ONE

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Capitolo 1

Il rumore fastidioso delle urla di mia madre mi svegliarono bruscamente - Alexis Hill, se non ti alzi entro cinque secondi, giuro che non uscirai da questa camera per il resto della tua insulsa vita.- Urlò istericamente continuando a battere i pugni contro la porta di legno chiusa, come sempre, a chiave. Sbuffai e mi sollevai col busto tirando una ciabatta contro la porta - Sono sveglia.- Urlai a mia volta, il rumore dei pugni cessò mentre sentivo dei passi che si allontanavano dalla stanza, sospirai e mi poggiai con la testa contro lo schienale del letto da cui non mi sarei mai voluta alzare, la testa girava leggermente ma non ci feci molto caso, ero abituata a quella sensazione ormai...Con non so quali forze, mi alzai dal letto e andai in bagno, guardai il mio riflesso allo specchio e non mi sorpresi affatto di vedere il mascara colato sulle guance e gli occhi contornati da grandi occhiaie, ormai mi ero abituata anche a quello, mi sciacquai distrattamente la faccia per poi guardare l'ora sul display del telefono, erano le 8:10...Ma non me ne preoccupai più di tanto, sapevo che le lezioni erano iniziate già da 20 minuti buoni, ma ormai mi ero abituata persino ad entrare in ritardo a scuola...Tutta la mia vita era diventata un'abitudine, e sinceramente mi facevo pena da sola...Ma andava bene così, doveva andare bene così. Dopo svariati minuti, decisi di cambiarmi e scelsi i vestiti a caso...Come facevo sempre, non mi importava dell'aspetto estetico, non mi importava quello che la gente pensava di me, quella ero io...E se qualcuno voleva far parte della mia vita, doveva accettarmi con tutti i difetti che avevo, perché sinceramente di pregi ne avevo ben pochi...Forse non ne avevo neanche. Sorrisi amaramente verso lo specchio davanti a me e poi presi lo zaino che era, come sempre, vuoto. Avevo rinunciato persino a fare la cartella, intanto a cosa sarebbe servito? Credo di non aver mai seguito una lezione in tutta la mia vita, e certamente non avrei iniziato adesso...Non all'ultimo anno, come c'ero riuscita non lo sapevo nemmeno io...Forse grazie agli ottimi voti in educazione fisica e in letteratura, perché si...Amavo leggere, una delle poche cose che amavo della mia vita, era leggere. Sbuffai sentendo qualcuno bussare nuovamente alla porta, mi avviai verso essa e la spalancai - Si può sapere cosa cazzo vuoi ancora da...- Non riuscii a terminare la frase che delle labbra carnose si posarono sulle mie, sorrisi nel riconoscerle e poggiai le mani sul petto del ragazzo che stava sorridendo - Liam sei un cretino, quante volte ti ho detto di aspettare fuori?- Sussurrai a pochi centimetri dal suo viso, il castano rise e fece spallucce guardandosi intorno - Sono entrato dalla porta sul retro, non mi ha visto nessuno.- Disse fiero di sé mentre mi spingeva dentro la mia camera da letto, risi per quel gesto e lo allontanai leggermente - Liam, no...Dobbiamo andare a scuola.- Dissi seria indicando la porta alle sue spalle, lui fece un passo verso essa e la chiuse per poi tornare da me - Ma io non ho voglia di andarci...Ho voglia di te.- Disse mordendomi il lobo di un orecchio, lottai contro la voglia di baciarlo e lo spinsi ancora facendolo ridere - Andiamo.- Dissi invitandolo ad usciere una volta aperta la porta, lui sbuffò - Ti odio, sappilo.- Disse scherzoso percorrendo il corridoio - Ti amo anch'io.- Dissi sorridente mentre scendevamo le scale, dei rumori provenienti dalla cucina mi fecero bloccare sull'ultimo scalino, era mio padre. - Alexis...?- Chiese dalla stanza accanto alle scale, sgranai gli occhi e spinsi Liam fino alla porta sul retro...Il castano rise di gusto - Esci, ci vediamo a scuola.- Dissi a bassa voce per non farmi sentire, lui mi sorrise e mi diede un bacio veloce per poi andarsene...Chiusi velocemente la porta e mi diressi in cucina sbuffando - Che c'è ?- Chiesi guardando l'uomo in giacca e cravatta di fronte a me - Stasera vedi di essere a casa per cena, io e tua madre dobbiamo parlarti.- Disse serio, come sempre, mentre beveva del caffè, sbuffai sonoramente - Non posso, c'è una festa.- Dissi scocciata picchiettando il piede a terra, lui sbatté violentemente la tazza sul tavolo di legno e mi venne incontro strattonandomi per un braccio, quanto lo odiavo...- Stammi bene a sentire, per farti di canne o di qualsiasi altra sostanza illegale...Hai sempre tempo, ma questa sera ti voglio qui.- Urlò indicandomi, mi liberai dalla stretta della sua mano e indietreggiai verso la porta di uscita - Fanculo.- E detto quello uscii di casa sbattendo la porta e iniziando a camminare per il solito marciapiede vuoto e sporco di Londra...Odiavo la mia famiglia, odiavo me stessa, odiavo il mio cognome, odiavo i miei vestiti firmati, odiavo tutto e chiunque.

Boot Camp.(A Harry Styles FF)Where stories live. Discover now