Libere riflessioni dell'autore

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Cari lettori

La sezione finale della Parte Prima Capitolo 8 contiene una scena (quella dell'incontro fra Davon Bethaniut e il Cacciatore Bashur) che può essere definita la più importante di tutto il romanzo perché è ispirata ad un episodio della mia vita che è stato la scintilla capace di farmi immaginare le vicende narrate.

In altre parole, il Patto siglato fra il padre di Sylvia Bethaniut e il potente Demone rievoca in modo immaginario un fatto forse  accaduto (il condizionale è d'obbligo, capirete poi perché) , che si è successivamente trasformato nello spunto dal quale sono partito per costruire la storia.

Tutto è cominciato molti anni fa, quando all'età di otto anni mi fu diagnosticata una forma di leucemia allo stadio avanzato. Malgrado la prognosi infausta i medici della clinica dove ero ricoverato tentarono di tutto; i loro sforzi si protrassero per due mesi e mezzo inutilmente perché alla fine entrai nella fase terminale. I miei genitori mi riportarono a casa per circondarmi da un ambiente amorevole e familiare in quelli che credevano gli ultimi giorni della mia vita. Ma accadde qualcosa di inspiegabile: in maniera del tutto improvvisa un giorno cominciai a migliorare- I risultati delle analisi rivelarono una realtà stupefacente: la forma leucemica era regredita e sebbene fossi ancora estremamente debilitato, nel giro di qualche settimana venni dichiarato fuori pericolo e in via di guarigione. Durante gli anni successivi continuai a sottopormi a controlli clinici che puntualmente davano lo stesso risultato: il tumore del sangue era scomparso.

Col tempo ho finito per attribuire la mia guarigione al verificarsi di un evento che la scienza classifica come inspiegabile allo stato attuale delle conoscenze.

Ma nell'anno 2000 la ritrovata normalità della mia vita quotidiana subì un duro colpo; il 6 agosto, alle ore 6,35 del mattino mio padre morì. Sofferente da tempo per un tumore alla gola, si era aggravato negli ultimi mesi ed era stato ricoverato a metà luglio per sottoporsi ad una terapia intensiva. Ma il fisico, logorato da molte battaglie combattute nel corso della vita, era ormai incapace di reagire. La perdita di un genitore a cui ero estremamente affezionato provocò non solo un dolore enorme, ma alimentò anche un profondo turbamento interiore. Tre settimane prima del decesso, quando ancora era sufficientemente lucido e poteva parlare senza uno sforzo doloroso, mi aveva raccontato una storia incredibile: all'epoca in cui io ero malato e stavo per essere sottoposto all'ennesima vana terapia in ospedale, lui aveva stretto, a suo dire, un patto con la Tenebra. Disse di averlo fatto perché era disperato e non aveva fiducia nell'efficacia delle cure mediche. Tutto era accaduto una sera d'inverno in cui era a casa da solo e la disperazione aveva raggiunto livelli estremi. Venne a fargli visita uno strano individuo: un uomo di pelle color ebano, interamente vestito di nero, con lunghi capelli bianchi come la neve e un elegante bastone da passeggio. Disse che gradiva essere chiamato Baal, che era un demone e che intendeva proporre un accordo: la mia vita in cambio di quella di mio padre. Nello specifico, disse che lo avrebbe aiutato guarendomi dalla malattia, e in cambio chiedeva di poter disporre della sua anima. Parlarono sin quasi al sorgere dell'alba. A mio padre venne spontaneo ripercorrere la propria esistenza e l'uomo dimostrò di avere una cultura enciclopedica, ascoltando il racconto con profondo interesse e intervenendo ogni tanto per sottolineare episodi o situazioni particolari.

Mio padre gli pose una domanda dietro l'altra e alla fine, convintosi, accettò il patto. Ma pose una condizione: poter vivere ancora qualche anno per potersi prendersi cura di me. La creatura si dimostrò sorprendentemente accondiscendente e gli concesse di poter vivere sino all'agosto dell'anno 2000, esaudendo così anche il suo desiderio segreto di assistere alla nascita del nuovo millennio. La misteriosa creatura disse che sarebbe tornata nell'anno 2000 per riscuotere il pagamento dell'accordo e che il segnale del suo imminente arrivo sarebbe stato l'insorgere di una malattia incurabile.

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