-Lewis! Che ci fai qui? Sei impazzito?

Elena continuava a guardarlo attraverso il riflesso dello specchio. Non sapeva bene perché ma i suoi occhi la facevano sentire a disagio, la mettevano a nudo.

-Dovevi parlarmi, no? Non mi sembrava il caso di farti aspettare per più di una settimana e poi magari ti dimenticavi la cosa.

Lewis guardava la ragazza davanti a sé con una dolcezza estrema. Avrebbe voluto darle il mondo, darle qualsiasi cosa la facesse stare bene e avrebbe davvero voluto poterla baciare alla luce del sole.

-Ma come hai fatto a trovarmi? E se qualcuno ti ha visto? Lewis mi fai impazzire.

Il pilota Mercedes prese la ragazza per le spalle e la fece girare in modo da averla davanti agli occhi.

-Stai tranquilla, davvero. Non rischiamo nulla. Hai detto che volevi parlarmi e sono qui.

Elena abbassò lo sguardo per prendere coraggio, fece un respiro profondo e poi fece la fatidica domanda.

-Ti vuoi solo portarmi a letto? Stai con me per scoparmi, estorcermi informazioni e poi lasciarmi?

La ragazza cercò di trattenere le lacrime, era stato molto più doloroso dirlo che pensarlo. La cosa che più la faceva stare male era però l'idea che l'unica persona che in quel dannato mondo la stava supportando in realtà la stesse solo usando.
L'inglese la guardò con due occhi dolcissimi e le prese entrambe le mani senza smettere mai di guardarla negli occhi.

-Elena, no! Mi dispiace un sacco che tu pensi una cosa del genere. È vero i giornali mi dipingono così e a volte posso anche esserlo, ma ti giuro che con te non è così. Hai toccato altro in me... non solo la mia voglia sessuale.

Elena osservò attentamente l'espressione del ragazzo e capí che stava dicendo la verità. Si sentì così stupida ad aver dubitato di lui.

-Dio come sono scema! Scusami... è che ieri avevi detto quella frase con molta enfasi e pensavo fosse riferita a me...

La ragazza staccò le mani da quelle dell'inglese, si girò nuovamente verso lo specchio volendo quasi sparire.

-Tranquilla, lo posso capire. Sei piena di insicurezze perché non ti trattano come dovrebbero. E hai dubbi su di me perché non ci conosciamo ancora a fondo, ma ti giuro su quello che vuoi che non ti sto usando, Elena.

Lewis strinse le spalle della ragazza per farle capire che lui c'era per lei, c'era un qualsiasi istante. Non sapeva ancora bene come esserci perché era la prima volta che si sentiva così nei confronti di una persona, ma voleva farlo, voleva esserci per lei.
Ad un tratto sentirono bussare alla porta del camerino ed entrambi si irrigidirono immediatamente. Elena stava già vivendo la catastrofe della scoperta quando una donna parlò al di là del camerino.

-Tutto bene signora? È chiusa lì dentro da circa dieci minuti.

Elena si sentì sollevata, ricominciò a respirare e il cuore tornó battere normalmente.

-Sì sì, ora esco... avevo solamente ricevuto una telefonata importante.

Sentirono dei passi allontanarsi e si rilassarono entrambi.

-Ti credo, Lewis. I tuoi occhi non mentono. Però non posso andare avanti così, non puoi venire qui e mettermi in "pericolo", devi almeno avvisarmi.

Lewis guardò la ragazza negli occhi e notando la sua vera preoccupazione capì che avrebbe dovuto cambiare i suoi metodi. Di solito le ragazze amavano i gesti eclatanti del suo finto amore, ma lei era diversa. Doveva rispettare i suoi spazi e il suo lavoro, ma lui aveva dannatamente voglia di vederla non gli sarebbe bastato trovarla una volta ogni due settimane ai Gp.
Elena prese le sue cose dal camerino e uscì molto velocemente seguita poi dal pilota inglese. Lewis le bloccò un braccio e le diede un veloce bacio sulle labbra per salutarla. La ragazza rimase impietrita toccandosi le labbra con due dita. Era tutto così dannatamente sbagliato, ma sentiva il bisogno di avere un supporto e ora che il pilota aveva sciolto il suo recente dubbio si sentiva ancora più al sicuro tra le sue braccia. Come può una cosa così sbagliata farti stare così bene?
Si risveglió dai suoi pensieri e si diresse alla cassa per pagare gli indumenti che aveva in mano. Non gli aveva provati, ma questo non le importava. Tirò fuori i soldi dal portafoglio e uscì dal negozio con l'ennesima borsa.

-Sei uscita finalmente!

Il tedesco era seduto sullo stesso posto dove lo aveva lasciato. Lo raggiunse e si sedette affianco a lui sconsolata.

-Non puoi essere stanca, sono io quello sommerso dai fan.

Elena guardò storto Sebastian e non rispose.

-Possiamo tornare a casa? Io ho preso tutto quello di cui avevo bisogno, tu sei a posto?

La ragazza annuì e i due si alzarono dirigendosi all'esterno del centro commerciale.

-Guido ancora io?

Elena non rispose, salì sul posto del passeggero e aspettó. Continuava a pensare al suo incontro con Lewis e i sensi di colpa aumentavano.
Sebastian si sedette accanto, mise in moto la macchina e osservò per bene l'espressione della ragazza. Capiva che qualcosa non andava, era stata in silenzio per tutto il tempo e dopo quella giornata passata assieme aveva capito che quella ragazza era simpatica e parlava sempre se era di buon umore. Non voleva chiederle troppe cose perché in fondo si conoscevano da poco così partì verso casa e accese la radio su una stazione a caso, aveva ancora qualche difficoltà a capire l'italiano.
I minuti passavano, Elena non cambiava espressione e Sebastian era sempre più imbarazzatoo da questa situazione.

-Ma ti è successo qualcosa dentro il negozio che sei uscita incazzata?

Elena stava guardando fuori dal finestrino e non prestava attenzione alle parole del pilota al suo fianco. Osservava il paesaggio correre veloce al di fuori dell'abitacolo, pensava a Lewis e a come si era sentita in pericolo poco prima: era in quel luogo con Sebastian, il suo acerrimo nemico e loro due si stavano baciando dentro un camerino. Aveva il terrore di essere scoperta, si sentiva in colpa come non mai eppure non riusciva a non sentirsi bene, l'inglese le faceva un buonissimo effetto.

-Elena?? Yuuhh

Il numero cinque Ferrari agitò la mano davanti al viso della ragazza cercando di attirare la sua attenzione.

-Scusami, Seb... dicevi?

La ragazza riportò lo sguardo sul pilota e osservò la sua manovra trovando dannatamente sexy il girare il volante con il palmo di una sola mano. Esprimeva una sicurezza assoluta vederlo guidare, le sembrava di essere assolutamente al sicuro e che la macchina avrebbe fatto esattamente quella che il guidatore le avrebbe comandato.

-Chiedevo se era successo qualcosa nel negozio perché sei uscita completamente diversa.

Elena si sentì avvampare e sperò di non aver preso colore in faccia.

-No è che sono davvero stanca ed è abbastanza deprimente dover rifarmi il guardaroba.

-Non mi hai mai detto perché non puoi tornare a casa a riprenderti le tue cose.

La ragazza sorrise sotto i denti.

-Non te lo ho mai detto perché abbiamo parlato pochissime volte e non te lo dirò ancora, caro.

Sebastian sorrise, la ragazza ancora una volta gli aveva dimostrato di sapere la sua. Dal nulla quest'ultima scoppiò a ridere senza riuscire a fermarsi. Il tedesco la guardò con fare interrogativo senza capire il perché di quel gesto. Lei cercando di prendere aria si girò verso il compagno e gli disse

-Sebastian, con tutte le stazioni radio proprio Radio Maria devi ascoltare?

Il tedesco continuò a non capire e quando la ragazza gli spiegò cos'era scoppiò anche lui in una fragorosa risata.

-Non sei così male, anche se secondo me mi nascondi qualcosa ancora.

-Non sono male no, mi adeguo alle situazioni e non nascondo nulla, Sebastian. Sei giusto un po' fissato con sta cosa.

Sebastian non era ancora convintissimo di quella risposta. C'era qualcosa che non andava e ne era convinto. Elena tornò a guardare al finestrino e a pensare a come continuare la cosa con Lewis senza farsi scoprire e senza doverlo vedere una volta alla settimana.

''''spazio autrice''''

Vi ringrazio per gli apprezzamenti. Continuate pure a stellinare e commentare.
D'ora in poi aggiornerò un po' più di rado (2 volte alla settimana) a causa della scuola.
Spero vi piaccia e Kiss Kiss
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La mia vita || Ferrari Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora