Capitolo 2 - La Pilotta

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Dopo le cordiali parole del duca Odoardo, Beatrice e le sue sorelle vennero affiancate da una giovane cameriera che, con gentilezza, chiese loro:"Volete già salire a vedere le vostre stanze? Sono pronte".

La maggiore sorrise imbarazzata, rivolse una fugace occhiata ad Anna e Margherita e, notando i loro sguardi pregni d'entusiasmo, rispose:"Sì, beh, certo".

La domestica, quindi, si fece seguire dalle duchessine e le quattro si incamminarono lungo la grande scalinata, raggiunsero un balcone e da esso la gradinata si snodava in altre due rampe che si univano in un secondo terrazzo.

Beatrice si guardò attorno estasiata, salendo quasi di corsa gli scaloni-

Aveva sentito parlare molto della Pilotta, aveva letto di quel palazzo in innumerevoli libri, ma non credeva che potesse essere tanto bello.

Esso brillava di luce propria, ovunque erano presenti statue e decori e il soffito era impreziosito da magnifici affreschi, raffiguranti santi e angeli del paradiso.

"E' magnifico!" mormorò Margherita e le sorelle la appoggiarono.

Le giovani Estensi rimasero con il naso per aria e non si curarono di trattenersi dall'esprimere tutta la gioia che le attanagliava.

Anna saltellava da una parte all'altra, con gli occhi lucidi dall'emozione, Margherita aveva perso l'uso della parola e Beatrice commentava ogni singolo particolare che la colpisse.

"Il soffitto è splendido e anche la scalinata è meravigliosa!" esclamò con un sorriso e la cameriera la appoggiò:"Concordo, ma, fidatevi, non avete ancora visto niente!".

La domestica non ebbe tempo di terminare la frase che, davanti a loro, prese forma un portone di dimensioni esorbitanti, dominato da quattro colonne laterali, sulle quali spiccavano dei capitelli finemente intagliati e in cima, splendida, si ergeva la figura di una corona, scolpita nella pietra.

"Questo è l'ingresso del teatro" disse la donna di servizio e non potè trattenere un sorriso quando vide la bocca delle tre sorelle schiudersi per lo stupore.

"Non ho parole" affermò, infine, Beatrice "Davvero, ne sono stregata".

La camerierà lasciò che le fanciulle ammirassero la sontuosa costruzione, poi le quattro imboccarono un'altra scala che conduceva ai piani superiori.

La Pilotta stava, pian piano, prendendo forma e non c'era un solo angolo del palazzo che non fosse curato nei minimi dettagli.

Ogni gradino era in marmo, ogni quadro era inserito in una cornice d'oro massiccio, ogni parete era dipinta con tenui colori o tappezzata da tappeti pregiati, tutto secondo le migliori regole del buon gusto.

Inoltre, quando le giovani raggiunsero il piano superiore, Beatrice potè osservare quanto fosse persistente l'impronta Francese.

La vedeva nelle ampie finestre che illuminavano il corridoio, nei tappeti adagiati sul pavimento, negli affreschi del soffitto, nei lampadari di cristallo e, persino, nelle porte in legno che, con tutti quegli intagli, sembravano vere e proprie opere d'arte.

La ragazza non potè negare che, per quanto bella potesse essere la loro reggia, la smania di grandezza dei Farnese aveva dato un tocco di classe e unicità all'intero palazzo.

Le tre ragazze seguirono ancora la domestica in quel labirinto di corridoi e stanze e, ad un certo punto, sentirono una voce famigliare.

"Cesare!" esclamò Beatrice non appena svoltarono in un corridoio.

Il cugino era intento a chiacchierare con un signorotto e, quando vide la ragazza, corse immediatamente ad abbracciarla.

"Beatrice!" disse con gioia, stringendole la vita "Finalmente sei arrivata!".

La duchessa della notteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora