Uno

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"Harry, stai scendendo?" La mamma di Harry chiamò suo figlio. Il suo respiro si fermò in gola, e lui si diede un'ultima occhiata nello specchio, scompigliando i suoi ricci un'altra volta e spostandoli da un lato cercando di domarli. Non fece tanto, quindi si arrese e si morse il labbro, tenendo le sue maniche ancora più giù. I suoi polsi bruciarono immensamente, desiderava così malamente strappare le sue bende e crollare contro il muro.

"Sto arrivando," borbottò a se stesso con un sospiro, raccogliendo la sua borsa e mettendola a tracolla attorno alla sua spalla. Chiuse i suoi occhi saldamente, mandando via i suoi pensieri prima di scendere le scale. Contando ogni scalino e saltando l'ultimo come aveva sempre fatto, girando l'angolo e andando alla porta.

"Non mangi, amore?" gli chiese sua madre, uscendo fuori dal nulla.

"Non ho fame," rispose silenziosamente, sorridendo leggermente a sua madre prima di uscire dalla porta, chiudendosela dietro. Iniziò a camminare ad un ritmo uniforme, muovendosi sempre dritto e saltando le crepe, mantenendo i suoi occhi sul pavimento sotto i suoi piedi.

"Un altro giorno, Harry," sussurrò, sospirando e annuendo a se stesso. Era felice che finalmente avrebbe potuto scappare dagli orrori della sua scuola e trasferirsi in una, si spera, amichevole. Non notò l'atletico ragazzo con capelli marroni arruffati che stava guidando verso di lui finché non udì il rumoroso clacson della macchina, che gli fece fare un salto alto un miglio. La sua mano si appoggiò sul suo cuore, e fece piccoli respiri tenendo gli occhi spalancati.

"Sono solo io, Harry," il suo amico, Liam, salutò, un sorriso caloroso sulle sue labbra. Harry deglutì, annuendo leggermente al suo amico. Liam gesticolò a Harry di entrare in macchina, e Harry obbedì alla sua offerta, salendo vicino a lui, chiudendo dolcemente lo sportello.

"Tutto okay?" Liam chiese al suo amico, guidando verso la scuola.

Harry fece spallucce, guardando fuori dal finestrino, "Sto bene," borbottò, guardando il suo grembo con le sue mani incrociate.

"Okay. Sono solo protettivo nei tuoi confronti, lo sai," Liam disse a Harry, e Harry annuì alla comprensione.

"Sì, non è come se mi uccidessi o qualcosa," rispose silenziosamente, inteso come una battuta, e Liam colse a malapena le parole che uscivano fuori dalla bocca di Harry.

Ma dovresti.

Dovresti.

Harry ignorò le voci quando Liam parlò, "Harry," Liam avvertì, "Non scherzare su queste cose. So che non lo farai, ma ancora, quello che stai facendo adesso non è meglio," gli disse. Harry si stropicciò la faccia, e restò in silenzio per il resto del piccolo tragitto, fino a che non arrivarono a scuola e uscì prima che Liam parcheggiasse nel posteggio. Harry sospirò mentre chiuse lo sportello del passeggero.
Liam tenne Harry a suo fianco, e guardò intorno, assicurandosi che i cretini a cui piaceva provocare il ragazzo non fossero in giro.

Entrarono e le loro strade si divisero, Harry andando nervosamente nell'area dove era il suo armadietto e Liam dirigendosi verso l'altra sezione. Harry girò la sua combinazione con mani tremolanti, e prese i suoi libri dall'armadietto, trascinando i piedi verso la sua lezione di matematica avanzata quando suonò la campanella.

"Sedetevi tutti," il professore urlò, chiudendo la porta dopo che l'ultimo membro della classe, Harry, si precipitò nella stanza. "Non c'è niente da fare oggi siccome tutti hanno finito prima il progetto ieri, quindi siete liberi di fare altri compiti," Harry trascinò i piedi, prendendo il suo posto il più veloce possibile, per evitare di essere mortificato davanti a tutta la classe.

Harry pose i suoi libri nell'angolo del banco in modo ordinato. Tenne la testa bassa nel libro di narrativa siccome il professore sprigionò gli alunni dal lavoro completo e ne assegnò un altro da mantenere. Anche se questo accadde, la porta si aprì improvvisamente, rivelando il preside.

Harry alzò lo sguardo dal suo libro, vedendo il preside che parlava silenziosamente al professore. Gettò uno sguardo all'area dove era, ma non incontrò lo sguardo di Harry, e per questo ne fu grato.

Harry improvvisamente si ritrasse quando sentì qualcosa colpirgli la schiena. Guardò il piccolo pezzetto di foglio accartocciato che era atterrato accanto a sé. Harry sapeva, ma lo fece lo stesso, e raccolse la piccola nota accartocciata, aprendola e stirando le pieghe del piccolo foglio, e poi lesse la scrittura disordinata.

Indovina chi ha capelli marroni e succhia cazzi?

Harry si accigliò, mordendo l'interno guancia, trattenendo le lacrime e un altro foglio colpì la sua schiena, e atterrò nel suo banco. Lo afferrò, per la stessa ragione, e lo srotolò con dita tremolanti.

Harry Styles, ecco chi.

Harry piagnucolò silenziosamente, stringendo i suoi occhi mentre intrecciava le sue mani, pigiando le sue dita su una delle sue linee rosse nel polso. Sentì il dolore scattare lentamente dalla punta delle sue dita al suo polso, scappando da ciò a cui stava pensando.

Risatine silenziose riempirono le sue orecchie, e non osò aprire gli occhi, sapendo che i prossimi due fogli che lo avevano colpito erano anch'essi insulti.

Harry aprì lentamente i suoi occhi, e il professore stava squadrando i ragazzi dietro di lui. Incontrò gli occhi di Harry e annuì, quindi Harry si alzò, uscendo velocemente dalla classe. Le sue scarpe si bloccarono contro le mattonelle, e corse dentro al bagno, appoggiandosi contro il muro appena fu dentro la piccola stanza. Il suo respiro era pesante, e continuava a scuotere la testa, forzando l'ansia che tratteneva e trattenne le lacrime mordendosi la sua guancia così forte da poter sentire il suo sangue.

Harry alzò lo sguardo, guardandosi allo specchio. Fece una smorfia, vedendo i suoi ricci color cioccolato spazzati in un lato, e il suo stomaco piatto, dove potevi quasi vedere le costole, e il largo spazio tra le gambe, anche quando le chiudeva.
Anche se questo non era quello che Harry vedeva. Lui vedeva pelle flaccida nelle sue braccia, grasso sovrapposto nel suo stomaco, e gambe grassocce che erano troppo lunghe.

Fatti del male, Harry

Fallo

A nessuno importa di te

Apri i tuoi tagli e sanguina

Strinse gli occhi, non volendo vedere il suo riflesso, e le sue dita trovarono il taglio più recente, strappando la benda e pigiando fortemente nel segno scuro. Harry piagnucolò al dolore, delle lacrime rotolarono sulle sue guance, anche se superò il dolore nella sua mente, e pigiò un po' più forte, morendo dalla voglia di sentire il gocciolio del sangue sfondare.

"Harry?" scosse la sua testa al suono della voce di Liam. "Harry, smetti! Basta basta basta ti stai facendo male!" Liam esclamò, prendendo le mani del più giovane.

"N-No! T-tu tu non capisci!" Harry pianse, sprofondando sempre più giù. "Aiuta. aiuta aiuta aiuta," singhiozzò, crollando in ginocchio mentre borbottava le parole.

"Harry, ti porto a casa," Liam ordinò, prendendo gentilmente il piccolo ragazzo. Harry non reagì, lasciò che il suo amico lo sollevasse e lo conducesse via da scuola.

scars ❃ larry || italian translationUnde poveștirile trăiesc. Descoperă acum