Beh, gli do ragione, gli do tanta di quella ragione che se lo avessi qui davanti a me in questo istante lo minaccerei con una mazza da baseball.

E ha ragione, miei cari, per il fatto che sono passate circa due settimane dal mini concerto di Giordana e quindi dal momento in cui ho promesso a me stessa che non gli avrei più dato spago, usando l'indifferenza più totale, e le cose stavano andando bene, davvero bene: lui mi stuzzicava? Io rimanevo in silenzio e abbassavo lo sguardo; mi veniva incontro? Io cambiavo strada; mi chiudevo in camera se lo sentivo suonare e roba così. Pensate che negli ultimi due weekend ero riuscita persino ad evitare di andare a fare la spesa insieme a lui perché alcuni clienti del nonno si erano prodigati di ringraziarlo ,per lo splendido vino che lui ogni tanto ha donato loro gratuitamente, con carne e cesti di frutta, pasta e verdura. Per non parlare di Eva che mi ha aiutato (ovviamente senza esserne cosciente) tenendolo lontano dalla mia vista per quasi tutte le sera, in cui con ogni scusa possibile e immaginabile, è venuta a casa per ascoltarlo suonare la chitarra e per stargli attaccata come una cozza alla scoglio. Nel frattempo io ho avuto anche modo di uscire con Zeno e di vedere in lui ancora più qualità.

La fortuna sembrava essere in mio favore, in poche parole.

Poi... BOOM! È scoppiata la bomba e si è presentato in tutta la sua bellezza quel "qualcosa" che non avevo considerato: rullo di tamburi... il nonno e Pietro. Loro due, infatti, hanno deciso di fare un gita durante il weekend e di lasciare me e lo zuccone soli in casa.

Io e lui soli in casa.

Soli. In. Casa.

Il tutto ci è stato riferito poco fa, quando era ancora pomeriggio.

Il nonno ci ha detto che domani e dopodomani, ovvero sabato e domenica, il cielo sarà grigio e pioverà in maniera ininterrotta, onde per cui lui e il suo amico, non potendo lavorare per via dell'acqua piovana che rovina gli acini d'uva, hanno deciso di usare queste due giornate libere per fare una mini vacanza all'insegna di pesce grigliato, che personalmente pescheranno, e di vino, in una casetta che hanno già affittato nei pressi di Rimini (dove non pioverà).

Guardando dalla finestra ho notato uno splendido cielo azzurro, un sole caldo e persino degli usignoli cantare, tant'è che ho pensato che fosse tutto uno scherzo, ma il nonno mi ha assicurato che non devo badare alle apparenze perché oggi non è domani e che è sicuro al cento per cento che domani ci sarà un bell'acquazzone. Il tutto è stato detto con un savoir- faire da santone indiano, che non ho potuto fare altro che ammutolirmi.

Sul perché ne fosse così sicuro, non saprei dirlo.

Ovviamente ha precisato che la gita sarà una cosa tra amici e che lascerà a me e il tipaccio la casa perché siamo grandi, responsabili e ci annoieremmo a stare con due vecchiacci come loro, per citarlo. Ha aggiunto che sarebbero partiti in serata e che sarebbe stato nostro compito prepararci i pasti e fare la spesa.

Ho insisto nel dirgli che avrei preferito passare le prossime due giornate con loro e  che sono io l'unica responsabile tra me e Giordana, ma mi ha ignorato chiudendosi nella sua camera per finire di preparare il suo zaino che in mattinata- ecco perché era trafelato-aveva solo iniziato a riempire.

E adesso eccomi qui, buttata sul mio letto, con una strana sensazione all'altezza dello stomaco e gli occhi fissi e sgranati verso il soffitto a pensare a cosa possa aver fatto di male per meritarmi questa congiura.

So che il mio piano "sii indifferente e fai finta che non esista" può comunque andare avanti, ma le cose si fanno più complicate adesso, molto più complicate.

-Monica puoi scendere in salotto?- sento il nonno urlare.

Sospirando mi alzo dal mio letto e inizio a scendere i gradini delle scale con molta lentezza.

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