7. Master of Doncaster

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Erano quasi le sette quando il cellulare di Louis prese a squillare, facendo partire la sveglia impostata per i giorni lavorativi, e Harry mugugnò, nascondendo il viso contro la schiena del ragazzo e rafforzando la presa su di lui.
«Hazza- ouch- mi stai uccidendo.» si lamentò il più grande, guardandosi intorno spaesato per cercare il telefono. Lo trovò sul comodino, così allungò pigramente un braccio e spense la sveglia. «Devo andare» sospirò, senza in realtà muoversi dal caldo abbraccio di Harry.

«No... Sto male.» lamentò il riccio con voce impastata, mentre Louis si voltava tra le sue braccia per guardarlo.
«Ci credo, piccolo ubriacone.» lo prese in giro il maggiore.
«Non sono un ubriacone» protestò fiaccamente Harry, il viso mezzo premuto contro il cuscino e gli occhi ancora chiusi.
Sentiva la mano di Louis accarezzargli piano la nuca e aveva voglia di rimettersi a dormire, ma allo stesso tempo aveva davvero bisogno di fare pipì e forse vomitare, e in più la sua testa lo stava uccidendo.

«Vuoi che ti porti un'aspirina o qualcosa del genere?» gli chiese a bassa voce Louis.
«Non puoi coccolarmi finchè starò bene?»
Il maggiore alzò gli occhi al cielo, senza però riuscire a reprimere un sorriso. «Quindi sei un tipo da coccole. Lo immaginavo.»
«Perchè, tu no?» biascicò Harry «Ti sei fatto abbracciare tutta la notte.»
«Parli troppo per essere in post-sbornia, sai?»

«Per favoore» piagnucolò il riccio, trascinandosi sul corpo di Louis e premendo il viso contro il suo petto.
«Okay, cinque minuti» sbuffò il maggiore «Mia mamma mi ucciderà se arrivo tardi in fioreria.»
«Di' che è colpa mia, tanto mi adora.» bofonchiò sorridendo il riccio.
Louis dovette trattenersi dal dargli uno schiaffetto sulla fronte. «Non provarci, sono io il figlio preferito.»
Harry nascose un sorriso contro la sua maglia, e Louis gli spostò i capelli per accarezzargli la schiena. Prese a massaggiare lungo la sua spina dorsale, una vertebra alla volta, con gesti calmi e circolari per distrarlo dal dolore alla testa, e quando arrivò alla base della schiena risalì e ricominciò daccapo.

Harry era piuttosto vicino all'addormentarsi di nuovo, ma c'era una piccola parte della sua mente che si chiedeva come fosse passato, in un giorno solo, dall'essere amico di Louis al baciarlo e dormirci insieme.
Non che se ne lamentasse, in realtà, ma di sicuro le dinamiche sarebbero cambiate almeno un po', nel loro rapporto.
Innanzitutto, si sarebbero sentiti in imbarazzo? Lui non era per nulla imbarazzato, al momento, però si sentiva completamente stordito e perciò forse non aveva abbastanza lucidità per rifletterci. Ma se Louis invece si sentiva a disagio?

«Lou?» lo chiamò quindi.
«Dimmi»
«Va tutto bene?»
«Sì, io sto bene.» annuì il maggiore, ma Harry scosse appena la testa.
«Intendo- sai, tra noi due.» spiegò.
«Oh. Sì, è tutto a posto, non preoccuparti.» lo rassicurò Louis «Ci siamo solo baciati perchè eri attratto dalla mia incomparabile bellezza.»
«Idiota» sbuffò Harry, ma in realtà non riusciva a smettere di sorridere. Poi però si accigliò, inseguendo un pensiero. «Siamo sempre amici, vero?»

«Certo» La voce di Louis era calma, e Harry si sentì immediatamente più sereno.
«Quindi se...» Il riccio s'interruppe per tirarsi su e poter guardare Louis negli occhi, sostenendosi con i gomiti. «Se ti baciassi adesso, continueremmo a essere amici.»
Sul volto del maggiore si fece spazio un sorrisetto compiaciuto. «Non riesci proprio a tenere la bocca lontana dalla mia faccia, eh?»

Harry gli piazzò una mano sul viso, e Louis scoppiò a ridere mentre cercava di liberarsi. Quasi cadde dal letto.
«Uomo delle caverne.» commentò, allontanando la mano del riccio e premendosi più vicino al suo corpo. Sorrise mentre tracciava il contorno della bocca di Harry con il pollice e poi lo passava lentamente sulle labbra semi-aperte. Erano morbide e calde, così usò la mano libera per tirare a sè il riccio e baciarle.

Solitary Run || L.S.Where stories live. Discover now