Capitolo 8 - Il Teatro Farnese

103 12 7
                                    


Dopo la chiacchierata con Anna, Beatrice si era recata nel Salotto degli svaghi, dilettandosi con le carte insieme ad altri nobili.

Non era solita intrattenersi con il gioco d'azzardo, ma, siccome non si puntava molto, aveva deciso di svagarsi un po' ed evitare attività che richiedessero un forte impegno intellettuale.

La partita la aveva vista perdere, ma non se n'era preoccupata molto ed era andata a mangiare con il resto della famiglia.

I pasti, tuttavia, erano stati consumati nel più completo silenzio e tutti stavano con lo sguardo basso, assorti dai più svariati pensieri.

Anna continuava a mescolare il suo brodo con il cucchiaio, senza l'apparente intenzione di berlo, Carlo tamburellava con le dita sul tavolo e Isabella non si era neanche presentata.

Per Beatrice fu motivo di sollievo, ma tutto quel silenzio le metteva addosso una strana tristezza.

Bevve un sorso d'acqua e, asciugandosi la bocca con un tovagliolo, disse:"Come siamo taciturni! Avanti, nessuno ha niente da raccontare?".

Alfonso rivolse un'occhiataccia alla figlia e Francesco, notandolo, si affrettò a rispondere alla domanda della sorella.

"Beatrice ha ragione, ieri c'è stata una festa bellissima! Vi siete divertiti?".

I due fratelli, poi, si scambiarono uno sguardo d'intesa e, con loro gioia, Alessandro esclamò:"Sì, moltissimo. Ho conosciuto persone davvero amabili e ho ballato per quasi tutta la serata!".

"Con quali donzelle?" domandò Anna maliziosa e il fratello, con una smorfia, rispose:"Se fossi rimasta alla festa te ne saresti accorta".

La fanciulla sbiancò e Beatrice lo rimbeccò con durezza.

"Tua sorella stava male, come ti permetti di dire una cosa del genere?".

"Non rivolgerti a me con questo tono!" abbaiò Alessandro guardandola con severità "Sono tuo fratello maggiore".

"Dico quello che mi pare se vedo qualcuno mancare di rispetto a mia sorella ingiustamente" rispose la duchessina furente e, prima che il giovane potesse ancora ribattere, il padre li interruppe.

"Basta, mi state facendo venire il mal di testa!" esclamò con rabbia "Beatrice, quando imparerai a portare rispetto alla tua famiglia?".

"Ma anche Alessandro è stato maleducato con Anna".

"Taci!" la ammonì il padre battendo violentemente una mano sul tavolo "Voglio che tu stia zitta fino alla fine del pranzo!".

La fanciulla lasciò cadere il cucchiaio nella minestra e si alzò di scatto dalla sedia.

"Non c'è problema" disse con disprezzo "Faccio che scomparire, tanto la mia presenza sembra solo infastidire voi e vostra moglie".

Uscì dalla sala in fretta e non ascoltò nemmeno i continui richiami del padre.

L'uomo, rosso in viso per la rabbia, fece per seguirla, ma Francesco lo fermò e, cercando di mantenere un tono di voce tranquillo, asserì:"Non vi preoccupate, le parlo io" e, detto ciò, rincorse la sorella in corridoio.

"Beatrice, fermati!" esclamò vedendola allontanarsi e la ragazza, anche se restia, obbedì.

Si voltò e lasciò che il fratello la raggiungesse.

Il duchino incrociò le braccia sul petto e disse:"Non puoi fare così ogni volta, ti cacci solo in tantissimi guai!".

"E allora?" rispose la fanciulla con impeto "Sono già stata punita abbastanza in questi anni, cosa faranno ora, mi chiuderanno in convento?".

La duchessa della notteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora