Diciassette

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Louis sorrise come un idiota il giorno dopo. Sapeva che non era una cosa seria, ma in sua difesa, gli piaceva il ragazzo dai capelli ricci, che parlava a malapena, non non faceva nulla, e difficilmente rideva. Quindi essere capaci di cambiare la loro amicizia in possibilmente qualcosa di più, avere l'opportunità di baciarlo e diventare più intimo con lui, rendeva Louis felice. E amava il fatto che avesse visto due specifiche fossette e sorriso spuntare così tanto in un solo giorno.

"Smettila di essere così felice. Prosciugherai la felicità di tutti gli altri a forza di essere così felice," sua sorella, Lottie, parlò, e lui ruotò gli occhi prima di sedersi nel divano.

"Sta zitta," le disse e cacciò il cellulare, aprendo i suoi messaggi con Harry. Quando lo andò a trovare, riuscì ad ottenere il numero di Harry, e messaggiarono per un pochino prima a Harry gli togliessero il cellulare, sua mamma insisteva che dormisse.

"Posso prendere la macchina per andare da Harry?" chiese a sua madre dalla cucina. Lei annuì, non spostando il suo sguardo dal cibo che stava preparando.

"Sei ossessionato," Lottie si lamentò, "Cosa lo rende migliore degli altri amici? Lo conosci a malapena," sua, ora irritante sorella, commentò.

Louis ansimò, incrociando le braccia, "Per tua informazione, lui è tipo... la persona più dolce che io abbia mai incontrato. Inoltre, sono l'unica persona di cui si fida a scuola, io e solo io. Mi piace veramente," spiegò, mormorando l'ultima parte, "Vado," affermò subito dopo rumorosamente, prendendo le chiavi della macchina di sua madre prima di uscire di casa e partire.

❁❁❁❁

"Ciao, Anne," Louis salutò timidamente, camminando verso la mamma di Harry. Essendo incredibilmente dolce e carino, gli disse di chiamarla Anne siccome era amico di Harry. Più che amico lei speró, ma nessuno doveva saperlo.

Lei si girò, e gli sorrise, "Ciao, tesoro, sei qui per vedere Harry?" sorrise, sapendo ovviamente la risposta. Louis rispose e lei gli mimò di entrare. Quindi Louis girò la maniglia nervosamente, ed entrò.

Mentre entrava, il ragazzo dai capelli ricci alzò lo sguardo, cogliendo quello di Louis su di lui. "Ciao," sussurrò, non credendo veramente che Louis fosse andato a fargli visita di nuovo.

Non è venuto a farti visita di nuovo, non gli piaci nemmeno, prova compassione per te e per il tuo inutile culo.

Harry fece una smorfia alle parole, grattando l'orecchio come se facesse andare via le voci. Louis notò il suo comportamento, e aggrottò le sopracciglia confuso.

Dì a Louis di andarsene

Digli di non tornare più

Non gli piaci veramente, Harry, non può, è impossibile che tu piaccia a qualcuno.

Harry piagnucolò, le sue mani a tenere le orecchie, "Basta basta basta basta," mormorò, stringendo gli occhi.

Louis si avvicinò, avvolgendo Harry con un braccio, "Hey hey hey, stai bene?" disse preoccupato, abbassandosi al livello del ragazzo più piccolo.

Digliene quattro, Harry

Non lasciare che ti parli, non sei bravo abbastanza

Non vuole avere a che fare con la tua merda

Non vuole avere a che fare con te.

"Vai," Harry biascicò, sentendo gli occhi colmi di lacrime, "vai vai vai vai vai" continuò, parlando senza sosta, non essendo capace di concentrarsi su quello che stesse dicendo ma di assicurarsi di obbedire alle voci.

"Harry, io p-"

"Vattene!" Harry urlò, tirando violentemente i suoi ricci, "non tornare, non mi parlare, non ti prendere cura di me!" esclamò, "sei troppo buono, sei troppo buono per me! Non vuoi avere a che fare con me e con i miei problemi e non dovrei piacerti! Non posso piacerti, s-sono inutile e-e...," singhiozzò, strascicante.

La bocca di Louis rimase aperta, scioccato, "Harry, smettila," lo scongiurò, "non sei inutile, non-"

"No, smettila basta vattene via!" Harry interruppe, "perfavore," sussurrò, singhiozzando. Dal momento che Anne aveva sentito il fracasso, entrò di corsa, prendendo suo figlio tra le sue braccia. Lo zittì, accarezzandogli la schiena cercando di calmarlo mentre le sussurrava cose. Louis arretrò, non sapendo cosa fare. Ma in pochi minuti, il ragazzo dai capelli ricci era crollato come un sasso.

La mamma di Harry si girò verso Louis, alzandosi attentamente e sedendosi verso la fine del letto, "Mi dispiace Louis," Anne si scusò, parlando piano con gli occhi incollati al pavimento. Lui si morse il labbro, annuendo lentamente. "Harry. Lui ha il disturbo schizzoaffettivo," gli disse, fermandosi per un secondo, "i dottori mi hanno detto che per chiunque lo abbia è diverso. Uhm, per Harry, lui ha tipo, voci nella sua testa che gli dicono 'fai questo, fai quello o dì questo, dì quello'. Non sono sicura di quello che dicano, perché non posso leggere la sua mente, ma tempo fa mi diceva che le voci non sono cortesi. Che gli dicevano che fosse brutto, o stupido, o inutile. Gli dicevano cosa fare, ma gli dicevano cose brutte. Quando era alle medie gli dissero di copiare in un test perché era stupido, e lui lo fece. Le voci in qualche modo lo persuadono o convincono di fare quello che dicono," si fermò, strofinandosi gli occhi dolcemente, "È diventato uhm, bravo a rifiutare quello che dicono. Ma non tutte le volte. Dal primo anno di college queste voci gli dicono di non mangiare la sua cena. Gli chiesi perché non mangiasse e lui mi rispose, 'loro dicono così'. Così iniziò a smettere di mangiare. Andava e veniva, qualche settimana mangiava e poi passava una settimana senza toccare cibo," lei sospirò e Louis prese posto in una sedia vuota.

"È difficile. Lo è veramente. Non sa se loro mentono o no. Non può capire la differenza. Pensa di non valerne la pena, pensa di essere brutto, grasso o stupido. Ma non lo è. Lui uhm, si-si taglia," si fermò, lasciando che una lacrima scendesse dalla sua guancia, "anche se credo che tu lo sappia di già. Pensa che lo meriti, ma non è così. Pensa che le persone siano incapaci di amarlo. E dopo tutto questo si costruisce, aggiungiamo il fatto che veniva picchiato nella sua vecchia scuola, e ora anche in questa. Quindi si 'punisce'. Non posso mandarlo in terapia. N-non la farebbe e gli farebbe pensare di essere in condizioni ancora peggiori di queste. Le pillole lo aiutano a volte ma poi altre volte non funzionano per niente, e l'ultima cosa che so è che queste voci gli chiedono di morire di fame, di tagliarsi e di escludersi d-da tutti quanti," da quel punto Anne stava piangendo, scuotendo la sua testa mentre guardava in basso. Chiuse i suoi occhi e prese un grosso respiro, guardando in alto debolmente per parlare faccia a faccia con il ragazzo che ora aveva le guance bagnate da lacrime. "Gli piaci, comunque, Louis. Nega tutte le cose che le voci dicono su di te. Quando gli hanno detto di mandarti via, non voleva. Penso che fossero troppo per lui questa volta, ma le altre volte è stato capace di ignorarle. Lo fai sentire felice e sorridente di nuovo, ed è fantastico. Gli piaci, e spero veramente che tu ......rimanga. Spero che tu rimanga e che lo aiuti. Dio sa quanto ne abbia bisogno," sussurrò, la sua voce a malapena udibile all'ultimo.

Louis tirò su con il naso un po', asciugando le piccole lacrime sparpagliate nelle sue guance. Lui annuì, e si lecco le labbra. "Non ti preoccupare," parlò, i suoi occhi e la sua mente che viaggiavano verso il ragazzo dormiente, che aveva bisogno di tanto amore. "Resto."

SORPRESAAAAAAA

scars ❃ larry || italian translationWhere stories live. Discover now