EIGHT

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Capitolo 8

* LIAM *

Sbuffai passandomi una mano tra i capelli, ero nervoso, ero stanco di parlare, ero stanco di muovermi, ero stanco di respirare...Ma soprattutto: Ero stanco di vivere.

Perché? Perché sei stanco di vivere, Liam?

Perché lei se n'è andata, mi ha lasciato.

Lei non l'avrebbe mai fatto, lei ti amava...Lei ti ama ancora.

No, lei è lontana, lei non esiste più...Lei è morta per me, è solo un ricordo.

Forse è morta, forse è davvero solo un ricordo, Liam.

No, lei non è morta...Lei è ancora viva, ma rimane ugualmente un ricordo.

Perché?

Perché è troppo tempo che non sento la sua voce, è troppo tempo che non tocco la sua pelle...

Un mese, Liam...Un mese.

Esatto, un mese da quando ho smesso di vivere.

No Liam, tu non sei morto...Sei ancora vivo, e forse anche lei lo è.

Come posso esserne certo?

Non puoi, non finché non la rivedrai.

Lei non torna, non può farlo.

E allora vai tu da lei.

Sgranai gli occhi a quel pensiero, il pensiero di rivederla, di poterla sentire parlare, di poterla stringere a me...La voglia di vederla era troppa, come era troppa la paura di scoprire che fosse morta, che avesse cessato di respirare...Tutto per colpa mia, perché si, mi sentivo in colpa, ma infondo era sempre colpa mia...Sempre.

Ma lei non è morta, Liam.

Non posso saperlo, non con certezza...Non finché non la rivedrò.

E allora fai in modo che accada, fai in modo di essere portato in quel posto.

Un sorriso amaro si formò sulle mie labbra, amarezza nel pensare di andarmene, amarezza per dover abbandonare mia madre, amarezza per quello che volevo fare...Ma dovevo farlo, l'avrei fatto per lei, l'avrei fatto per me stesso.

Resisti amore, sto arrivando.

* ALEXIS *

Un altro schiaffo in pieno volto, altro dolore...Dolore che però non mi fece più urlare, dolore che non bruciò, o forse si...Forse bruciava, forse ognuno di quegli schiaffi e pugni bruciavano, eppure io non sentivo niente, nessun dolore, nessun bruciore: Niente.

Perché non sento niente?

Perché ti sei abituata a provare dolore, Alexis.

No...Non potrei mai farlo, non potrei mai abituarmi al dolore, mai.

E allora perché non stai urlando? Perché non reagisci?

Perché non sento niente, non più.

Ti sei abituata, ti sei abbandonata alla sofferenza.

- Reagisci, alzati, Hill...Non ho tempo da perdere con te.- Disse il moro con disprezzo continuando a tirarmi calci e schiaffi, rimasi impassibile ad ogni parola pronunciata dal ragazzo, parole orribili, offensive, forse troppo...Parole che però non ascoltai, parole ignorate, parole represse, parole vuote per me.

Non mi ferisci, nemmeno con le parole.

- Urla, cazzo...Piangi, reagisci.- Urlò esasperato continuando a tirarmi calci ovunque, ma non reagii nemmeno quella volta, io non ascoltavo...Io non sentivo niente. - Sei solo una puttana, ecco cosa sei.- Quelle parole mi entrarono nella testa e mi lacerarono l'anima...Parole piene di ricordi, di odio, di disprezzo...Le stesse parole che mi portarono ad odiare mio padre, e poi anche mia madre.

Boot Camp.(A Harry Styles FF)Where stories live. Discover now