[3]» Il lunedì mattina e le figure di cacca: una novella «[3]

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I lunedì mattina non sono mai stati il mio forte... O meglio la mattina non è proprio il mio momento preferito della giornata... Poi se è lunedì mattina è ancora peggio. E quel lunedì mattina era di certo uno dei più devastanti che avevo avuto da un po'.

Il week-end era stato stressante all'inverosimile e i miei nervi avevano quasi rischiato di rimanerci secchi un paio di volte.

Sospirai posizionandomi a stella sul letto. Quella mattina sarei arrivata tardi a lezione, decisi.

Non che mi sentissi in colpa: odiavo la materia delle prime ore, e avevo una mezza teoria che il nostro professore avesse un oscuro passato da rapper di strada, per quanto veloce riuscisse a parlare durante la lezione... Davvero! Se si cercava di prendere appunti alla fine delle due ore avevi un crampo alla mano per quanto avevi scritto!

Sospirai e mi portai le mani alla fronte, tirandomi in dietro i capelli, quando nel mio cervello ritornarono i nomi dei miei due nuovi coinquilini che ora dividevano la mia camera degli ospiti.

Una cosa di certo l'avevo imparata: gli angeli erano ancora più viziati di certi umani che conoscevo! Se da una parte c'era Azrael che cercava di abituarsi alle abitudini di noi umani – a quanto pare con il legame di sangue avevano ereditato cose come la necessità di cibo e sonno di noi umani, come io avevo ereditato alcuni loro poteri e una capacità di guarigione più veloce – dall'altra vi era Helel che mi odiava per il semplice fatto che l'avevo trasformato in un essere che lui riteneva inferiore.

Anche io lo avrei rinchiuso negli inferi una persona con quel carattere, pensai velenosa.

E se non l'avevate già capito cari lettori: il mio rapporto con Helel non era certo migliorato. Se non fosse che ero immune a ogni genere di attacco da parte dell'uomo dagli occhi bianchi ero certa che quest'ultimo mi avrebbe già spedito all'inferno più e più volte.

Sospirai una terza volta tornando a guardare il mio soffitto bianco. Dovevo smetterla di sospirare mi faceva sentire vecchia e burbera.

Mentre fissavo il soffitto e la mia mente si affollava con tutti i miei problemi mi resi conto che nella vita avevo già affrontato e superato molte cose – alcune che alla luce di fatti non erano cose così drammatiche mentre altre erano cose decisamente serie – e di certo imparare a convivere con un angelo scorbutico e uno bambinesco era di certo al di sotto di molte altre cose.

Sentii le sopracciglia muoversi in un'espressione decisa: non mi avrebbero di certo fermato due uomini, che erano apparsi all'improvviso nella mia quotidianità, dal vivere la mia vita come ne avevo voglia! Avrei dovuto cambiare qualche abitudine tipo smettere di girare in casa in solo intimo d'estate? Probabilmente sì, ma una cosa l'avevo imparata nella mia vita: non tutti i cambiamenti avvenivano per peggiorare le cose.

Un vecchio ricordo tornò limpido nella mente e una lacrima mi scese lungo la guancia.

Mi misi a sedere di scatto e mi asciugai con un gesto la parte umida del volto.

NO! Mi urlai mentalmente. Niente sarebbe stato come quella volta! Avevo imparato dai miei errori!

Chinai il capo e mi passai una mano tra i capelli, fermandomi a massaggiare la nuca. Dovevo piantarla di pensare a certi ricordi.

Con uno sforzo immenso uscii dal calore e la comodità del mio letto. Frugai nell'armadio per tirare fuori la mia tenuta di combattimento contro il genere umano... Okay... Forse dovevo smetterla di pensare anche questo.

Con il cambio d'abiti sotto braccio mi diressi in bagno per prepararmi alla giornata.

Il silenzio dell'appartamento indicava che gli altri due abitanti del posto erano ancora a letto.

Of Love, Death, and SarcasmWhere stories live. Discover now