Capitolo 9 - Mercurio e Marte

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Lo spettacolo era stato meraviglioso.

Beatrice non aveva mai assistito a nulla del genere e le era parso di vivere un viaggio, come se fosse a bordo di una barca in esplorazione dei mari e non seduta sugli spalti di un teatro.

Gi attori, con la loro empatia e le loro voci melodiose, erano riusciti ad interpretare alla perfezione le divinità dell'Antica Roma, le scenografie erano molto realistiche e la musica coinvolgente.

La dolcezza del flauto e il candore del violino, accompagnando le scene più emozionanti, avevano provocato i brividi in tutti gli spettatori, contribuendo a distribuire gioia, grinta e magia.

Il momento più bello, però, era stato quello della naumachia, dove il teatro si era trasformato in una fetta di Mediterraneo

La duchessina si era chiesta più e più volte perchè la platea fosse vuota, ma ne aveva compreso la ragione soltanto quando l'acqua aveva iniziato a sgorgare da alcuni tubi laterali, arrivando a sfiorare la prima fila degli spalti.

Inizialmente gli ospiti non avevano capito cosa stesse succedendo e alcuni, temendo che si trattasse di un allagamento, erano saltati in piedi, pronti a fuggire, compresa Anna.

La fanciulla si era lasciata prendere dal panico, ma, dopo diversi minuti, il flusso era stato arrestato e tutti si erano ritrovati con il fiato sospeso quando erano comparse sulla scena le barche.

Era stato un momento magico, mai visto prima.

Sembrava che il mare fosse stato portato nel teatro, accompagnato da mostri e tempeste, marinai e sirene.

Le divinità protagoniste, Mercurio e Marte, erano salite a bordo di una barca dalla forma bizzarra, ricordante un animale marino sconosciuto a molti, e avevano provocato Odoardo, ritenendolo troppo giovane e immaturo per governare.

Il duca, però, con coraggio, dopo aver dato un passionale bacio alla sua amata Margherita, era saltato su un'imbarcazione, aveva lottato contro le creature degli abissi e battuto persino il grande Dio della guerra.

La sua dimestichezza con la spada e le sue notevoli doti recitative avevano fatto breccia nel cuore degli spettatori, rendedolo l'eroe indiscusso di tutta la rappresentazione.

Lo spettacolo, quindi, si era rivelato magnifico, avventuroso e appassionante e, al termine, quando il sipario era stato calato, l'applauso era durato, probabilmente, un intero quarto d'ora.

Parma aveva definitivamente conquistato tutti i suoi ospiti e, con il suo meraviglioso spettacolo, aveva trovato il modo di farsi ricordare nel tempo come la culla del matrimonio più bello della storia.

*

*

A spettacolo concluso, Alfonso decise di andare a congratularsi di persona con Odoardo.

Il duca, con il rabat bagnato e i capelli arruffati, era nell'atrio con la moglie, il suocero e il fratellastro e, quando vide gli Estensi avvicinarsi, sorrise entusiasta.

"Alfonso, amico mio" esclamò concitato "L'opera è stata di gradimento per voi e la vostra famiglia?".

"Ovviamente" rispose l'uomo con ammirazione "Ci avete notevolmente stupiti".

"Già, è stato meraviglioso" aggiunse Isabella, tornata al suo solito splendore "Sincere congratulazioni, la vostra rappresentazione resterà nella storia".

Il duca, con le lacrime agli occhi, si portò una mano sul petto, all'altezza del cuore, e disse:"Così mi fate commuovere. Sapete, mesi fa temevo che lo spettacolo non potesse essere realizzato, ma, nonostante la fatica, sono contento che i miei ospiti abbiano gradito il risultato di questo immenso lavoro".

La duchessa della notteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora