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Dopo aver trascorso un'intera settimana con Baekhyun, Chanyeol arrivò alla conclusione di non essere così paziente come credeva. Quando raggiunsero la meta del viaggio, era pronto a strangolarlo.

Quella peste aveva reso il viaggio faticosissimo e, dannazione a lui, aveva cercato di fuggire altre tre volte. Si rifiutava categoricamente di rendersi conto della futilità dei suoi tentativi di fuga. Era cocciuto come un mulo.

Ma anche Chanyeol lo era altrettanto. Ogni volta che l'aveva preso gli aveva chiesto di riconoscersi sconfitto. Aveva persino pronunciato l'unica parola che sembrava mandarlo su tutte le furie – 'scacco matto' –, ma in realtà non aveva mai avuto l'intenzione di umiliarlo sul serio. Agiva nel suo interesse. Se voleva sopravvivere incolume sotto il nuovo regno , doveva mostrarsi più docile. Non tutti sarebbero stati comprensivi ed educati quanto lui.

Chanyeol non voleva che Baekhyun venisse ferito. Il solo pensiero che qualcuno potesse maltrattarlo gli faceva ribollire il sangue.

Il bisogno di proteggerlo gli tormentava la coscienza. Arrivò al punto di istruirlo su come comportarsi una volta giunti dal re; Baekhyun però non era dell'umore giusto per starlo ad ascoltare. Quando lui gli consigliò di mostrarsi docile, lui lo morse. Chanyeol lo lasciò andare senza fargli nulla, solo perché era esausto dopo quella maledetta settimana trascorsa praticamente insonne, e lui aveva la testa troppo dura per riuscire a pensare correttamente.

Arrivarono dal re a metà pomeriggio. Il palazzo era semideserto quando Chanyeol entrò, quasi trascinandosi dietro Baekhyun. Ordinò a due soldati di informare Minseok che il suo premio era finalmente giunto. Intanto si occupò personalmente di farlo sistemare nella sua stanza.

Baekhyun tentò di fargli lo sgambetto, e allora il più alto se lo trascinò dietro per un buon tratto, prima di consentirgli di riprendere l'equilibrio.

Sarebbe stato felicissimo di sbarazzarsi di lui. Continuava a ripetersi quella bugia fino al punto di crederci, quasi.

Quasi.

Il suo secondo, , li raggiunse proprio mentre Chanyeol stava aprendo la porta dell'alloggio di Baekhyun. Il soldato si chiamava Kyungsoo. Era un ragazzo attraente dagli occhi grandi e nocciola, le labbra piene, e con i capelli corvini. Kyungsoo aveva combattuto a fianco di Chanyeol in innumerevoli battaglie. Era un guerriero esperto, fidato e profondamente leale.

Era anche amico di Chanyeol.

<<È bello rivedervi, mio signore>> lo salutò.

Nell'entusiasmo dell'incontro, gli diede una pacca amichevole sulle spalle, che fece alzare una nuvola di polvere intorno ai due. Kyungsoo scoppiò a ridere.

<<Avete bisogno di un bagno, barone>>

<<Già>> rispose Chanyeol <<Sono contento di essere qui>> Lanciò un'occhiata a Baekhyun, imitò la sua espressione corrucciata e aggiunse: <<Finalmente>>

Il significato implicito di quella esclamazione non sfuggì a Baekhyun. Sapeva di essere la causa per cui il viaggio era durato tanto a lungo. Sollevò il mento con fare sdegnoso.

Kyungsoo era molto curioso su quel ragazzo. Quando si voltò nella sua direzione, il cuore gli palpitò in petto. Cielo, quanto era bello. I suoi occhi lo affascinarono. Non ne aveva mai visti di così belli.

E non era neppure timido. Il suo sguardo era diretto, sicuro.

Chanyeol fu divertito dalla reazione del ragazzo. Proprio come Jongin, quando aveva visto Baekhyun per la prima volta, era stupefatto.

Fight me if you canWhere stories live. Discover now