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          《 17 Gennaio 2004 》

Quel giorno Avery era arrivata con un pó di ritardo a lavoro, afferrando in fretta il piccolo grembiule e legandolo alla vita.
Tiró via dal polso l'elastico per i capelli e li legó in una coda abbastanza ordinata, rivelando quello che era il suo bel visino tondo.
Tiró un gran sospiro prima di iniziare.
Lo studio le aveva portava via un sacco di tempo e non si era accorta dell'orario, ritrovandosi poi a correre giù per le scale come un uragano.

«Mi spiace per il ritardo,non mi sono resa conto del tempo.» si scusó con Robin,il propretario del piccolo bar dove era riuscita ad inserirsi pochi mesi prima.

«Tranquilla cara, sono abbastanza sicuro che la tua motivazione sia più che valida.» le rispose l'uomo,sorridendole.

Robin era un uomo sulla sessantina, sempre allegro e con gli occhi ridenti,sapeva essere la persona più buona e giusta del mondo ma al contempo,anche severa e diligente.
Avery adorava la sua compagnìa, in lui rivedeva gli stessi attegiamenti del padre,quel padre che ormai viveva soltanto nel suo cuore.

« Scommetto che stavi studiando per il test della settimana prossima.» le si avvicinó ridendo Allison, un'altra dipendente del locale, affiancandola al bancone.
La ragazza sorrise e annuì, ma la sua espressione mutó all' arrivo di un ragazzo alto,dagli occhi verdi.
Quest'ultimo afferro' le bevande precedentemente preparate sul bancone e ritornó ai tavoli frettolosamente, senza neppure rivolgerle uno sguardo.

« Certo che Logan si da proprio da fare.» Allison commentó,scrutando il ragazzo prendere le ordinazioni al tavolo 5.

Ebbene si, Logan, lo stesso ragazzo al quale Avery dedicava tutte le sue lettere, lavorava esattamente in quella stessa stanza.
Era stato lì che mesi prima l'aveva incontrato e da allora tutto il suo mondo era completamente cambiato, non era più riuscita a levarselo dalla testa,malgrado ci avesse provato.

Dopo essersi data la conferma che lo stesso ragazzo non potesse raggiungerla per il troppo da farsi, senza insospettire nessuno,piano e come di consueto si recó nello stanzino che condividevano tutti gli impiegati per poter sistemare i propri averi e velocemente estrasse un foglio ripiegato per bene dalla borsa,infilandolo nel solito armadietto e ritornando nella sala, pronta per un nuovo giorno di lavoro.

E sono ancora io, la stessa che non trova il coraggio di venirtele a dire queste mie parole, la stessa ragazza troppo timida per riuscire davvero a  farlo.
Forse,tutto questo non cambiera' mai.
E sarà stata soltanto colpa mia, lo so, se ti guarderó sorridere a colei che diversamente da me, non avrà avuto paura di mostrarsi, di dedicarti ogni attimo della sua vita, di proteggerti e renderti felice.
E sarà così giusta, Logan, così bella accanto a te da recare invidia alle stesse stelle, e non è semplice reggere il confronto.
Nemmeno sono all'altezza io, di tutte quelle belle ragazze che vengono a trovarti quasi ogni giorno al bar, mentre restano a fissare ogni parte di te nello stesso modo con cui lo faccio anche io.
Solo,tu nemmeno te ne accorgi.
Non sono bella e nemmeno coraggiosa.
Ed è esattamente per questo motivo che mi ritrovo qui, con questo stupido pezzo di carta rovinato e una penna tra le dita, a scriverti un'altra stupida lettera e ad immaginare come sarebbe stato se le cose non fossero andate esattamente in questo modo.
Se non avessi avuto paura.


Con amore, A.

Per arrivare a te.Where stories live. Discover now