Capitolo 10 - Giovinotti impertinenti

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La sala da ballo si trovava al secondo piano e per tutta la Pilotta erano appostati dei servitori pronti ad aiutare gli invitati in caso si fossero persi tra i corridoi del palazzo.

Gli Estensi stessi, ancora inesperti, furono affiancati da una giovane domestica con i capelli accuratamente legati in una crocchia, la quale augurò loro una buona serata una volta raggiunto il salone delle danze.

Le pesanti porte in legno massiccio, presidiate da due servitori molto eleganti, erano spalancate e la musica si era diffusa in tutto il palazzo, come uno spiffero birichino, invitando ogni nobile a prendere parte alla festa.

Quando la famiglia Estense varcò la soglia, infatti, molti ospiti erano già arrivati e volteggiavano in mezzo alla sala, immersa nei colori oro e rosa, o brindavano e chiacchieravano con gli altri invitati, sorridenti e, apparentemente, rilassati.

Beatrice sentì tante risate, ma sapeva benissimo che dietro quei suoni si nascondevano interessi politici, economici e brama di potere e non si stupì, infatti, quando Isabella prese da parte lei e le sue sorelle e asserì:"Siate gentili con tutti, lasciatevi invitare a ballare e non mettetevi in situazioni imbarazzanti".

Indugiò con lo sguardo sulla figlia maggiore e lei, anche se restia, annuì con un cenno del capo.

Il litigio della mattina le aveva lasciato solo un grande vuoto dentro e, rammentando le parole di Francesco, decise di tenere a bada i bollenti spiriti e accontentare la madre.

La donna sembrò soddisfatta del tacito acconsentire della fanciulla e se andò con un sorriso accennato, lasciandosi prendere a braccetto dal marito.

Margherita la guardò allontanarsi e, sospirando, disse:"Che noia, non è giusto che ci trattino come merce di scambio".

"Hai ragione" aggiunse Beatrice posandole una mano su una spalla con fare amorevole "Ma ci tocca accontentarla".

Si morse nervosamente il labbro inferiore e proseguì:"Oggi ho litigato con lei e avete visto il risultato".

Le ragazze annuirono sconsolate e Anna, nel tentativo di scacciare la tristezza, sussurrò scherzosa:"Forse, però, se la rendi partecipe del tuo interesse per Riccardo Farnese, potrebbe perdonarti".

Beatrice trattenne a stento una risata e rispose divertita:"Non essere sciocca, si ucciderebbe piuttosto che darmi in sposa ad un bastardo".

Arrossì per le sue stesse parole e la sorella, con malizia, aggiunse:"Però, ammettilo, non ti dispiacerebbe un matrimonio con lui, anche se combinato".

"Dai" esclamò la fanciulla "Lui è una bella persona, ma non mi interessa".

Per quanto le fosse stata insegnata l'arte del mentire, però, non le riusciva mai troppo bene specie se, nel mezzo, c'erano un cuore palpitante e una schiera di farfalle impazzite nello stomaco, ma quel suo momento di goffaggine non fece altro che allentare la tensione e far ridere anche le sue sorelle.

Tuttavia, proprio in quell'istante, videro avvicinarsi un giovane e tornarono immediatamente serie, anche se a fatica.

Il ragazzo, alto, moro e impettito, le raggiunse con passo sicuro e, senza tante cerimonie, dedicò tutta la sua attenzione a Margherita.

"Vi prego, non smettete di ridere a causa mia" disse con voce suadente "Avete la risata più bella che abbia mai sentito".

La fanciulla arrossì violentemente e, abbassando lo sguardo, mormorò:"Grazie".

Beatrice e Anna guardarono con sospetto il giovane, ma, nonostante alcune perplessità, si allontanarono di qualche passo dai due e iniziarono a parlare di argomenti futili, con le orecchie, però, ben tese e l'attenzione rivolta alla sorella.

La duchessa della notteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora