Capitolo 21

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Il tempo a Portland non è bello come a New York, le nuvole grigiastre coprono il cielo e con esso anche il sole. Appena William finisce la sua riunione, ci dirigiamo verso il centro della città. Essere il vice di Stefan ti da molti privilegi ma allo stesso tempo molti impegni. Ieri dopo aver sentito la porta sbattere, JJ non è più tornato a casa, non ha nemmeno risposto alle mie telefonate. Con Will non ne abbiamo parlato, la serata è trascorsa tranquilla, abbiamo fatto finta che non fosse successo niente, ma il senso di colpa mi uccideva e poco a poco mi consumava mentre sorridevo all'uomo davanti a me che mi parlava di...di non so cosa. Sono più che certa che nei giorni avvenire uno dei due si stancherà del mio tira e molla e vorrà che io scelga. Prima che ciò succeda, vorrei essere in grado di capire cosa voglio veramente.

"Posso aiutarvi?" Ci domanda una commessa del negozio in cui siamo entrati, quando vede Will gli fa gli occhi dolci e il sorriso che ha sulle labbra si allarga sempre di più, in attesa che l'uomo la degni di uno sguardo o di una risposta.

"Ehm..no grazie." le sorrido gentilmente, o almeno ci provo, allontanandomi da lei e facendo finta di essere interessata a qualche articolo. Sento Will ridacchiare dietro di me, mi volto di qualche grado per guardarlo e fulminarlo con lo sguardo, lui mi prende una mano e si avvicina a me, riducendo lo spazio tra i due.

"La commessa cercava di essere gentile." dice con una finta faccia ingenua.

"Certo, ti stava solo spogliando con gli occhi."

La sua mano che teneva la mia, si sposta su una ciocca dei miei capelli che porta dietro all'orecchio per poi fermarsi e iniziare ad accarezzare la mia pelle ,scendendo leggermente fino ad arrivare nel punto in cui si trova la carotide, dove può sentire le pulsazioni frenetiche del mio cuore.

"La mia piccola Faith è gelosa." soffia con un sorriso malizioso che mi fa andare in tilt, avvicino le mie dita ad una piega della sua camicia e la afferro portando il suo petto a scontrarsi con il mio. Sento il suo torace alzarsi e abbassarsi regolarmente, la sua presa sulla mia vita si fa più solida, alzo il capo per avere una vista migliore del suo volto, lui sfiora la mia guancia con la punta del suo naso e in seguito lascia un bacio sul angolo della mia bocca per poi allontanarsi e lasciare il mio corpo.

Lo vedo ridere sotto i baffi per l'espressione che ha assunto la mia faccia, brontolo parole senza senso e mi incammino in fondo al negozio. Mi addentro di più e trovo i camerini, non mi volto indietro, so che lui mi sta seguendo con un'aria divertita, ma il signorino non sa che avrò la mia vendetta.

"Perché non ti provi questo vestito?"

William prende un vestito blu notte  e lo alza per farmelo vedere, è senza spalline, il corpetto è fatto di pizzo e poi scivola delicato.

"Mmm ok."

Prendo l'abito e mi avvicino ad uno dei camerini, il posto è stranamente vuoto, ma appena sento dei sospiri affanati e dei gemiti soffocati mi blocco sui miei passi e capisco perché non c'è un'anima viva, mi giro e trovo Will fermo, non accenna a muoversi, i rumori delle altre due persone che sono in un mondo erotico tutto loro si alza. William ed io ci guardiamo e le mie gote vanno a fuoco, è una situazione molto imbarazzante e non so cosa fare. Lui, invece più lucido di me, mi prende ed usciamo dal negozio, dando il vestito che avevo sull'altra mano alla commessa che ci aveva accolto.

Oddio, le persone dovrebbero avere un po' di contegno quando si trovano in pubblico.

Senza rendermene conto, inizio a ridere sia per l'agitazione che per il modo in cui Will ed io siamo volati da quel negozio. Sento anche la sua di risata aggiungersi alla mia e ci sbelliacchiamo fino ad avere le lacrime agli occhi.

"Non avrei mai pensato di partecipare al momento clou di sconosciuti."

Intreccia le sue dita alle mie e concordo con lui, continuiamo la nostra passeggiata molto spensierati e qualche volta il mio dolce Will mi bacia delicatamente, come se volesse mostrarmi la sua felicità e ciò che prova ogni volta che le sue labbra sono in contatto con le mie. È da una vita che aspettavo questi gesti da parte sua, ma soprattutto poter stare in sua compagnia senza tenere la guardia alzata con l'ansia che qualcuno possa vederci. Tutti i dubbi e le paure che Sandy mi ha messo sono sparite, in questo momento sono più che sicura di quello che provo per William. Durante gli anni precedenti, quando lui usciva insieme ad altre donne, io ho cercato di reprimere il dolore e la mia gelosia uscendo, a mia volta, con altri ragazzi e viaggiare da una festa all'altra. Diciamo che ero una versione di JJ al femminile, ma raggiunti i 17 anni e mezzo mi sono accorta che non potevo continuare così e decisi di allontanarmi da quel mondo sfrenato. Rispetto alle mie coetanee ero sempre un passo avanti nel provare nuove esperienze e questo, non so come e il perché, rendeva la loro curiosità e la loro voglia di diventare identiche a me ad avvicinarsi e chiedermi di diventare loro amica. All'inizio era divertente portarle in giro, consigliavo loro come vestirsi, come pavoneggiarsi, come fare cadere i ragazzi ai loro piedi e soprattutto dicevo a loro di non prendersi di nessuno di quei maschietti perché l'unica cosa che volevano era timbrare il biglietto per un solo viaggio e basta. Ma quelle ragazze si affezionavano troppo in fretta e le serate terminavano con alcune di loro in una crisi di pianto perché il ragazzo con il quale erano state, era scappato appena avevano finito di fare il loro viaggio dentro di loro. Allora, e tutt'ora, non sapevo come consolarle, io scappavo da quello che loro incontravano e decisi di non prendere più nessuno sotto la mia ala.

"Piccola, cosa ne dici se andiamo a cenare prima di metterci in viaggio?"

La voce di Will mi fa tornare al presente e mi accorgo che il sole è calato.

"Certo, ma posso decidere io?"

Lui annuisce e quando siamo in macchina gli dico l'indirizzo da mettere nel navigatore. La mattina durante la sua assenza, mi ero svagata su internet a cercare i luoghi da visitare qui a Portland e tra essi ho intravisto una pizzeria italiana, dalle foto e dai commenti sulla pagina web mi è sembrato carino e degno di andarci.

Un uomo da un accento diverso dal nostro ci accompagna ad un tavolo, sorridente ci porge il menù e ci lascia per permetterci di scegliere cosa ordinare.

Scorro le pagine del menù, vorrei provare qualcosa di nuovo, ma alla fine decido per la margherita.

Con Will inziamo a parlare del più e del meno quando, dopo un momento di silenzio, mi dice: "La sera scorsa, ero andato a cercati nella tua stanza, tu non c'eri e ho visto sulla tua scrivania le lettere della Columbia e della Yale."

"Io...non ho ancora deciso per questo non ne ho fatto parola con nessuno."

La sua mano indugia sulla mia, mi prende delicatamente tra le sue lunghe dita.

"Qualsiasi sia la tua decisione, devi sapere che ti appoggero..."

Le sue parole vengono accompagnate da un sorriso di incoraggiamento e dalle carezze che mi fa sul dorso della mano.

Dopo aver mangiato ci mettiamo in viaggio e mi addormento durante tutto il tragitto, solo quando siamo davanti a casa Will mi sveglia delicatamente e insieme entriamo dentro la grande casa che con grande sorpresa non troviamo vuota.

Un miscuglio di voci provengono dal salone, una di esse è quella di Antoine. Mi avvicino alla stanza e intravedo la testa del francese che parla con due ragazzi a me sconosciuti, vorrei sapere dov'è JJ, perché se loro sono qui anche lui lo è. Dico a William di parlare con il gruppetto davanti a noi ed io vado sù nella stanza provvisoria di Jamie. La strana voglia di vederlo e di parlargli mi fa dimenticare di bussare alla porta e di chiedere il permesso di entrare, spalanco il mio ostacolo e trovo una chioma riccia che copre il viso del ragazzo al quale sta praticamente mangiando le labbra. I due non si accorgono della mia presenza, fino a quando dietro di me non sento Antoine che mi dice: "Li hai trovati."

Jamie sposta la ragazza che sta su di lui e lei con un semplice gesto delle mano porta indietro i capelli roventi, ricevendo un complimento d'apprezzo da parte del ragazzo che sta al mio fianco quando vede la riccia senza maglia. Il suo corpo è coperto da un reggiseno blu e i jeans atillati, scruto meglio il volto incorniciato dai ricci e con mia grande sorpresa riconosco April. Avrei dovuto capirlo che è lei la ragazza di cui JJ stava parlando a Toni l'altra sera nel suo appartamento, c'erano tanti indizi che conducevano a lei ed io li ho ignorati. Avrei tanto voluto incontrare la ragazza che sta davanti a me, ma non in queste circostanze, credevo che lei era una di quelle che non si fanno abbindolare delle avances di JJ, che stupida! Sarà stato proprio questo suo rifiuto verso di lui ad averlo conquistato.

La riccia, rossa in volto, scende dal letto matrimoniale e cerca la sua maglietta che non trova, JJ prende una delle sue dal cassetto in cui le ha riposte e gliela lancia. Lei lo indossa e noto che è la stessa maglia che ho usato io quando sono rimasta a dormire la prima volta da lui, un fastidio insopportabile si crea sul mio petto e per non averli più sotto la mia vista, mi giro e me ne vado entrando nella mia stanza.

Non posso piangere e non voglio neanche farlo, mi svesto ed entro nel bagno della mia camera così rilassarmi sotto il getto d'acqua.

Avrei dovuto comunque fare una scelta e JJ me l'ha facilitata, forse non avrei dovuto neanche scegliere perché lui è innamorato di April ed io di William. Ma perché fa così male ricordare le mani di Jamie che tengono la riccia stretta a lui? Perché fa male pensare che lui è SUO?

Scusateeee per l'attesa!!! Ora che la scuola è finita, vi prometto che non ci metterò così tanto a portare! Comunque che ve ne pare di questo capitolo? (a me non piace!) Finalmente Will e Faith hanno avuto una giornata tutta per loro *-* e che dire di JJ, secondo voi cos'ha in mente quel bellissimo ragazzo?
Spero, davvero, che vi piaccia, vi chiedo di commentare per dirmelo :) e  votate!
Un bacio, Mar.

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