Capitolo 11

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"Pensavi che sarei fuggita via terrorizzata, vero?". Domandò lei con voce appena udibile. Aveva il cuore in tumulto ed era attraversata da un lancinante tormento procuratole dall'immagine letale che per un attimo aveva dovuto guardare.

"Peggio, pensavo che saresti morta. Tutti muoiono nel vedere la mia vera forma". Osservò lui a disagio.

"Ma io sono viva - Sottolineò lei, abbozzando un debole sorriso – Cosa significa?"

"Che non ho mai conosciuto una come te. O meglio, ne ho conosciuta una tanto, tanto tempo fa e oggi è al mio fianco".

"E' Sheeva, vero?".

Lui annuì. Sylvia sorrise timidamente. Il dolore era ancora forte.

"Lo avevo immaginato. Evidentemente io e lei abbiamo qualcosa in comune; riusciamo a resistere al tuo fascino mortale".

"Non scherzarci sopra, Sylvia. Ho messo volutamente a rischio la tua vita. Probabilmente, sono stato avventato, ma dovevo farlo".

"Perché?"

"Per capire se fino ad oggi la mia esistenza aveva avuto un senso oppure no. Tu sei speciale". Rispose lui incredulo.

"Non so cosa tu voglia dire. So solo che gli esseri umani non sono tutti uguali, Richard. Alcuni, come me e mio padre, riescono a spingersi oltre l'apparenza, a vedere la realtà con gli occhi del cuore. Questo consente loro di avvicinarsi a chiunque con un atteggiamento positivo".

Respirava piano e parlava a fatica, ma sentiva che stava recuperando le forze e che il dolore intenso si stava riducendo ad un lieve malessere.

"Non ho molta esperienza con voi umani, nonostante abbia compiuto varie missioni sulla Terra. Non ho mai permesso ad un essere umano di sfiorare il mio animo". Riconobbe il Signore, avvolgendola in un'Onda Risanatrice che le fece riaffiorare il sorriso sul volto e allontanare il dolore.

"Ci vedi come esseri inferiori?" Domandò lei, avvicinandosi e toccando delicatamente i suoi tatuaggi sulle braccia.

"Direi piuttosto come pedine sacrificabili nell'eterno conflitto fra Tenebra e Luce".

"Anch'io sono una pedina sacrificabile, vero?"

Lo sguardo fermo e dolce che gli rivolse lo mise a nudo, rendendogli impossibile mentire.

"Fino a poco fa avrei detto di si. Ora non più".

"Allora abbiamo fatto entrambi un passo avanti".

Sentì che fra di loro si stava stabilendo un legame empatico e lo accettò, consapevole che era probabilmente scritto nel Disegno del Fato. E tutto questo rafforzò ancor più la sua determinazione.

"Sto per partire, Sylvia". Le rivelò dopo aver riassunto la forma umana.

"Per dove?" Domandò lei, guardandolo con aria sorpresa.

"New York. Ho un conto da regolare e voglio farlo prima di portarti via da qui".

"Non essere ancora evasivo". Lo rimproverò con un sorriso.

Lui sospirò e si discostò da lei, manifestando una lieve ombra di disagio. Rifletté un istante, infine prese una decisione che era un altro piccolo passo avanti nella loro conoscenza reciproca.

"Intendo eliminare quanti sono stati coinvolti in tutta questa faccenda, compresi gli assassini dei tuoi genitori". Era la prima volta che rivelava ad un umano le sue mosse durante una missione.

"E' per vendicarli?" Chiese lei aggrottando la fronte.

"E' soprattutto per proteggerti. I servitori della Luce che hanno organizzato la congiura contro la tua famiglia arriveranno prima o poi anche a te. Intendo impedirlo a qualsiasi costo".

Il Richiamo della TenebraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora