Capitolo 12 - Minacce

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L'uscita di scena di Beatrice era sulla bocca di tutti.

Gli Estensi erano tra le famiglie più potenti invitate alla Pilotta e per Isabella era umiliante sentire mormorii e risatine al suo passaggio.

Si mostrava sempre sicura di sè, rivolgeva occhiate severe a chiunque spettegolasse alle sue spalle, ma dentro si sentiva umiliata.

Percorse i corridoi del palazzo a passo deciso, rimuginando sul discorso che avrebbe fatto alla figlia.

Avevano litigato in innumerevoli circostanze, era arrivata ad alzare le mani, ma quella volta il comportamento della ragazza aveva superato il limite ed era stato difficile trovare le parole giuste da rivolgerle.

Arrivò davanti la porta della stanza della fanciulla, sospirò e, dopo alcuni istanti di esitazione, entrò senza bussare.

Trovò Beatrice intenta a ridere con le domestiche, ma l'ilarità ebbe presto fine.

Le serve si inchinarono con rispetto e si affrettarono ad uscire dalla camera.

Isabella era scura in volto ed era meglio lasciare che parlasse da sola con la figlia.

"Che sguardo feroce" esclamò la duchessina con irrisione "Ma non mi stupisce".

Solitamente provava dolore e paura quando litigava con la madre, ma quella volta non avrebbe permesso che la umiliasse come al solito.

La sera precedente si era comportata rispettando di se stessa e non si vergognava di aver trattato male il rampollo di casa Gonzaga.

"Piccola sfacciata" ribattè la donna avvicinandosi a lei e afferrandole con violenza il braccio "Come osi rivolgerti a me con questo tono?".

"Mi state facendo male!" mugulò la fanciulla liberandosi dalla presa con uno strattone.

Non le piaceva che la madre reagisse tanto impulsivamente, ma si impegnò per difendersi con tutte le sue forze.

Isabella alzò un braccio, come a voler colpire la figlia, ma si trattenne e si voltò furiosa, aggrappandosi con le mani alla sedia della toeletta e affondando le unghie nella preziosa imbottitura rivestita in velluto.

Era affannata e il suo petto si alzava e si abbassava ad un ritmo irregolare.

"Ascoltami bene" ringhiò furibonda "Sto imparando a capire che, qualsiasi cosa accada, non imparerai mai a comportarti come si conviene ad una nobile della tua età".

Continuò a respirare affannosamente e, dopo aver deglutito rumorosamente, aggiunse:"Ma non posso permettere che tu metta in ridicolo tutta la famiglia".

Beatrice non disse nulla.

Restò immobile nel suo abito color cipria, fissando la schiena della madre.

Era certa che non avrebbe sentito parole diverse da quelle.

Erano crudeli, ma se le aspettava e aveva deciso di difendersi con freddezza e sarcasmo.

"Ed ora cosa direte?" domandò, ad un certo punto, irrisoria, ritrovando l'uso della parola "Oh, Beatrice, rovina degli Estensi, creatura demoniaca, maledetta me che ti ho messa al mondo distruggendo anche la vita dei miei altri figli".

"Smettila!" la interruppe bruscamente Isabella, voltandosi di scatto.

Si prese il volto tra le mani ed iniziò a passeggiare nervosamente per la stanza, massaggiandosi convulsamente le tempie.

"Ascoltami bene" disse, quindi, cercando di non perdere le staffe "Tu sai, vero, chi sono i Gonzaga?".

"Noiosi duchi?" rispose Beatrice appoggiandosi alla colonna del baldacchino e incrociando le braccia sotto il seno.

La duchessa della notteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora