13. Parenting problems

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La luce del mattino che filtrava a malapena attraverso gli scuri era l'unica fonte d'illuminazione nella stanza, ma a Louis non serviva altro. Non aveva idea di quanto tempo fosse passato da quando aveva iniziato a fissare la parete di fronte a sè, ma sapeva che solo il braccio di Harry intorno alla sua vita gli stava impedendo di avere un qualche tipo di crollo da cui non si sarebbe più ripreso.
Tutto ciò a cui riusciva a pensare dal pomeriggio precedente erano le parole, o meglio, l'unica parola che Liam aveva detto nel brevissimo attimo in cui era stato sveglio.

"Niall? In che senso?" aveva cercato di chiedere all'amico, ma Liam era svenuto prima di poter rispondere.
Louis sapeva di aver fatto preoccupare Harry quando aveva iniziato a tremare incontrollabilmente, ma purtroppo non aveva potuto farci niente: il solo pensiero che Niall - Niall, Cristo santo! - avesse potuto fare una cosa del genere a Liam lo aveva mandato fuori di testa. Com'era anche solo possibile che...
"Louis, non è in sè, non sa quello che dice." l'aveva calmato Harry "Dobbiamo lasciarlo riposare, e quando starà meglio potremo parlargli."

Louis si era preso la testa tra le mani, cercando di mettere ordine tra tutti gli inquietanti pensieri che lo stavano assalendo. "Ma hai sentito quello che ha detto? Insomma... Niall?!"
"Lou, credi davvero che Niall potrebbe fare una cosa simile?" gli aveva chiesto Harry, riportandolo alla ragione "Niall Horan? Sul serio?"
"Okay... No." aveva sospirato Louis, sforzandosi di recuperare un po' di calma.
"Lasciamolo riposare. Quando si sveglierà chiariremo tutto." E con quelle parole Harry aveva chiuso la questione.
Liam aveva dormito tutto il pomeriggio e tutta la notte, Louis era rimasto con lui quando Harry era andato al lavoro, e infine eccoli lì, la mattina seguente, ancora senza la minima idea di cosa fosse successo.

Louis sobbalzò quando la sveglia del suo cellulare prese a suonare, e si affrettò a spegnerla prima che disturbasse Harry. Apparentemente, però, il riccio l'aveva sentita comunque, e ora stava premendo il viso contro la schiena di Louis mentre mugugnava parole incomprensibili.
«Scusa, Haz, torna a dormire» mormorò il maggiore, accarezzandogli il braccio e muovendosi un po' per alzarsi.
«Resta qui» biascicò Harry, stringendo la presa intorno alla sua vita e premendosi ancora di più contro il suo corpo.

Louis sospirò mentre un sorriso gli spuntava naturalmente sul volto. «Certo che resto, dobbiamo occuparci di Liam. Ma devo avvisare mia mamma che arriverò più tardi in negozio.»
«Chiamala da qui... Mi tappo le orecchie se non vuoi che ascolti.» borbottò lentamente il riccio.
«Haz, sto per chiamare mia madre, non i servizi segreti: non importa se ascolti.» sorrise Louis «Volevo andare di là solo per non disturbarti.»
«Non mi disturbi.» assicurò Harry «Basta che stai qui.»

«Va bene.» annuì intenerito il più grande, digitando velocemente il numero della madre e facendo partire la chiamata. Il respiro caldo di Harry contro la schiena nuda lo distraeva non poco, ma cercò di concentrarsi sulla voce di Jay non appena quest'ultima rispose al telefono.
«Ehi, Boo»
«Ehi, mamma» sorrise Louis «È un problema se arrivo un po' più tardi del solito? Ho... una specie di contrattempo.»
«E il nome del contrattempo è per caso "Harry Styles"?» chiese ridacchiando Johannah.

«Cosa- no. Mamma. No.» sbuffò il ragazzo, reprimendo l'impulso di darsi una manata in faccia «Ho solo una cosa da risolvere. Ti spiego dopo, okay?»
«Okay, ma non è successo niente di brutto, vero? Stai bene?» chiese Jay, ora in tono preoccupato.
«Sì, tranquilla, stiamo bene. Dopo ti spiego tutto.» la rassicurò Louis.
«D'accordo, a dopo allora.» salutò sua madre, sebbene non sembrasse ancora del tutto convinta.
«A dopo» ripetè Louis, poi chiuse la chiamata e riappoggiò il cellulare sul comodino. «Dovrei andare a controllare Liam.» osservò mentre si rigirava nell'abbraccio di Harry per trovarsi di fronte a lui.

«È come avere un figlio» commentò lentamente il riccio, gli occhi ancora chiusi e i capelli sparpagliati sul viso e sul cuscino «Stanotte ci siamo alzati- quando si lamentava e quando voleva da bere, e adesso dovremo accudirlo tutto il giorno. Siamo diventati genitori.»
«Sono troppo giovane per essere padre. Calma le ovaie, Styles.» replicò divertito Louis.
«Ci proverò.» rispose Harry con una risata soffocata.
«Bravo» sorrise il maggiore, scostandogli i capelli dal volto e sporgendosi per dargli un bacio sulla fronte. «Vado a vedere come sta il bambino.»
«Okay» ridacchiò il riccio «Stavolta tocca a te cambiargli il pannolino.»

Solitary Run || L.S.जहाँ कहानियाँ रहती हैं। अभी खोजें