Capitolo 31

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Ad un tratto il Guerriero percepì qualcosa di anomalo nel Secondo Livello, una perturbazione nell'oscurità. Fece un cenno con la mano ed entrambi si fermarono. Tese al massimo tutti i sensi di Terzo Livello per carpire odori e suoni circostanti e fu grazie alla sua esperienza che poté individuare la minaccia incombente.

"Dietro di noi". Sussurrò indicando l'estremità lontana del corridoio appena percorso che si perdeva nel buio.

Fidandosi delle doti sensoriali del Capo, Aculius si portò al suo fianco, incerto se posare a terra la ragazza per prepararsi al combattimento o meno.

"Me ne occupo io". Ordinò implacabile il Guerriero.

Richiamò Nera dall'oscurità e la impugnò con una mano sola, tenendola abbassata. La lama dal colore rosso bruno emanava lievi bagliori ed era percorsa dalle linee nere fluttuanti della quintessenza di Noos. Lasciò che queste avvolgessero come un guanto la mano che stringeva l'elsa e penetrassero dolcemente nella carne per poi risalire lungo il braccio e la schiena fino a raggiungere il sistema nervoso centrale e creare una connessione sinaptica. Poi mosse qualche passo lento e misurato per portarsi al centro del corridoio.

"Al mio segnale inizia a correre e non fermarti per nessun motivo - Mormorò con voce glaciale - Porta la ragazza da Sheeva".

Aculius annuì in silenzio e si posizionò dietro il Capo, pronto ad obbedire.

Il Guerriero mormorò un incantesimo e lanciò un piccolo Crepuscolare che esplose silenziosamente illuminando il corridoio e rivelando la presenza di due creature. Una era Samia, in forma semiumana, e l'altra era un Angelo Paladino. Superato il primo momento di incredulità, il Guerriero reagì rafforzando lo Scudo attorno a sé.

"Ora, vai". Ordinò.

Mentre Aculius si allontanava in tutta fretta dall'altra parte del corridoio, lui si posizionò in modo da proteggere la fuga del compagno.

Era furioso con se stesso. Come aveva fatto a non percepire la presenza del Paladino e perché questo si trovava all'interno del penitenziario? Probabilmente aveva sfruttato la protezione offerta dalla Sfera per rendersi invisibile, il che era indice di notevole abilità. Ad un primo sguardo non lo riconobbe. Era un individuo maschio alto poco più di due metri, in forma angelica. Le vesti bianche lasciavano intravedere la pelle perlacea su cui erano riconoscibili particolari segni arcani. Da uno di questi, un cerchio color ocra da cui si dipartivano otto raggi, disegnato sul dorso della mano sinistra, riconobbe che doveva trattarsi di un appartenente all'Ordine delle Stelle, la famosa confraternita di Assassini di Demoni. Il volto era quello tipico di un Angelo: occhi azzurro mare, capelli lunghi e biondi che scendevano morbidamente lungo le spalle, una corta barba. Le candide ali erano appena visibili sotto il mantello bianco con fregi rossi. Impugnava una Spada di Luce sulla cui lama erano intarsiati complicati simboli che servivano ad attivare incantesimi offensivi e difensivi probabilmente potentissimi.

Era calmo e del tutto rilassato e fissava il Guerriero studiandone i movimenti.

Al suo fianco c'era l'Eterea Samia, una creatura femminile di notevole fascino e pericolosità. Aveva assunto la forma semiumana a lei più congeniale e stava eretta su due zampe artigliate, impugnando con gli arti superiori un lungo arco. Il volto era tipicamente umano, eccezion fatta per i denti affilati che il suo sorriso inquietante esibiva. Incoccò una freccia a tripla punta luminosa, tese l'arco e mirò. Il Guerriero si spostò di un passo e il dardo micidiale gli sfiorò di un soffio la spalla destra perdendosi nel buio. Insoddisfatta, l'Eterea stava per incoccare una nuova freccia ma ad un cenno appena percettibile del compagno si ritirò nell'oscurità, alle sue spalle.

Il Paladino avanzò di un paio di passi e assunse una posizione difensiva, come se volesse concedere al suo avversario la prima mossa. Era un atteggiamento che non rientrava negli schemi comportamentali di un combattente della Luce e il Guerriero ne prese atto. Più lo osservava e più si convinceva di non conoscerlo; forse era un novizio, asceso da poco alla forma angelica. Immaginò che lui invece sapesse benissimo chi era il Demone che aveva di fronte e che stesse raccogliendo tutto il coraggio possibile per affrontarlo.

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