9.

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Marinette chissà dopo quanto tempo si risvegliò, e, con sua grande sorpresa, si ritrovò nel suo letto.
Drizzò la schiena, in modo da poter stare seduta, e si guardò intorno un po' intontita. Ma come c'era finita lì? L'ultima cosa che ricordava.... la verità la colpì come uno schiaffo. L'ultima cosa che si ricordava era di essersi addormentata tra le braccia di Chat Noir.
Scese dal letto e accennò qualche passo in avanti, barcollando. Per poco non cadde a terra, ma qualcosa di molto veloce e di nero la trascinò nuovamente nel letto.
"Ohi, ohi, stai attenta! Sei ancora molto debole!"
"Sei ancora qui!" Esclamò la ragazza, sorprendendosi da sola per la reazione avventata. L'eroe, da parte sua, non parve esserne troppo dispiaciuto. Anzi, sorrise, intenerito.
"Certo che sono rimasto" rispose con una nota di spavalderia della voce "Non potevo mica lasciarti qui da sola, se no saresti di sicuro scappata nuovamente fuori nella tempesta!"
Marinette si ricordò improvvisamente della tormenta che aveva colpito la città il giorno precedente, e istintivamente si voltò verso la finestra, dove per poco non la accecò un raggio di sole.
"Hai per caso sconfitto qualche sottospecie di supercattivo?"
"In realtà no" Chat assunse un'aria pensierosa e allo stesso tempo preoccupata "La tormenta era di sicuro opera di Papillon, ma se n'è andata come è arrivata, senza preavviso. Non ho idea di cosa frulli per la testa del nostro nemico, non so più cosa pensare dopo i combattimenti con questi nuovi super-cattivi, che ogni volta sono sempre più potenti" Chat chinò il capo, giù di morale, ma soprattutto stanco, forse per il peso che ogni giorno portava sulle spalle, e la ragazza capì che non era l'unica a soffrire, che anche il suo collega era un essere umano e che doveva essere esausto, proprio come lei: perciò mandò al diavolo tutte le sue debolezze e con un balzo lo raggiunse e lo abbracciò "Se hai bisogno io ci sono. Tu mi hai salvata"
Il gatto ricambiò l'abbraccio, stupito, ma allo stesso tempo felice, di avere finalmente qualcuno al suo fianco.
Poi la allontanò, con gentilezza:
"Grazie, davvero, io..."
"MARINETTEEE" la voce di Alya risuonò dal piano sottostante.
"Forse è meglio che mi volatilizzi, prima che qualcuno mi veda"
La ragazza si sentì invadere da un'ondata di sconforto.
Quando Chat stava per andarsene dalla finestra, lo afferrò per la mano: "Torna, ti prego"
Chat sorrise: "E come potrei lasciarti qui da sola, indifesa come un piccolo cucciolo impaurito" scoppiò in una fragorosa risata, e poi, saltando al di fuori della finestra, scomparve tra i palazzi di Parigi.
Marinette lanciò uno sguardo corrucciato all'orizzonte: lei non era un cucciolo impaurito, dopotutto era lei la famosa e fortissima LadyBug.
Nonostante ciò si sentiva stranamente lusingata di essere protetta dall'affascinante Chat Noir. La ragazza scosse immediatamente la testa, confusa e irritata al tempo stesso dai suoi pensieri: come poteva anche solo essere attratta da Chat Noir, quando lui stesso aveva ferito i suoi sentimenti con tanta insensibilità.
Sbuffò ancora più confusa, quando Alya, infuriata come non mai, irruppe nella sua stanza rovesciandole addosso ogni tipo di insulto esistente sul pianeta.
"SEI COMPLETAMENTE IMPAZZITA?" strillò come una forsennata "SONO STATA TUTTA LA NOTTE IN PENSIERO, E POI TROVO QUELLO STRANO BIGLIETTO CHE MI HAI INVIATO, DICENDOMI DI VENIRE NELLA TUA STANZA. SALGO E TI TROVO QUI BELLA BELLA CHE GUARDI FUORI DALLA FINESTRA COME SE NULLA FOSSE. HAI SOLO LA MINIMA IDEA DELL'ANSIA CHE HO PROVATO? I TUOI GENITORI PER POCO NON SONO MORTI D'INFARTO"
"Alya, calmati"
L'amica tirò un sospiro, cercando di far sbollire la rabbia.
"Come cavolo sei tornata qui?" Chiese con un tono straordinariamente calmo.
"Mi ha salvata Chat Noir"
"DAVVERO? DEVI RACCONTARMI TUTTO!" l'arrabbiatura di Alya sembrava fosse completamente scemata, lasciando invece spazio alla curiosità.
"Bhe, in realtà mi ricordo solo che mi ha salvata dalla tempesta, e poi sta mattina mi sono risvegliata qua... niente di che"
L'amica sembrò delusa, ma non si arrese: "Ti ha raccontato qualcosa di LadyBug?"
Marinette scosse la testa: "No, niente"
"Ah" Alya sospirò, abbattuta. Poi si riprese, sorridendo "Va beh, l'importante è che tu stia bene no?"
La mora annuì, lanciando una rapida occhiata alla finestra e sperando che Chat Noir potesse apparire all'improvviso alla finestra. "Credo di star impazzendo" sentenziò ad alta voce, senza volerlo.
"Come mai?" Domandò Alya, incuriosita.
"No, niente" Marinette non se la sentiva ancora di raccontare tutto all'amica. Non sapeva più cosa pensare, e soprattuto non riusciva più a controllare i suoi pensieri: lei amava il bellissimo Adrien, sempre gentile con lei, che ormai conosceva da un sacco, ma qualcosa era cambiato, quel giorno: una parte molto remota di lei si sentiva leggermente attratta dallo Chat Noir, che conosceva solo come 'collega di lavoro' ma che in realtà era del tutto diverso da quello che pensava: dolce, premuroso e apprensivo. Nel giro di un solo giorno quello stupido gatto era riuscito a scombussolarla e ad ammaliarla allo stesso tempo. Non sapeva come si sarebbe comportata con lui: era ancora ferita dal suo comportamento insensibile ma, allo stesso tempo era grata per averle salvato la vita.
Scosse nuovamente il capo: no, non poteva essere attratta da Chat. Come poteva averlo perdonato in così poco tempo per la sua insensibilità? Lei amava Adrien punto e basta. Lanciò un'altra occhiata alla finestra, e si pentì di aver chiesto all'eroe di tornare: non voleva dargli false illusioni.
"Uhm, comunque ho una bella notizia. Oggi non la scuola rimane chiusa!"
Marinette sospirò sollevata, annuendo: "Ti dispiace se scendo un attimo? Solo per tranquillizzare i miei genitori"
Alya assentì, scuotendo il capo, e Marinette scese le scale, diretta in cucina, dove trovò il padre e la madre seduti al tavolo, con occhiaie marcate che spiccavano nei loro volti.
"Marinette!" Esclamò Sabine, correndole incontro e avvolgendola con le sue minute braccia.
Anche il padre si avvicinò, sollevato: "Non sai quanto siamo stati in pensiero"
"Sentite, scusatemi se in questi giorni vi sto facendo impazzire. Sono stanca e molto probabilmente il mio cervello non funziona bene come dovrebbe"
"Marinette, qui non c'entra questo" mormorò la madre, indicandosi la testa "Ma il cuore"
"Qualunque cosa ti stia succedendo" continuò il padre "Sappi che noi siamo qui e che puoi dirci tutto. Ma non provare mai più a fare una cosa del genere. Un conto è scappare dalla scuola, un'altra cosa è scappare di casa durante una tormenta"
Marinette sorrise e annuì, con le lacrime agli occhi: "Grazie" strinse la madre, con la quale si stava ancora abbracciando, e poco dopo si allontanò: "Ora torno un attimo su da Alya"
I genitori sorrisero, osservando la figlia correre sulle scale e scomparire dietro alla botola.

Till the end of the time - Miraculous   {In Revisione}Donde viven las historias. Descúbrelo ahora