17 Anni dopo (1)

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17 Anni dopo... Roccaforte ore 06:00

Il tempo era passato ed Helena era ormai in procinto di divenire una donna. Era cresciuta in un mondo che la disprezzava e la giudicava, costretta a nascondere un segreto troppo grande anche per lei stessa, ma era cresciuta... era divenuta una ragazza forte.

Quella calda mattina di settembre un assordante rumore, qual non dava segni di voler cessare, aveva spezzato il sonno della ragazza. Ma non era finita lì. Sebbene le sue speranze fossero quelle di tornare a dormire, non fù così. Katherine, come da routine anche quella mattina era entrata nella camera della ragazza e le aveva sottratto le coperte di dosso così da assicurarsi che la giovane si alzasse. Quella era una storia che si ripeteva da ormai 17 anni. Una lotta continua tra il voler continuare a dormire della giovane, e la pressante insistenza della madre che fino a quel giorno non aveva mai pensato di darle un risveglio migliore, meno brusco.

Da anni quella donna siprendeva cura della giovane, e da quando lo faceva, continuava ostinatamente adimporsi come unica ragione di esistenza della fanciulla, come sua unicasalvezza da morte certa. Non faceva altro che raccontarle sempre la solitastoria. Ogni singolo giorno le rammentava di averla portata via dalla stradadurante una fredda e tempestosa notte. Si imponeva come la sua unica e veramadre. Non importava chi questa fosse realmente, Katherine si ostinava a farsirispettare per quel ruolo che aveva assunto, pretendendo talvolta con troppaarroganza e crudeltà, che la giovane accettasse quella realtà senza discuterne.Helena non possedeva molti ricordi riguardanti la sua infanzia, ma di certoricordava bene il volto di una donna che non era Katherine, con cui ogni tantogiocava. La sola cosa che le era rimasta di materiale, era una lettera donatalealla nascita con un ciondolo. Entrambi gli oggetti erano posti in una cavitàdella culla dove occhi indiscreti non potevano arrivare, e lei nel corso deisuoi anni aveva continuato a proteggerli come fossero oro, facendo sì chenessuno ne venisse a conoscenza. Nonostante il tempo passato insieme allastramba donna, non si era mai creato quel legame che vi è tra madre e figlia,piuttosto sembrava che lei non sopportasse la ragazza, ed il sentimentopurtroppo era ricambiato. Katherine era la tipica donna cinica, fredda, senzacuore che pensava solamente al suo lavoro, ed era proprio per questo suoaspetto che non vi era dialogo, o peggio ancora, quelle poche volte che neavevano, era perché la rimproverava di qualcosa che non le andava giù o perdarle degli ordini. Il loro era il tipico rapporto "strega cattiva e Cenerentola".Per tal motivo tra lei ed il padre della  ragazza vi erano continue discussioni che portarono quest'ultimo ad allontanarsi dalla famiglia, mantenendo un rapporto segreto con la figlia. Sebbene le cose non fossero andate bene, in cuor suo Helena nutriva nei confronti di lui un forte affetto... un incancellabile ed indimenticabile affetto e ciò li teneva legati l'un l'altra.

Senz'altra scelta la ragazza si era alzatasconsolata dal letto ed aveva deciso di prepararsi per dirigersi in quel luogochiamato scuola, dove ogni cosa era grigia e monotona. La ragione che ogni giornole dava la forza di sopportare quelle interminabili torture era la sua amicaRebecca, l'unica che sin da quando aveva  fatto la conoscenza di Helena, diversamente dal resto delle persone, non l'aveva giudicata né le aveva dato della "strega" come tutti facevano.


Un'altra interminabile giornata è iniziata, per non considerare l'amorevole risveglio. Sapevo che con quella donna non potevo avere scampo, e di certo era più gradevole seguire le lezioni che continuare a sentire i suoi continui rimproveri, le critiche. Tutto era meglio che doverla sopportare. Uscii di casa senza neanche fare colazione e mi diressi verso quella tristre struttura. Come sempre arrivai giusto pochi istanti prima del suono di inizio lezione e corsi alla ricerca della mia amica. Trovarla non fu difficile. La vidi in compagnia della professoressa di latino e di altre persone che non avevo mai visto prima. Chissà, non ho mai visto queste persone, magari... saranno dei nuovi arrivati. La curiostà, come al solito, era grande e decisi di avvicinarmi a loro. Seppur non conoscevo nessuno di quelle strambe persone, come da buona educazione salutai tutti. Riposi l'attenzione sulla mia amica.

L'indomabile (In Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora