28.

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La serata sembrava procedere tranquilla nonostante le continue occhiate indiscrete.
Non le erano sfuggiti gli altrettanti innumerevoli sussurri poco carini sul suo conto, ma stava tentanto con tutte le sue forze di non lasciarsi condizionare.
Il momento peggiore fu senza dubbio la cena, i continui sguardi sprezzanti da parte della madre di Logan per non parlare delle freccatine dal canto di suo padre.
Altri commenti avevano raggiunto il suo udito con così tanta naturalezza che si chiese se si fossero accorti della sua presenza lì,capace abbastanza da ascoltare ogni parola.
La mano del ragazzo, per quanto gli fosse possibile, spesso incontrava la sua in carezze gentili lungo il dorso, quasi a volerla rassicurare, a farle capire di non dare ascolto a nessuno.
Per quanto ci provasse,però, voleva tanto dirgli di non essere così semplice come credeva.
A far male facevano male.
Indubbiamente si sentiva colpita, ferita.

«Vieni, facciamo un giro.» le sussurrò all'orecchio,cogliendola di sorpresa.

Così come Logan le aveva proposto, Avery si era alzata seguendolo al suo fianco, le mani lungo i fianchi.

«Benvenuta nel mio mondo.» sorrise divertito,sospirando subito dopo, le mani in tasca.

Si erano allontanati di poco, appena fuori la stanza, sulle scale che davano al piano superiore.

«Dev'essere snervante.» cercò di comprenderlo.

«Non immagini quanto.» si portò i capelli indietro con un gesto veloce.

«Stone.» qualcun'altro parlò e la ragazza si voltò a guardare dietro le sue spalle.

«Tom.» replicò il ragazzo, per niente contento di vederlo.

Un'uomo più o meno della stessa età del padre era lì fermo sulla soglia, le mani impegnate mentre stringeva un calice di vino.

«Avrei necessità di parlarti un secondo, se la signorina qui presente me lo permette.» sorrise fintamente.

«Resta.» Logan si affrettò a prenderle il polso,notando i piedi della ragazza indietreggiare verso un punto più lontano. «Arrivo subito.» l'avvertì in tono gentile.

Due secondi dopo entrambi erano scomparsi nuovamente dentro la stanza e lei era rimasta lì da sola, visibilmente preoccupata.
Sperava ci avesse impiegato poco come aveva promesso.
Il rumore di alcuni passi attirò la sua attenzione, facendo scattare i suoi occhi davanti a sè.
La stessa ragazza.
Quella bionda e mozzafiato.
Si era fermata esattamente a pochi passi da lei, un sorriso per niente rassicurante e le braccia conserte.
Aveva l'impressione che qualcosa sarebbe andato storto ben presto.

«E così Logan ti ha invitata alla cena.» parlò,il tono tagliente. «Davvero strano. Non mi aspettavo avesse così poco buon gusto.»

E non si era sbagliata.
Ci sarebbe andata giù pesante, lo aveva già constatato.
Avery si chiedeva soltanto se sarebbe riuscita a reggere i colpi.

«Scommetto che quel vestito te l'ha regalato lui.» continuò imperterrita. «Poveraccia.» rise di gusto.

Basso.
Quello era stato un colpo basso.
Non era sicura di riuscirne a reggere altri, a quel punto.

«Ti ha portata qui soltanto per indispettire i suoi, fra due giorni nemmeno si ricorderà più di te.» bevve un sorso di Champagne dal suo bicchiere e spostò una ciocca bionda dietro l'orecchio, fiera delle sue parole. «Non sei nemmeno all'altezza di uno come lui, merita qualcuno di spessore maggiore.»

«Io. .» tentò di difendersi Avery, ormai destabilizzata totalmente.

«Non mi importa di quello che pensi.» si avvicinò aggressivamente troppo. «Voglio solo avvisarti di stargli alla larga,sciattona!» concluse malignamente.

«Avery.» Logan fece capo nel piccolo spazio e si fermò appena,notando la sua compagnìa.

Non aveva bisogno di spiegazioni per capire quello che era successo.
Gli occhi di Avery parlavano senza dover dare spazio alla voce.
Taylor le aveva detto sicuramente qualcosa e non doveva essere nulla di buono.
Non avrebbe dovuto lasciarla da sola, continuava a rimproverarsi.
Al contrario, il sorriso falso della ragazza al suo fianco non dava spazio a malintesi, come se nulla fosse mai avvenuto tra quelle pareti, nessuna parola cattiva avesse lasciato la sua lingua tagliente.

«Logan, stavo giusto chiacchierando con la tua nuova amica.»

«Vedo.» rispose brusco.

«Mio padre ti ha di nuovo fatto arrabbiare?» domandò, come se non sapesse.

«Eccoti, ti stavo cercando cara.» lo stesso uomo di poco prima ritornò, sorridendo a quella che Avery comprese fosse sua figlia. «Tua madre ha bisogno di te.» continuò.

Con un veloce cenno, la ragazza si allontanò raggiungendo il salotto e l'aria divenne meno tesa per Avery.
Tutto ciò che voleva era scappare via.

«Sai, ora però sono curioso.» sorrise divertito Tom, socchiudendo gli occhi. «Dov'è che hai conosciuto questa. .ragazzina?» continuò dopo una breve pausa servitagli ad evitare un qualsiasi altro termine meno opportuno.

Logan serrò la mascella e inspirò pesantemente, atteggiamento che non passò inosservato alla ragazza al suo fianco.

«Non sono affati tuoi, Tom.»

«Aspetta. .lavora in quello squallido posto con te?» rise fragorosamente. «Dovresti aspirare più in alto.» provocò.

L'aveva capito, aveva capito che quell'uomo stesse cercando in tutti i modi di stuzzicarlo, di provocare una qualsiasi altra reazione usando lei come punto più debole.
Solo, Avery si sentiva stanca.
Non era più in grado di sopportare altro.

«Ah si?» stavolta sorrise divertito il ragazzo. «E intanto come me lo spieghi il fatto che non riesci a staccare gli occhi dal suo corpo?» sganciò la bomba.

La ragazza si irrigidì a quelle parole e spalancò gli occhi, impreparata a quel cambio di posizione.
Non sapeva se sentirsi a disagio a quella rivelazione o sorpresa dal fatto che Logan sembrava la stesse difendendo, rivendicando in un certo senso tutti gli incassi che aveva dovuto ingoiare.

«Non sai quel che dici.» tornò serio l'uomo.

«Stai dicendo che non è così?» rise ancora più forte, l'irritazione che cresceva. «Tutti così finti. .ho dovuto ascoltare tante di quelle cazzate, eppure nessuno, nessuno in quella fottuta stanza riusciva a staccargli gli occhi di dosso.» sbottò in preda alla rabbia.

Quella visione stupì incredibilmente Avery, ora completamente incredula a ciò che le si stava presentando dinanzi.
Logan era furioso e stava cercando di proteggerla, stava andando contro le raccomandazioni che lui stesso le aveva dato, rischiando persino di attirare l'attenzione degli altri presenti e l'ira della sua famiglia.
Lo stava facendo per lei.
Ed era la prima volta che l'aveva visto in quel modo, sotto una luce diversa dal solito ragazzo gentile e sorridente.

Un Logan arrabbiato e piuttosto provocatore.
Il cuore le batteva forte.

«Ora, se permetti ho di meglio da fare.» concluse, tirando Avery vicino a sè e allontanandosi lontano da tutti, lontano dalle critiche e dalle insinuazioni, lontano da tutta quella merda.

L'aria fresca colpì i loro visi non appena furono fuori e un leggero sussulto lasciò il corpo della ragazza al suo fianco a causa del freddo.
Aveva le spalle totalmente scoperte al contrario suo e velocemente si levò la giacca,coprendola dolcemente.
Un piccolo sorriso apparve sulle labbra di Avery e ringraziò per il gesto carino.
Quella serata era diventata completamente ricca di imprevisti e colpi di scena.
Avrebbero potuto girarci un film su quell'unica cena.

Con una mano sulla sua schiena, Logan le indicò un punto poco più lontano.
Un' altalena regnava sola in un angolo del giardino e niente gli sembrò più allettante di un momento passato in totale libertà, nel silenzio della notte.

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