22. Rope can break

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Niall premette il dito sul campanello mentre spostava nervosamente il peso da un piede all'altro. Ci volle qualche istante, ma infine la porta venne aperta da una ragazzina con i capelli biondi scompigliati.
«Oh Daisy, ti ho svegliata, tesoro?» si premurò di chiedere il ragazzo.
«No, no, stavo facendo colazione.» lo rassicurò lei, spostandosi dalla soglia per lasciarlo entrare «Sei qui per Lou, vero?»
«Già» annuì preoccupato Niall, facendo un cenno di saluto a Phoebe, Fizzy e Dan quando passò davanti alla cucina «Jay è qui?»
«No, ha dovuto andare ad aprire la fioreria. Lottie è con lei per aiutarla.» spiegò Daisy, accompagnandolo lungo le scale che portavano al piano di sopra e poi attraverso il corridoio «Ernie e Doris stanno ancora dormendo.»

Niall annuì distrattamente, prendendo un respiro per darsi forza quando si trovò davanti alla porta della camera di Louis. Ringraziò Daisy con un piccolo sorriso e posò la mano sulla maniglia, ma prima che potesse abbassarla la ragazzina lo fermò stringendogli il braccio.
«Niall,» lo chiamò a bassa voce, gli occhi azzurri pieni di apprensione «Cos'è successo a Lou? È chiuso lì dentro da ieri sera e mamma ci ha detto che ha la febbre, ma so che non è vero perchè quando Lou ha la febbre si mette a guardare film sul divano, oppure se ne sta avvolto in una coperta e lascia che io gli legga delle storie. Adesso invece non vuole nemmeno che entri in camera sua.»

Niall aprì la bocca e poi la richiuse, insicuro su come rispondere. Osservò per un momento gli occhi intimoriti della ragazzina e infine sospirò. «Non credo abbia la febbre,» concordò «Ma sta male e, non voglio spaventarti, però quello che ha adesso ci metterà più tempo a guarire rispetto a un'influenza. Penso abbia bisogno di stare un po' per conto suo, non dobbiamo fargli pressione, okay?»
«Ma cosa gli è successo? Tu puoi aiutarlo? Lo farai guarire?» insistè Daisy.

Niall si morse il labbro inferiore, lanciando un'occhiata alle sue spalle e notando che Fizzy e Phoebe stavano ascoltando la conversazione dalle scale, con espressioni ugualmente preoccupate. «Lui, uhm... Lui vi spiegherà tutto quando si sentirà pronto, d'accordo?» rispose lentamente «E no, non posso guarirlo, ma spero di poterlo aiutare almeno un pochino. Ti farò sapere dopo come sta, va bene?»
Daisy serrò le labbra impensierita ma annuì, lasciando andare il braccio del biondo in modo che potesse entrare nella stanza di Louis. «Digli che speriamo si riprenda presto. E che gli vogliamo bene.» mormorò per poi voltarsi verso le scale.
«Certo» annuì il ragazzo, un nodo di dispiacere a stringergli lo stomaco mentre apriva la porta.

Se la richiuse alle spalle prima di avanzare al centro della stanza, fissando il pavimento di legno chiaro mentre cercava il coraggio di alzare lo sguardo. Ricordava ancora troppo bene come si era sentito Louis nei primi giorni dopo la partenza di Mark, e sapeva che molto probabilmente anche ora l'avrebbe trovato chiuso in se stesso e con le guance rigate di lacrime. Niente urla o pianti rumorosi, perchè Louis non era il tipo di persona che attirava l'attenzione su di sè quando soffriva, e quella era una cosa che Niall odiava. Avrebbe preferito mille volte che Louis gridasse e sfogasse tutta la rabbia e il dolore piuttosto che vederlo rinchiudere ogni sentimento dietro spesse mura indistruttibili. Avrebbe preferito aiutarlo a condividere le sue sofferenze piuttosto che guardarlo allontanarsi da chiunque perchè voleva farcela da solo. Ma era così testardo, non c'era modo di convincerlo ad aprirsi.

Niall inspirò e alzò lo sguardo.
La stanza era illuminata appena dalla luce che filtrava attraverso gli scuri semi-aperti, i raggi di sole creavano giochi di ombre infrangendosi contro i mobili e i vestiti sparsi in giro. Ombre e luci si inseguivano anche fra le pieghe delle lenzuola tra cui era disteso Louis, girato sul fianco e rannicchiato per dare le spalle alla porta.

Niall mosse qualche passo avanti, cautamente, e fece il giro del letto mentre si chiedeva se per caso il ragazzo non stesse ancora dormendo. «Lou?» chiamò a bassa voce, andando ad accucciarsi di fronte al viso dell'amico, le cui palpebre erano abbassate. Le sue ciglia coprivano solo per metà le occhiaie scure che c'erano sotto.
Il biondo esitò un attimo prima di pettinargli delicatamente indietro i capelli, sfiorandoli appena con la punta delle dita, e a quel piccolo contatto Louis aprì gli occhi.
Niall si sentì mancare il fiato, perchè- Dio, non stava piangendo, ma erano così arrossati da far paura, e tutta la parte intorno alle iridi che avrebbe dovuto essere bianca era invece coperta di capillari spaccati. L'azzurro era ancora più accecante in quelle condizioni.
«Oh, Lou...» sussurrò.

Solitary Run || L.S.Where stories live. Discover now