27.

11 1 0
                                    

Era pur sempre un ragazzo.

Con così tanti abiti decisamente più coprenti, Logan aveva avuto la brillante idea di sceglierne uno completamente scoperto in entrambi i lati del seno fino a scendere sui fianchi, diversi fili intrecciati per tenerlo stretto al corpo.
Come se non fosse finita lì, era completamente aderente e lasciava poco all'immaginazione.
Se si voltava di lato nello specchio, riusciva perfettamente a vedere le curve del suo seno sbordare.
Maledettamente spinto.
E lei non era mai stata quel genere di ragazza che mostava anche un solo briciolo di pelle.

Gli occhi di sua madre erano incantati su di lei e continuava a ripeterle quanto le stesse bene.
Ovviamente non aveva di certo evitato di chiederle chi fosse il mittente, lo stesso ragazzo con cui minuti prima avevo riattacato al cellulare e di quale cena dovesse far parte con un abito simile.

«E' solo un amico,mamma.» continuò a ripeterle per l'ennesima volta,mentre finiva di piastrare l'ultima ciocca di capelli.

«Un amico che ti fa regali del genere?» si imbronciò, incrociando le braccia al petto.

«Non me l'aspettavo neppure io, davvero.» le prestò attenzione, guardandola agitata. «Mi ha soltanto chiesto un favore e ho accettato, ma se avessi saputo che. .»

«Ti piace, non è così?» la interruppe,sorridendo. «Non riesci a startene ferma e ti tremano le mani. Sei agitata.» osservò.

Avery rimase stupita e colta alla sprovvista sospirò torturandosi le mani.

«Si.» ammise.

«E' quel certo Logan di cui trovo innumerevoli lettere gettate nel cestino?» la prese in giro.

Del tutto sconvolta Avery schiuse le labbra e la fissò sbigottita.

«Hai letto le mie lettere!» l'ammonì severa.

«Il tuo cestino era sempre così pieno di cartacce che non sono riuscita a resistere.» rise la madre.

«Sei un'impicciona.» borbottò.

* * *

Un'quarto d'ora dopo un'auto scura aveva preso a suonare fuori casa della ragazza e non appena un messaggio le lampeggiò sul cellulare, Logan l'aveva avvertita si trattasse dell'autista di famiglia in quanto lui era costretto a non muoversi per non isospettire.
Esattamente cinque minuti dopo, il suo corpo era di nuovo fuori a quel grande portone.

< Sono qui fuori, solo che mi sembra di violare una proprietà che chiaramente non ammette persone come me.>  riuscì a inviargli, non riuscendo a muoversi di un solo passo.

Sembrava essersi pietrificata.
Due minuti dopo, un'alta figura in lontananza si fece largo avvicinandosi e quasi fu tentata di scappare per la paura che non si trattasse di Logan.
Quando qualche ricciolo ribelle catturò la sua attenzione e un paio di occhi verdi incontrarono i suoi, Avery sì sentì sollevata e rilassò i muscoli tesi.
Poi però,non riuscì a non fissare le sue lunghe gambe avvolte in un tessuto nero di marca e una camicia bianca accuratamente sistemata al suo interno.

La giacca abbinata gli cadeva lungo i fianchi e solo poco dopo si rese conto che i primi due bottoni della sua camicia li aveva lasciati aperti,conferendogli un'aria estremamente sexy.
Si sorprese della sua stessa affermazione.
Probabilmente capendo di essersi soffermata troppo a fissarlo, riportò lo sguardo nel suo e sorrise imbarazzata.
Al contrario, lui non poteva ancora scrutare la bellezza di quel vestito sul suo corpo a causa del cappotto che la ragazza aveva indossato per rifugiarsi dal freddo.

«Non scrivermi più messaggi del genere.» parlò finalmente,indicando il cellulare nella sua mano sinistra. «Ti ho invitata io e quindi non violi proprio nulla e ancora, non sei diversa da tutti gli altri in quella stanza.» Le afferrò il polso e la tirò vicino, accompagnandola all'ingresso.

Sotto il suo sguardo sorpreso, Logan le sfilò il cappotto dalle spalle e lo sistemò sull'appendiabiti lì vicino.
Quando si voltò a guardarla non nascose il suo vagare sul corpo della ragazza, perfettamente fasciato nell'abito che le aveva regalo.
Si morse il labbro decisamente gradendo quella vista e si complimentò da solo per aver centrato la scelta giusta.
Le calzava a pennello.
I suoi occhi cercarono nuovamente il contatto precedente e non appena Avery lo permise, notò il rossore abbastanza evidente sulle sue guance.
L'aveva messa in imbarazzo.
Si schiarì la voce immediatamente e voltò il capo nella direzione opposta, non era riuscito a farne a meno.

Le sembrava così bella.

«Sei pronta?» le chiese.

In risposta lei annuì soltanto, aveva il timore che se avesse parlato lui avrebbe capito che non era la verità.
Non si sarebbe mai sentita pronta, ma doveva affrontare quella situazione in ogni caso.
Gli occhi di tutti si erano improvvisamente puntati sui due ragazzi e lo stupore che aleggiava nell'intera stanza non potè passare inosservato.
Era quella la conseguenza per un figlio che non rispettava le regole e portava una ragazza qualunque ad una cena importante come quella.
Ma esattamente quella era casa sua e poteva portarci chi gli pareva.
Lo sguardo infuriato di suo padre non mancò e se solo gli occhi avessero potuto uccidere, quell'uomo lo avrebbe già fatto fuori.
Sua madre invece aveva portato una mano sulla tempia, massaggiandola lentamente e un lungo sospiro uscì dalle sue labbra.

«Non lasciarti condizionare e mostrati serena.» la rassicurò il ragazzo,continuando ad avanzare tra gli sguardi indagatori.

Avery annuì e si guardò attorno.
Lusso era l'unica parola che le veniva in mente.
Quel salotto era un labirinto di mobili costosi e specchi, marmi e lampadari in vetro.
Lunghe tende dorate scendevano ai lati delle finestre e un lungo tavolo stracolmo di pietanze e bevande varie regnava in un punto preciso,ricco di candelabri e posate in argento.
Tutto quello era troppo.
Sembrava di essersi catapultata in una favola dove palesemente lei non era quella fortunata, non la principessa.
Poi catturò uno sguardo e sussultò appena, focalizzando il volto della ragazza di quel pomeriggio.

Aveva un abito diverso, ora lungo e meno coperto, persino meno del suo.
Era di colore rosso e presentava un enorme spacco al lato destro della gamba, rivelandola interamente scoperta.
Nessun dettaglio a tenerle su il vestito, le spalle libere e i capelli raccolti.
Aveva le labbra rosso fuoco e gli orecchini che indossava sembravano costare il doppio di quella villa.
Spostò subito lo sguardo davanti a sè, nervosa e finse di non essere turbata affatto da quella ragazza.
Dall'intero contesto.
Ma la verità era che per quanto provasse a convincersene, l'espressione glaciale della bionda alla sua destra le aveva fatto comprendere di non essere gradita, di essere un ostacolo forse al ragazzo che le era accanto.

Se solo fosse stata più sicura di se stessa avrebbe aproffittato della situazione e le avrebbe fatto mangiare lo stomaco dall'invidia di non essere lei quella accanto a Logan, ma non era così e non era nemmeno coraggiosa abbastanza da provarci.
Per altro, non si sentiva nemmeno abbastanza bella per poter reggere quel confronto.

«Vuoi bere qualcosa?» il ragazzo le coprì la visuale dopo essersi fermati in un angolo del salotto.

«Okay.» rispose soltanto lei, fissando i loro occhi.

Con un gesto rapido Logan chiamò un ragazzo ben vestito che si avvicino con un vassoio di Champagne e ne prese due, porgendole il primo.

«Grazie.»

«Hai le mani gelide.» constatò. «Sei nervosa?»

Con aria sorpresa la ragazza abbassò lo sguardo e strinse le labbra in una linea sottile.
Non aveva bisogno di risposte.

«Hei.» Logan richiamò la sua attenzione. «Non ti lascerò sola nemmeno per un secondo, sta tranquilla.»

Leggermente rassicurata, Avery sorrise gentile prima di prendere un sorso di Champagne dal suo bicchiere,gli occhi sempre puntati su di lui.

Per arrivare a te.Where stories live. Discover now