Capitolo 16

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JJ non si è ancora accorto della mia presenza, la sagoma di Clarissa mi copre alla sua vista. La sua figura, in questo momento ammirato dalle donne presenti, cammina esile, il suo bel viso non accenna nessun tipo di emozione. Non assomiglia affatto al JJ che conosco io. Dov'è finito il suo sorriso strafottente?

"Jamie sei venuto!" esclama la donna avvicinandosi al ragazzo e cercando di abbracciarlo, ma lui indietreggia un po'. L'ha chiamato Jamie, è quello il suo nome? Lui non me l'ha mai detto e sinceramente a me non è mai passato per la mente chiederglielo.

"Ciao mamma." dice con voce dura, aumentando la mia sorpresa. Il suo sguardo viaggia dietro Clarissa, per prima vede mio padre e poi me. Per qualche secondo perde il controllo sulla sua maschera di ferro, ma subito dopo la riprende. La madre di JJ ci presenta, mio padre fa il simpatico con lui, ma il mio amico rimane impassibile. Quando arriva il mio turno, cerco di forzare un sorriso e lui fa finta di non conoscermi e la cosa mi infastidisce molto. Gli do, comunque, corda e gli porgo la mano per poi sederci. Il tavolo è quadrato e io sto vicino a JJ, lo guardo con la coda dell'occhio mentre Clarissa inizia ad elogiare il ristorante per sciogliere un po' il ghiaccio.

"Mamma arriva al punto. Perché siamo qui?" domanda JJ, le sue mani sono a forma di pugno, nascosti sotto al tavolo.

"Beh...noi ci siamo conosciuti in Corea ed è stato come un colpo di fulmine. Abbiamo inziato a frequentarci e pensavamo, prima di fare veramente sul serio, di conoscerci." annuncia Clarissa indicandoci con la mano. Noto che JJ sta per perdere il controllo e, senza farmi vedere, allungo la mia mano verso la sua e la prendo. Lui non rifiuta il nostro piccolo contatto, anzi intreccia le sue dita alle mie e il suo respiro da irregolare che stava diventando è tornato quasi normale.

"Jamie so che non ci conosciamo, ma ti posso assicurare che non farò soffrire tua madre."

Questa volta sono io quella che rischia di perdere il controllo. Chi è l'uomo che sta davanti a me? Prima che possiamo iniziare a rispondere ai nostri genitori, il cameriere di prima si avvicina a noi lasciandoci il menù.

"Io...se volete scusarmi, vado alla toilette." dico, lascio JJ e mi alzo dalla sedia cercando di non inciampare goffamente sui miei stessi piedi.

Dietro di me sento dei passi, lui non mi chiama, mi segue silenziosamente dentro il bagno delle signore nonostante le proteste delle donne all'interno. Aspettiamo che non ci sia più nessuno, mi appoggio sul muro e lui viene davanti a me.

"Tu sapevi di tutta questa storia, vero?" mi accusa.

"Credi che sarei qui a sentire le cazzate che tua madre sta dicendo, se lo avessi saputo? Sai bene qual è il rapporto che ho con mio padre, sono venuta qui solo perché Will..." mi fermo di colpo. Lui mi dice di continuare quasi ringhiano dalla rabbia che lo sta consumando. Io rimango zitta, ho un po' paura della versione del JJ arrabbiato.

"Parla Faith! Sei finalmente riuscita nel tuo piano? Mi congratulo, ma sai, avrei voluto saperlo prima per potermi scopare le ragazze che mi si presentavano e non interpretare più il ruolo del bravo fidanzato, soprattutto davanti ai miei amici."

"Non ti ho mai impedito di vivere la tua vita, dovevi solo fingere davanti a William." gli rispondo cercando di allontanarmi da lui.

Sento un rumore quando sto per aprire la porta e andarmene, mi giro e vedo la sua mano che colpisce il muro. Con tre passi lunghi, sono vicina a lui e lo fermo. Charles Bukowski diceva che stare vicino ad un'anima libera ti trasmette un senso di benessere, ma in questo momento quello di JJ mi sta trasmettendo negatività. Nei suoi occhi c'è tanta oscurità, prendo il suo viso e lo avvicino al mio.

"JJ torna da me..."

All'improvviso qualcuno entra nella stanza, è una ragazza. La guardo male e se ne va.

Never let me go.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora