capitolo

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POV REBECCA

Dopo aver accettato di lavorare per Katherine, entrambe ci eravamo messe in viaggio per raggiungere la base.
Mi aveva spiegato una serie di cose sul rito di trasfusione dei poteri che a parer mio erano piuttosto macabre, ma poco mi importava, in fin dei conti tutto poteva solo andar a favore mio e questa era solo una sofferenza momentanea, un inutile dolore fisico che passava velocemente.
Nulla di più e nulla di meno.

Continuavo a pensare che Katherine fosse una donna molto diretta, che non faceva giri di parole e andava dritto al punto di ogni discorso.
Da quando eravamo arrivate, non aveva fatto altro che mostrarmi la base, dare ordini, magari sgridare qualche nullafacente e tutto questo senza che nessuno osasse replicare.

Avevo come avuto la sensazione che molti la temessere, ma altri no.. Dire che tutti la temevano era impossibile, poiché alcuni la sottovalutavano o comunque non avevano sicurezza nei suoi confronti, come se lei non fosse un buon sostituto capo.

La base si divideva in due schiere: da una parte vi erano quelli che la temevano e di conseguenza pendevano dalle sue labbra, mentre dall'altra si trovavano quelli che fingevano di darle ascolto ma che avevano un'aria piuttosto strana, sembrava quasi complottassero contro la donna.

Mi chiedevo se lei se ne fosse accorta, e se così era, perché non aveva provveduto.
Magari voleva attendere il momento migliore, fingendo di non accorgersene, per dar loro il benservito.

La base in sé non era molto grande, vi erano: una zona pranzo, una dormitori con stanze poco arredate (e con poco arredate si intendeva minimo e indispensabile), una zona dove creavano armi che da quanto avevo visto era la più grande, una dove allenarsi e una sala che era quella dove si sarebbe tenuto il rito di trasfusione dei poteri, ma che ancora non avevo avuto l'onore di vedere.

In sostanza, era più grande la quantità di persone che facevano parte dell'associazione che la grandezza del luogo.

Durante il viaggio Katherine aveva deciso di dedicare quelle ore che ci separavano dalla base, per spiegarmi nei dettagli la storia del nostro regno, la quale mi era sembrata interessante e aveva fatto nascere in me tante domande a cui ovviamente non avevo ottenuto alcuna risposta.

REBECCA'S FLASHBACK

"Devi sapere che un tempo nel nostro regno governavano un re ed una regina amati da tutti. Essi erano talmente buoni che chiunque parlava bene di loro, ma quando ebbero il loro primogenito tutto cambiò.
Rufus non aveva ereditato gli stessi poteri dei genitori, o meglio, egli non aveva SOLO i loro stessi poteri, ma possedeva i più rari, i più antichi e potenti poteri che dai suoi genitori a lui nessuno aveva mai posseduto, se ne sentivano solo leggende ma mai prima si era verificata una cosa simile.
Ma quello che più preoccupava tutti erano gli occhi del ragazzo.
Gli occhi cara Rebecca, devi sapere che rispecchiano i propri poteri ma anche e sopratutto le proprie emozioni, e fin quando non si è pratici con la magia non si è in grado di nascondere questo aspetto, e per questo i due regnanti si allarmarono, poiché i suoi occhi erano dello stesso colore dell'ametista, pietra molto importante e con un potere immenso, ma a questo passerò dopo. Chiamarono dei saggi a predire il futuro del giovane, ma quello che videro allarmò tutti.
Distruzione, sangue, morti e dolore. Questo era il futuro del giovane che sarebbe diventato un assetato di potere.
I saggi avevano consigliato di uccidere il bambino ed evitare un futuro simile, ma i genitori non volevano sentire storie.
Essi sostenevano che una buona educazione avrebbe cambiato il futuro del loro figlio, e così sembró fin quando il padre però non morì.
Per legge alla morte del re nel nostro regno, si era stabilito dovesse subito salire al trono il primogenito maschio, nonostante non avesse ancora raggiunto la maggiore età, per aiutare la regina.
Ma con lui non andò così.

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