Capitolo dieci.

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Capitolo dieci.

«Cosa ti è saltato in mente?» Urlo a Jon, una volta ritornati in camera nostra.

«I-Io... vorrei dire che mi dispiace, ma non è così.»

Rimango interdetta per qualche secondo, con la bocca semi aperta. È veramente Jon il ragazzo che ho davanti? Quello che non riusciva nemmeno a uccidere una zanzara perché dopo si sarebbe sentito troppo in colpa e ora pesta a sangue un ragazzo fino a farlo svenire? Deve esserci una spiegazione, non l'avrebbe mai fatto senza un movente, così glielo chiedo, dolcemente.

«Quando abbiamo iniziato a combattere mi ha chiesto se tu fossi la mia ragazza, perché eri davvero molto carina e voleva provarci. Poi, quando mi ha buttato al suolo, mi ha sussurrato all'orecchio: "Me la scoperei a sangue, la tua ragazza. Poi la lascerei a morire, con te che guardi tutto, ma non puoi fare nulla". Non ci ho visto più, il solo pensiero che potesse farti qualcosa mi ha fatto impazzire. Potrebbero esser state solo parole, ma io non sono riuscito a controllarmi. Mi dispiace che tu abbia visto tutto, non avresti dovuto.» Abbassa lo sguardo sulle sue scarpe, torturandosi le mani.

Davvero quel ragazzo ha osato dire quelle cose? Perché lo ha fatto? Voleva solamente spronare Jon ad attaccarlo con tutte le sue forze, o era sincero al 100%? Mi fa schifo il solo pensiero. Jon, iperprotettivo com'è, non ci ha visto più ed è scattato. Ora non voglio difenderlo, ma anch'io sarei scattata, se l'è cercata.

«Jon» Mi avvicino a lui, prendendogli il viso fra le mani e costringendolo a guardarmi negli occhi «Grazie.»
«Grazie?»
«Grazie perché non ci pensi due volte a proteggermi. Non voglio affatto dire che hai fatto bene a combinarlo in quel modo, ma se l'è cercata, sicuramente.»

Odo bussare alla porta e mi avvicino per vedere chi sia, lasciando la conversazione a metà. Quando la persona dietro alla porta mi risponde col suo nome il mio cuore si ferma per un attimo. Cacchio, cacchio, cacchio! Avevo dimenticato dell'appuntamento (ora che ci penso, è un appuntamento?) con Travis. Voglio andarci, dopo ciò che è successo oggi? E se voglio, cosa indosso? Ho solo delle divise, niente di carino. E non ho trucchi con me purtroppo. E i capelli? Oh mio dio, adesso svengo.

«Dammi solo cinque minuti, Travis.»
«Travis?» Mi chiede Jon «Chi è Travis?»

Non ho ancora raccontato di Travis a Jon, mi ucciderà sicuramente adesso. Perché tutte a me?

«È buffo, dopo tutto quello che è accaduto oggi mi è passato di mente.» Faccio una risatina isterica «Travis è il ragazzo che mi ha salvata quando Naomi stava per uccidermi. Dopo che la Phillips mi ha "dimessa" stamattina l'ho incontrato casualmente nel corridoio, ci siamo parlati per un po', e poi... mi ha chiesto di fare un giro insieme.»
«Ma non ci è permesso uscire a zonzo.»

«Beh... lui è speciale.» Faccio una finta tosse «È il figlio di Jensen.»

«Cosa?» Urla Jon «E me lo dici solamente adesso? Non ti farò fare nemmeno un passo qui fuori con il figlio di quel... di quel... non so nemmeno come definirlo.»
«Lui è diverso. È dolce, è gentile, te lo giuro.»

«E questo quando lo hai capito? Dopo cinque minuti di conversazione se non di meno?»

«Fidati di me.»
«Mi fido di te, è di lui che non mi fido. Tale padre, tale figlio, ricordalo.»

«Tu non sei come tuo padre.» Si ammutolisce. Ho fatto centro. «Dagli il beneficio del dubbio, Jon. Se stasera torno sana e salva, saprai che è un tipo a posto.»

«Non correrò questo rischio, né ora, né mai.»

Sento bussare di nuovo alla porta, così apro, ritrovandomi un bellissimo Travis con la tipica divisa dei ragazzi. Ma lui non è obbligato a indossarla, perché lo fa? Oh mamma, ma quanto è bello stasera? Solo ora me ne sto accorgendo. È davvero, davvero illegale. Mi incanto a guardarlo, ma Jon mi riporta alla realtà, presentandosi.

Nightmare. [COMPLETA]Waar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu