno sfiorarlo.
"Non penso che oggi sia il giorno adatto per parlarne."
Come suo solito, decide anche lui per me senza chiedermelo.
Si abbassa alla mia altezza da seduta sul letto e mi posa un leggero bacio sulla guancia per poi andare via senza voltarsi indietro.

°°°

"Faith, che piacere rivederti."
Alice Tisdale, nonché mia psicologa, mi sorride con la sua solita cartellina degli appunti tra le mani. Ha fatto aspettare JJ fuori, ha detto che prima preferisce parlare con me visto che è da mesi che non vengo da lei. Mi sembrava inutile venirci, la mia vita procedeva con la stessa routine fino a quando JJ non è entrato a farne parte e, diciamo, Will si è dato una specie di svegliata anche se ha commesso lo sbaglio di mettersi con lei.
Ma queste cose resteranno solo per me e per loro, la cara dottoressa deve solo dirmi perché il mio corpo traditore mi ha abbandonata per dei secondi che a me sono sembrati ore atroci.
"Lo è anche per me...credo."
Lei ridacchia, la prima volta che ci siamo viste mi ha chiesto di essere sincera con lei e io lo sono.
"Ho parlato con William, mi ha detto che i tuoi incubi sono tornati." mi guarda come per chiedere conferma ed io annuisco.
"Vuoi iniziare con il parlarmene?"
"Non c'è niente di nuovo nei mie incubi, penso che perfino lei li sappia tutti a memoria."
"Sempre sulla difensiva, vedo." commenta la psico, appuntando qualcosa sul suo foglio.
"Ieri sera ho avuto un incubo...era diverso dagli altri. Voglio solo sapere una cosa."
"Parla." mi incita a proseguire.
Le racconto di come il mio corpo si è sentito quando mi sono svegliata senza menzionare il contenuto dei miei sogni.
"Paralisi nel sonno."
"Scusi?" domando non capendo in parte le sue parole.
"È ciò che è successo a te, Faith. È un sogno in cui stai per svegliarti, ma non puoi né muoverti né parlare. La mente si risveglia prima del corpo, quindi, per qualche secondo sei incosciente. C'è una specie di discordia tra la mente e il corpo: il cervello è attivo e cosciente e il soggetto, in questo caso tu, riesce spesso a vedere e sentire chiaramente ciò che lo circonda, nonostante il corpo permane in uno stato di riposo. E di solito, questo fatto, incute terrore e angoscia."
Cerco di analizzare quello che mi dice, ma perché questa volta, il mio incubo è sembrato così vero?
"Sono paurosi perché il cervello non riesce a distinguere sogno da realtà, quindi se hai un piccolo incubo è come se lo vivessi dal vivo, dato che sei praticamente sveglia, ma fortunatamente durano pochi secondi anche se in quel momento ti sembra che il tempo duri di più." risponde alla mia domanda silenziosa, rimango in silenziosa fissare il vuoto per secondi, forse minuti.
"Cos'hai sognato, Faith?" la sua voce è premurosa come quella di una mamma preoccupata.
"Io...niente, non ne voglio parlare. Vorrei solo sapere come fare per smettere, non voglio più vivere questi episodi."
La donna si muove sulla sua sedia, accavalca una gamba sull'altra continuando a prendere appunti.
"È difficile aiutarti se tu non me lo permetti, di solito le cause della paralisi del sonno sono: lo stress, mancanza di riposo e sonni disturbati. So che non riesci a dormire, ma cos'è che ti turba di giorno? Come va il rapporto con tuo padre?"
Questa donna fa troppe domande, mi alzo dalla sedia e mi volto per andare via.
"Sai che non puoi fuggire dai tuoi problemi, Faith. Hai bisogno di sfogarti con qualcuno."
La ignoro, continuo sui miei passi e valutando le sue parole, per non avere più questi incubi, l'unica cosa da fare è dormire e qualche sonnifero piuò essere utile.

Trovo JJ guardare sullo schermo del suo cellulare, sente i miei passi e alza il capo con un sorriso.
"Jamie puoi entrare."
La dottoressa Alice lo chiama e lui entra nella stanza dove prima c'ero io. Ora tocca a me attendere e mi spaventa il fatto che JJ possa uscire e pensare che io sia un caso perso.

Ciao ragazzuoleee! Prometto che il prossimo capitolo sarà più interessante di questo e che arriverà presto. Ho già iniziato a scriverlo!!

Grazie a @Roberta Moscuzza per le piccole correzioni, mi sto affezionando a te, ragazza! ahah

Beneee, spero che voi commentiate, ditemi pure quello che volete: se fa schifo o se è bello o se è privo di significato. 

Alla prossima!! Votate e se volete seguitemi :)

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