Capitolo undici.

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Capitolo undici.

Travis mi riporta in camera alle 23:50, ci salutiamo con un bacio sulla guancia e prima di lasciarci mi promette che ci vedremo domani. Non riesco a smettere di sorridere per via del fatto che ci siamo baciati, anche se sono stata io la prima a "prendere l'iniziativa". Non so cosa mi sia saltato in mente, davvero, non sono mai stata quel genere di persona che fa il primo passo, nemmeno dopo dieci appuntamenti (non che io sia mai uscita con qualcuno al di fuori di Jonathan). Eppure dopo esserci baciati non c'è stato nessun imbarazzo tra di noi. Io, almeno, mi sono sentita totalmente a mio agio. E continuo a chiedermi come faccia un ragazzo come lui ad essere il figlio di Jensen. Quell'uomo ci vuole morti, dovrei sentirmi a disagio per questo? Tuttavia non è così. Lui non è suo padre, non vedo perché dovrei metterli a paragone. I figli non sono i loro padri. Non sempre, almeno.

Jon mi sta aspettando seduto sul mio letto, mentre gli altri stanno già dormendo da qualche ora, suppongo. Mi scruta con il suo sguardo indagatore; cerca di decifrare il mio stato d'animo, ma non ci vuole molto per capire che sono... felice? Posso dire davvero di essere felice dopo aver scoperto che Jensen e la Phillips, nel peggiore dei casi, vogliono ucciderci?

«Sei tornata, finalmente.» Parla.

«E con dieci minuti di anticipo, non è un gentiluomo?» Vado a sedermi sul letto, accanto a lui.
«Già, è meraviglioso.» Dice, sarcastico.

«Hey, ho capito che non ti sta molto simpatico perché è il figlio di Jensen, ma te lo ripeto, non sempre i figli sono come i loro padri. A volte possono essere completamente diversi da loro, tu ne sei l'esempio. Cos'ha che non va? Dimmelo, perché davvero non ti capisco.»

«Vi siete baciati?» La sua domanda mi spiazza.
«Perché me lo chiedi?»
«Lo si nota da chilometri di distanza. Vi siete baciati, vero?»
«Sì, ci siamo baciati. E allora?» Confermo.
«Allora niente, auguri.»

Il suo comportamento sta iniziando a innervosirmi davvero tanto. Capisco che sia preoccupato, ma potrebbe mostrarsi almeno un po' felice per me. Sembra che abbia paura di qualcosa, ma di cosa esattamente? Che lo abbandoni per Travis? Non potrebbe mai succedere. Jon è Jon, è insostituibile.

«Auguri? Potresti almeno essere felice per me, io lo sarei per te.»
«È un reato il fatto che non voglia essere felice per te? Non gira sempre tutto intorno a te, principessa. E sai una cosa? Sono stanco, ti ho aspettato per tutto questo tempo, quindi ora me ne vado a letto.»

«Ah sì? E invece sai di cosa sono stanca io? Del fatto che gli altri non facciano che dire e pensare che io e te siamo una coppia. E perché, poi? Perché ci abbracciamo? Perché dormiamo insieme? Perché parliamo sotto voce, ci sorridiamo e ridiamo? Io davvero non capisco, ma sono stanca di tutto questo! Perfino Travis pensava che io e te fossimo più che amici, è assurdo!» L'ho detto davvero? Non volevo, non volevo, non volevo! Che stupida che sono, mi sono innervosita così tanto che mi ha fatto dire cose che non volevo dire affatto.

«Ora capisco! Non è per gli altri che ti preoccupi, ma per Travis! Ti preoccupi solo di quello che pensa lui, vero? Beh, spero che tu possa essere felice con lui, ma felice davvero. Non ti è mai importato di quello che pensava la gente e ora guardati, hai perso la testa per qualcuno che conosci da un giorno e hai paura di quello che possa pensare di te e di noi. Ma non preoccuparti, questo noi da oggi non esisterà più, perché anch'io sono stanco. Sono stanco di starti sempre dietro, di preoccuparmi per te più di quanto non faccia per me stesso; stanco di cercare di farti star meglio, di starti accanto quando sei giù. Non ne posso più di te, quindi da oggi stammi lontana, per favore.»

Nightmare. [COMPLETA]Where stories live. Discover now