3. The stranger on my couch

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Una settimana dopo essere arrivato a Doncaster, Harry aveva una casa e diversi colloqui di lavoro già affrontati, cosa che mai gli era capitata in così poco tempo.
Johannah era sempre gentilissima con lui, si offriva di aiutarlo per qualunque cosa e Harry si era realmente commosso quando una sera, di ritorno dal colloquio presso un bar vicino, aveva trovato sul tavolo della cucina un sacchetto con sopra un post-it rosa. "Per Harry xx".
Dentro c'era un contenitore pieno di lasagne - una porzione tale sarebbe bastata per almeno tre persone - e il ragazzo aveva sentito una stretta al cuore a quella vista.
Il fatto che Johannah si stesse comportando come una madre sebbene si fossero conosciuti da così poco lo emozionava e lo spaventava allo stesso tempo. D'altronde, una cosa che aveva imparato nei suoi continui spostamenti era che non bisognava mai affezionarsi. Ma come si poteva non affezionarsi a una persona così buona e solare?
Dopo quella sera, aveva iniziato a trovare un contenitore di cibo ogni volta che tornava da un colloquio, e ormai si sentiva davvero troppo in debito nei confronti della donna.
Doveva trovare un lavoro al più presto e ripagarla.

***

«Niall James Horan, la birra è per i clienti, non per te!»
«Ti dico che non l'ho bevuta io!»
«Certo, e io dovrei crederti.»
«Perchè no? Magari sono stati i folletti.»
«Qui l'unico folletto è quel disadattato di mio figlio.»
«Oh, anche tu pensi questo di Greg? Per fortuna, pensavo di essere l'unico.»
«Non sto parlando di Greg, sto parlando di te.»

Di ritorno dall'ennesimo colloquio - "Grazie per essersi presentato, la richiameremo sicuramente", versione solo più lunga ed educata di "Non ti chiameremo mai" - Harry si fermò divertito fuori dal pub da cui proveniva quello strano dialogo, notando solo dopo l'uomo che stava attaccando un foglio all'interno della vetrina.
"Cercasi cameriere".
Harry inarcò sorpreso le sopracciglia, iniziando a chiedersi se Doncaster non fosse in realtà una specie di "città fortunata" per i viaggiatori squattrinati come lui.

«Ehm, buongiorno» sorrise il riccio, avvicinandosi a quello che doveva essere il padrone del pub.
L'uomo si voltò verso di lui e sorrise a sua volta. «Buongiorno, ragazzo. Interessato?» domandò indicando il cartello appena affisso.
«Sì, in realtà.» annuì Harry.
«Entra pure, facciamo due chiacchiere.» lo invitò l'uomo «Io sono Bobby Horan.»
«Harry Styles.» si presentò il riccio, stringendo amichevolmente la mano dell'altro.
«Siediti pure- Oh, quello è mio figlio Niall.»
Harry sorrise al ragazzo dietro il bancone, all'incirca della sua età e con i capelli evidentemente tinti di biondo, che rispose agitando la mano per salutarlo.
Aveva un viso simpatico.

«Vuoi una birra, Harry?» propose Bobby con un gran sorriso.
«Uhm, alle dieci di mattina?» rispose un po' perplesso il ragazzo.
«È sempre l'ora giusta per una birra!» ammiccò Niall, beccandosi un'occhiataccia da parte del padre, ma preparò comunque tre boccali e li portò al tavolo dove i due si erano accomodati, unendosi a loro.
Bobby roteò gli occhi. «Come vedi mio figlio passa la maggior parte del tempo a bere e chiacchierare con i clienti, quindi abbiamo un gran bisogno di un cameriere vero.» sospirò «Specialmente la sera, quando il pub si riempie sul serio e mia moglie è occupata in cucina.»
«Capisco» annuì seriamente Harry, sentendo su di sè lo sguardo incuriosito di Niall.

«La cosa migliore sarebbe averti qui tutte le sere, ma se non sei disponibile possiamo accordarci per i giorni che ritieni migliori.» continuò Bobby, facendo sbarrare gli occhi a Harry.
Un momento. Si conoscevano da meno di cinque minuti e gli stava già proponendo un'assunzione sicura?
«No, no, posso lavorare ogni sera.» si affrettò ad assicurare «Anche al pomeriggio, se ce n'è bisogno. E al mattino. Quando volete voi.»
«Oh beh, questo è ottimo, ma penso che la sera sia più che sufficiente.» sorrise Bobby, prendendo un sorso dal proprio boccale e dando una pacca amichevole sulla spalla di Harry «Hai mai lavorato come cameriere?»
«È praticamente il lavoro che ho fatto più a lungo.» rispose il riccio «Ho viaggiato molto in questi ultimi anni, quindi ho dovuto spesso adattarmi a ciò che trovavo, ma fare il cameriere è stato senza dubbio la cosa migliore. Se vuole ho il curriculum proprio qui.» aggiunse, frugando brevemente nella borsa a tracolla ed estraendone una cartellina sottile. La aprì e la porse al signor Horan, che lesse velocemente il curriculum e annuì soddisfatto.

Solitary Run || L.S.Where stories live. Discover now