7.Fiocchi di neve

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Ryan stava fissando il vassoio di cibo davanti a Daniel colmo di pietanze, che il suo migliore amico stava consumando tranquillamente. Facile per lui, si allenava tre ore al giorno.

"Sei sicuro di non volere nulla?", gli chiese Taylor, sfiorandogli il dorso della mano. Ryan annuì con convinzione.

"Te l'ho detto, mi fa male lo stomaco", ripeté per l'ennesima volta. La ragazza scambiò un'occhiata sospettosa con Daniel, che bevve un sorso d'acqua minerale dalla bottiglietta.

"Non pensi sia il caso di andare da un medico? E' da quasi una settimana che stai così", aggiunse sinceramente preoccupato. Ryan sospirò.

"Ci sono andato ieri e mi ha detto che in questo periodo è un'influenza frequente", mentì. In realtà non era andato da alcun medico, ma si rifiutava di mangiare qualsiasi cosa che non fosse stata cucinata da lui. A casa aveva iniziato a contare le calorie di ogni ingrediente che aggiungeva in un pasto, ed in pochi giorni era diventata quasi un'ossessione. Se l'avesse rivelato ai suoi amici, l'avrebbero preso per un folle, quindi aveva deciso di rifilare un'inutile scusa provvisoria, perché sapeva anche lui che non avrebbe potuto continuare il quel modo. In cinque giorni era dimagrito di due chili grazie alla scarsità di cibo che ingeriva. A colazione beveva una tazza di thé senza zuccheri poi mangiava direttamente all'ora di cena, che passava solitamente da solo a causa degli improbabili turni lavorativi della madre e di Graham. Al momento si sentiva incoraggiato da sé stesso, ma quando passava davanti allo specchio vedeva ancora un ragazzo diciassettenne troppo paffuto. Udiva sua nonna e sua zia incitarlo a mangiare abbondantemente, e il peso sullo stomaco diventava così ingente da costringerlo a sedersi a terra o sul letto, affaticato.

"Speriamo passi velocemente", decretò Daniel.

Ryan annuì poco convinto, abbassando lo sguardo sulla porzione di tavolo vuota davanti a lui.

Quando suonò la campanella che sancì la fine della pausa pranzo si alzò assieme ai suoi amici ed assieme tornarono nel corridoio.

"Che materia hai?", gli chiese Abigail prendendolo sottobraccio.

"Storia dell'arte, ma la professoressa è uscita prima per un problema con il figlio, me l'ha detto il vicepreside prima", la informò. La ragazza sbuffò, ripetendo quanto fosse ingiusta la sua vita, poi lo abbandonò stampandogli un bacio sulla guancia e dirigendosi assieme alla folla di studenti nella propria aula. Ryan invertì il verso di camminata e salì al piano superiore dell'edificio, entrando nell'aula d'arte. Anche se la professoressa mancava, era sicuro che qualcuno sarebbe arrivato a controllare che la classe passasse l'ora con tranquillità . Notò che la porta fosse già chiusa e gli sudarono le mani: non entrava mai tardi durante le lezioni. Si schiarì la gola e bussò un paio di volte, sistemandosi la felpa ben visibile sotto la giacca.

Quando fece il suo ingresso nell'aula si ritrovò davanti un ragazzo giovane con il sedere appoggiato al bordo della cattedra, intento a parlare con i pochi presenti che lo stavano ascoltando. Un paio di ragazze sedute all'ultima fila di destra si stavano mettendo il rossetto a vicenda, incuranti di ciò che le circondava.

"Mi scusi per il ritardo, professore", disse Ryan per convenienza, guardandosi attorno alla ricerca di un posto disponibile. L'unico era proprio al primo banco davanti alla cattedra e vicino a Maddy. Anche lei, che solitamente prendeva appunti su qualsiasi cosa dicessero i professori, stava scarabocchiando con distrazione sull'angolo di un foglio intonso.

Il giovane insegnate si voltò verso di lui e gli sorrise, invitandolo con un cenno della mano ad accomodarsi. Ryan eseguì frettolosamente il comando, adagiando il suo fondoschiena sulla sedia.

"Come stavo dicendo ai tuoi compagni...", esordì, guardandolo negli occhi. Il diciassettenne notò che fossero grigi. "...la vostra scuola mi ha assunto per tenere un corso pomeridiano di musica in quest'edificio, specificatamente di chitarra classica", spiegò. Ryan si fece più attento, senza distogliere lo sguardo. Era forse l'unico dei presenti ad ascoltarlo. "Il corso sarà gratuito, in quanto è compreso nella retta che pagate ad inizio anno, e se volete usufruirne vi basterà rivolgere a me per qualsiasi informazione". Guardò da una parte all'altra dell'aula. "Chi è interessato all'iniziativa?", domandò.

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