33. "And we set alight, we're afire love"

12.4K 577 817
                                    

Superata la metà di dicembre, i giorni iniziarono a passare così in fretta che Louis poteva a malapena distinguerli uno dall'altro, sommerso com'era da libri, appunti e commenti a bordo pagina che lo perseguitavano anche nelle sue poche ore di sonno.
Era piuttosto stressante, soprattutto perché Liam era impegnato a preparare i suoi esami e Oli era terribile come compagno di studio, non faceva altro che parlare e trovare distrazioni mille volte più divertenti, così Louis aveva dovuto cominciare a studiare da solo e, insomma, non era bravo a fare le cose in solitudine. Forse aveva ragione Fizzy quando gli diceva di essere troppo drammatico, ma avrebbe voluto vedere lei al suo posto, con programmi interi da studiare e l'ansia come compagna di vita.
Forse stava andando un po' fuori di testa.

Alzò lo sguardo dal libro che stava leggendo quando sentì delle voci al piano di sotto. I suoi occhi si spostarono inconsciamente sulla sveglia che segnava le nove e mezza di mattina, e la sua pancia brontolò perché da quando si era svegliato non aveva ancora mangiato nulla. Probabilmente prendersi una piccola pausa non l'avrebbe ucciso, così si liberò dalla coperta in cui si era avvolto e traballò fuori dalla sua camera e poi giù per le scale.

«Oh, ecco il festeggiato!» canticchiò sua mamma, che era ferma vicino all'ingresso insieme a qualcun altro.
«Il cosa?» chiese confuso Louis, ma non fece in tempo a sperare in una risposta che Johannah l'aveva già raggiunto per stritolarlo in un abbraccio.
«Il mio bambino!» si esaltò la donna, mentre Louis le dava qualche pacca sulla schiena con espressione spaesata «Mio Dio, cresci così in fretta, Boo. Sei il mio batuffolino di felicità e hai già venticinque anni!»
«Eh?» Louis si distaccò dalla madre ma lei non parve accorgersi del suo smarrimento, perché gli stampò un bacio sulla fronte e poi si avviò felice in cucina.
«C'è l'essere ignobile alla porta per te, quando hai finito con lui vieni a fare colazione!» cinguettò allegramente Jay, dopodiché sparì alla vista.
Louis doveva ancora capire che cosa stesse succedendo.

«Ma che cazzo?» sbottò, voltandosi verso l'ingresso. Aprì la bocca e poi la richiuse quando si accorse che lì a pochi metri da lui c'era Harry, bellissimo nella luce del mattino e avvolto nel suo cappotto scuro. Il chiarore proveniente da fuori accarezzava il suo viso, rendeva quasi trasparente il verde dei suoi occhi, sfiorava le sue labbra e i suoi ricci morbidi facendolo somigliare a un angelo.
Louis abbassò lo sguardo su se stesso e sul suo pigiama con i maialini.
Okay, quel giorno iniziava già nel modo sbagliato.
Per qualche motivo, però, Harry lo stava guardando come se non avesse mai visto niente di più spettacolare al mondo.

«Ciao, Lou» lo salutò il riccio, la sua voce era roca e più morbida del pigiama con i maialini. (Che paragone del cazzo.)
«Ehm, ciao?» buttò lì Louis, ancora piuttosto confuso su tutto. Si accorse di avere un foglio in mano e lo fissò cercando di capire da dove fosse arrivato.
«Ti sei appena svegliato?» gli chiese Harry, riscuotendolo dolcemente.
«Eh? Ah no, io... non sono proprio sicuro di aver dormito.» rispose Louis.

Il riccio aggrottò la fronte e avanzò verso di lui, togliendogli delicatamente il foglio dalle dita e appoggiandolo sul mobile vicino all'ingresso. Averlo di nuovo all'interno del proprio spazio personale rese Louis ancora più frastornato, perché nelle ultime settimane si erano visti a malapena un paio di volte. Per lo più avevano messaggiato nei ritagli di tempo, che almeno per Louis non erano molti.

«Non hai dormito, Lou?» sussurrò Harry, posandogli le mani sulle spalle e facendole scorrere gentilmente lungo le sue braccia.
Il maggiore si perse nel tocco, scuotendo appena la testa e iniziando a sbottonare il cappotto di Harry senza neanche accorgersene. «Ho sognato che durante un esame il professore mi faceva le domande in una lingua assurda e io non capivo niente e allora mi bocciava. Poi riprendeva a parlare normalmente solo per dirmi "Non hai studiato abbastanza, Tomlinson!", così mi sono alzato e mi sono messo a studiare. Credo fossero le tre del mattino.»

Solitary Run || L.S.Where stories live. Discover now