Capitolo 5 - Il banchetto

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Il matrimonio fu una cerimonia bellissima.

Odoardo era entrato in chiesa preda della completa euforia e, quando Margherita de Medici aveva fatto il suo ingresso nella chiesa, aveva trattenuto a stento le lacrime.

La sposa era splendida nel suo sfarzoso abito color avorio, impreziosito da pizzi e fuselli e il suo sorriso contagiò tutti gli invitati.

Tanti parlavano di quella giovane e nessuno esagerava nel descriverla come una delle più belle fanciulle delle corti italiane.

Anche Beatrice si era emozionata nell'assistere alla cerimonia.

Gli sposi, pedine in mano ai giochi politici di due potenti famiglie, avevano imparato ad amarsi sinceramente e quando si scambiarono i voti la duchessina non fu l'unica a commuoversi.

Alcune donne erano scoppiate in lacrime, altre mantenevano un certo contengo, ma nei loro occhi era chiaramente impressa la felicità che provavano per i giovani coniugi.

La cerimonia, quindi, nonostante la sua lunga durata, non era pesata a nessuno e, al termine della celebrazione, nel duomo si diffusero gli applausi.

Beatrice, battendo le mani, guardò con un sorriso i ragazzi, lui con le lacrime agli occhi e lei splendida e raggiante nella sua semplicità e pensò a quanto le sarebbe piaciuto vivere un amore tanto forte.

Il cuore iniziò a batterle e, quasi istintivamente, i suoi occhi corvini andarono a posarsi su Riccardo Farnese, seduto in prima fila insieme alla sua famiglia.

Rimase a contemplarlo per alcuni istanti, ma lui non si voltò e lei si sentì una sciocca.

Fantasticava su un ragazzo che conosceva appena e non si riconobbe.

La più frivola della famiglia era sempre stata Anna e la duchessina si impose di lasciare questa caratteristica alla sorella.

Nonostante la bellezza del giovane avrebbe dovuto tenere la testa sulle spalle e, dopo alcuni istanti, riuscì a rivolgere i suoi pensieri altrove.

Quando gli sposi furono usciti, anche gli invitati cominciarono a defluire verso l'esterno della chiesa e, con le loro carrozze, raggiunsero i Giardini Ducali, il luogo dove si sarebbe svolto il pranzo.

"Il pezzo forte dovrebbe arrivare ora" esclamò Alessandro, seduto accanto ai fratelli "In tutta Italia non si fa altro che parlare della Peschiera dei Farnese".

"Sarà un'altra delle tante costruzioni pacchiane di questa città" rispose Isabella, ma nessuno si curò di ribatterle.

Persino Beatrice rimase in silenzio ad ammirare la città che si estendeva fuori dai piccoli finestrini del calesse.

Nessuno, però, immaginava realmente come sarebbe stato vedere per la prima volta i Giardini Ducali.

Quando la carrozza fece il suo ingresso nel parco e la famiglia si guardò attorno, a tutti parve di essere privati, all'improvviso, delle proprie viscere.

Beatrice scese dal calesse senza fiato, con gli occhi puntati sulla gigantesca peschiera, l'opera d'arte più bella che avesse mai visto.

La descrivevano in tanti, ma in pochi riuscivano a renderle degnamente onore.

"Sto per mettermi a piangere" esclamò la duchessina, rivolta a Francesco "E' magnifica io... Io non ho la forza di dire altro!".

Il fratello la prese a braccetto e i due si incamminarono verso la costruzione con lo stomaco attanagliato dalla morsa dell'emozione.

La duchessa della notteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora