[5]» Ciabatte volanti e dove trovarle «[5]

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3 POV

I tacchi, appena alti qualche centimetro, producevano un rumore secco contro il marmo bianco, che veniva ampliato all'interno del vasto e immenso corridoio.

La donna, che stava attraversando il corridoio, stava pensando che in qualsiasi momento avrebbe rischiato il rigurgito a causa del troppo sfarzo che la stava circondando. Strinse con forza l'elsa della spada che portava alla vita; sì, era deciso: il Paradiso era il posto che la donna preferiva meno in assoluto.

Il prezioso marmo bianco, infatti, era decorato con intarsi in oro o in puro argento che venivano ripresi dalla mobilia inutile che si trovava su ambo i lati dell'ampio androne.

Non c'erano dubbi che suo fratello Gavriel avesse preso i gusti eccentrici dalla madre... O meglio dall'ombra mortale della madre.

La donna si fermò e si spiò nello specchio che era posizionato a qualche porta di distanza dall'ufficio di suo fratello.

Mikael si trovò a fissare la forma del suo corpo, che ormai l'accompagnava da millenni: il corpo minuto, ma muscoloso, era avvolto in un paio di jeans e una camicia blu notte, nascosta da un maglione color cachi; il viso dai tratti decisi ma fini era avvolto da lunghi capelli bianchi, ereditati dal padre. Il tutto contribuiva a far risaltare l'unico dettaglio ereditato dalla madre, che condivideva con suo fratello Azrael: gli occhi neri pece, più profondi di un buco nero.

La donna era la più piccola dei quattro fratelli, anche se non c'era da farsi ingannare: era quella con un carattere più schietto e più incline ad un approccio violento, se la situazione lo richiedeva. Era anche l'unica dei quattro che riusciva a incanalare le proprie emozioni ed a utilizzarle a proprio favore, al contrario dei tre figli maggiori che non riuscivano più a pensare e perdevano pienamente il controllo dei propri poteri, quando provavano intense emozioni.

Loro madre diceva sempre che era dovuto al fatto che fosse l'unica donna dei quattro.

Eppure, anche se era una donna, Mikael era diventata l'angelo combattente e veniva sempre rappresentata con la sua fida spada... Anche se la rappresentavano sempre come un uomo... Non che la cosa le desse particolarmente fastidio.

La donna guardò il proprio naso contorcersi in un'espressione infastidita. Ma a chi lo dava a bere? Le dava un fastidio cane!

Sospirò, lasciando cadere le spalle e gettando la testa all'indietro.

«Ancora irritata per la storia che tutti rappresentano l'arcangelo Michele come un uomo?» Chiese una voce maschile alla sua sinistra.

Mikael guardò con la coda dell'occhio suo fratello maggiore. Gavriel era l'epiteto di angelo: alto, muscoloso, spalle larghe; i capelli erano bianchi come quelli della donna, gli occhi però rispecchiavano quelli bianchi di Helel. Era vestito in un completo scuro che emanava un'aura di autorità.

«È una questione di orgoglio femminile». Rispose secca lei e il fratello alzò le mani in segna di resa. Era il maggiore e anche il più furbo... A volte... «Pensavo fossi in ufficio», aggiunse poi lei rimettendosi dritta come uno stecco.

«Ci stavo andando giusto ora», si spiegò, con poche parole, l'uomo. «Tu, invece, perché sei qua?»

«Dobbiamo parlare di questioni serie».

Gavriel, che aveva sperato in un'altra risposta, dovette trattenere un sospiro. Sapeva benissimo perché la sorella era salita dalla porta del Purgatorio – cui doveva proteggere – fino alla cima del Paradiso.

«Lo immaginavo», disse invece, «vieni, andiamo nel mio ufficio». E fece segno di seguirlo mentre la sorpassava.

Le ultime due settimane erano state parecchio strane per i tre mondi ultraterreni e la Terra stessa. Non che gli umani potessero avvertire questo cambiamento, solo gli esseri importali, infatti percepivano cosa c'era che non andava: la maggior parte degli esseri immortali – cioè demoni, angeli e mietitori di anime – si erano dati alla bella vita, dimenticandosi dei loro ruoli.

Of Love, Death, and SarcasmWhere stories live. Discover now