Diciannove

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"Louis, devi farlo! Non hai scelta! Devo andare in ufficio oggi e non posso lasciare le ragazze a casa da sole," La mamma di Louis gli disse nel primo pomeriggio, prendendo la sua borsa prima di andare alla porta. "E perfavore porta le gemelle al supermercato. Hanno una festa di compleanno del loro amico domani e hanno bisogno di un regalo. Ho lasciato i soldi nel bancone, ti voglio bene!" disse prima di uscire velocemente fuori dalla porta. Louis guardò a bocca aperta il punto in cui si era fermata precedentemente, e poi sbuffò seccato. Prese le sue chiavi dal tavolo e rubò i venti euro che gli erano stati lasciati.

"Daisy! Phoebe! Andiamo, mamma mi ha detto di portarvi a fare shopping!" urlò dal fondo delle scale, e aspettò a mettere le scarpe e la giacca finché non sentì dei passi. Appena si incontrò con le due giovani ragazze alla porta le fece uscire per poi entrare in macchina, salendo velocemente e partendo.

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"Andiamo in quel corridoio là," Daisy disse a Louis prima che venisse trascinato nel corridoio da sua sorella. Louis sospirò e tornò al suo cellulare, dove sua madre gli ha appena scritto di comprare una brocca di latte siccome era quasi finito. Tuttavia quando alzò lo sguardo per aprire il freezer nel supermercato e prenderne uno, notò qualcuno di veramente familiare. Troppo familiare.

"Città piccola, Louis," annuì, un sorrisetto evidente nelle sue labbra. "Come sta il tuo fidanzato?" chiese, tuttavia chiunque poteva dire che a lui non importasse solo dal tono della sua voce.

"Chiudi il becco, Zayn," Louis rispose, allungandosi e prendendo la caraffa di latte, guardando in basso e mordendosi il labbro. "È in ospedale," mormorò, diede le spalle a Zayn. Voleva andarsene e sbarazzarsi del ragazzo che aveva fatto male a Harry, ma era trattenuto.

"Cosa intendi con 'è in ospedale'?" Zayn chiese, la sua presa nel collo della maglia di Louis. Questo fece soffocare Louis, che scacciò via le mani del ragazzo più grande.

"Intendo che lui si trova in ospedale. Era già distrutto abbastanza. Hai visto cosa si è fatto sulle braccia, Zayn. Non ha mangiato niente per un mese diventando malsano ma poi tu e i somari dei tuoi amici ve la prendete con lui! Lui non l'avrebbe mai fatto, se tu fossi stato lui, quindi perché l'avresti fatto?!" Louis lo rimproverò, diventando incazzato ogni secondo di più. "Non puoi andare al giro a picchiare persone come se fossero i tuoi giocattolini. Non si merita niente di questa merda," Louis ringhiò, faccia a faccia con il ragazzo dai capelli corvini. E per quanto Louis fosse basso, Zayn era intimorito un po' da lui. Non sapeva cosa fosse successo a Harry da quando era stato sospeso, ma non sapeva che sarebbe andato in ospedale. Non gli piaceva. Disprezzava comunque Harry, ma non gli piaceva il fatto che avesse contribuito a qualcosa che avrebbe portato qualcuno in ospedale.

"I-io.. m-mi dispiace," si scusò svogliatamente.

"Si, grazie," Louis annuì rigidamente, sapendo che non fosse totalmente sincero, prima di andarsene via quando ebbe l'occasione. Si rincontró con le sorelle due corridoi dopo, sospirando quando le vide litigare per quale giocattolo prendere. Louis era stanco, tuttavia, quindi prese entrambi i giocattoli dalle loro mani, e procedette alla cassa.

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"Mamma, perfavore!" Louis scongiurò, appoggiando la testa nelle sue mani. La voce di sua madre era un po' debole dall'altra parte del telefono ma poteva comunque capirla.

"Perché devi sempre insistere per vederlo, Louis? Ho bisogno che tu faccia il babysitter," lei sospiró.

Louis si morse il labbro, "Lui è diverso, okay? Ti ho detto delle sue condizioni. Lui non pensa che le persone siano capaci di amarlo. Non voglio fargli pensare che non mi piaccia più. Mi piace, ma lui può essere persuaso facilmente. Specialmente se le uhm, voci, nella sua testa gli dicono così," Louis spiegò, grattandosi la nuca esitante.

Sua madre grugnì, "Gesù, Lottie è a casa?" chiese. "Puoi andare solo se Lottie è a casa per controllare le ragazze. Devo andare, ci sentiamo dopo, amore," disse e riattaccó prima che lui potesse rispondere. Aprì i messaggi e scrisse a sua sorella.

Louis: Sei a casa?

Lottie: In camera mia

Louis: Ok, fai da babysitter. Vado da un amico, proprio adesso

Lottie: Ugh va bene

Louis prese le chiavi di macchina e balzó fuori, saltando in macchina prima di partire.

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"Mi sento disgustoso," Harry mormorò, grattando il punto nel braccio in cui la dottoressa aveva messo la flebo, "Mi sento sudato e sporco e disgustoso. Odio gli ospedali," dichiarò, guardando verso Louis, che gli stava solo sorridendo.

"Mi chiedo perché, Harry. Sei qui da tre giorni senza esserti fatto una doccia. Non mi sorprende," fece notare, facendo arrossire Harry per la più insospettata ragione.

"Harry, quando torniamo a casa voglio che tu prenda le pillole e faccia una doccia okay, amore?" sua madre chiese, accarezzando la schiena di Harry gentilmente. Lui annuì, guardando in basso, al pavimento davanti a lui mentre camminava.

Louis era arrivato in ospedale un'ora prima che Harry venisse rilasciato. Harry era rincuorato. Aveva pensato che Louis, poiché non si era fatto vedere quando lo faceva normalmente, non volesse più uscire con Harry. Ma era stato smentito, che era qualcosa di cui era felice.

L'aria fredda li colpì fortemente mentre i tre camminavano fuori dall'ospedale. Era così freddo-no, così glaciale, che Louis pensò che le sue guance si stessero per staccare. Ma il pensiero cadde quando vide Harry, con il suo maglione sottile, bloccare il freddo. Aveva freddo, si, ma in qualche modo non stava tremando con denti sbattenti come il ragazzo più grande stava facendo. Non aveva il naso rosso e si accartocciò nel tessuto, tirando le maniche per mantenere le sue mani tiepide. Sembrava rilassato, camminando con le sue spalle dritte e la sua testa su, il vento che arruffava i suoi ricci ribelli. Non stringeva gli occhi per il vento. Il suo corpo non era rigido per la temperatura. La sua postura non era cadente e piegata in avanti come era di solito. Stupì un po' Louis. Aveva sempre visto Harry impaurito ed insicuro e scomodo con se stesso. Perché sapeva che al ragazzo più giovane non piaceva la sua altezza o la struttura del duo corpo. Tuttavia ora in uno dei posti più assurdi in cui essere sicuri c'era lui, così sicuro di se stesso nel vento e nel clima selvaggi. E Louis era così preso dalla presenza di questo
ragazzo che conosceva a malapena, che non aveva realizzato gli stesse parlando. "C-cosa?" farfugliò, i suoi occhi si spalancarono in confusione.

Harry arrossì, e poi era di nuovo piegato quasi sentendosi piccolo e nervoso quando vide lo sguardo con cui Louis lo stava fissando, "V-volevo solo, uhm, salutarti," disse, facendo uscire le parole, finalmente. Louis sospirò leggermente, non volendo totalmente lasciare Harry, ma annuì.

"Ci vediamo a scuola allora?" chiese, le sopracciglia alzate un pochino.

"Dobbiamo aspettare una settimana o cose simile, Louis, finché ritorni a scuola," Anne gli disse. Annuì e si girò di nuovo verso Harry.

"Okay allora, quindi ti vedo quando torni a scuola," Louis si fermò, guardando Anne, "o forse potremmo uscire questa settimana?" chiese, un piccolo sorriso nelle labbra.

Harry si sentì onorato, perchè era solo uscito con Liam dei giorni prima di scuola. Non aveva nessun'altro amico oltre a Liam, e voleva così tanto che l'amicizia tra lui e Louis funzionasse. Gli piaceva troppo Louis per non essere più amico con lui. L'aveva aiutato a scuola  protetto dai bulli quando poteva, e sopratutto voleva veramente stare con lui. Quindi Harry annuì, e quando sua madre si voltò, Louis si mise in punta di piedi, lasciando un piccolo bacio sulla guancia di Harry. La faccia del ragazzo più giovane andava a fuoco, e un risolino si diffuse nelle sue labbra mentre Louis tornò alla sua macchina, dicendogli timidamente che si sarebbero visti più tardi.

GRAZIE PER I COMMENTI, VOTI ECCETERA! sono riuscita a tradurre questo perché sono stata male, spero sia venuto bene.. hahah

quando è il vostro compleanno?? sono curiosa

scars ❃ larry || italian translationWhere stories live. Discover now