-Capitolo 17-

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Si consiglia la lettura con il sottofondo musicale
Buon martedì...

Peonia,
petalo a petalo palpiti,
ti apri,
ti ricomponi
(Amélie Nothomb)

TOM

Sono passati due giorni dall'incontro con Bret, quell'idiota non si è ancora fatto sentire.

Vivo di febbricitante attesa  da quando l'ho vista, palpito costantemente ogni qualvolta la incontro alla caffetteria.

Devo sapere subito.

Mi alzo dalla poltrona sulla quale sono stato incollato con la sola compagnia della mia bottiglia di wisky, non riesco a dormire, appena le palpebre discendono per portarmi da Morfeo, io vedo il suo volto.

Bello e malefico, sordido e ammaliante, ogni notte è sempre lo stesso.
Ella è lì così vicina che se solo volessi potrei lambire con le dita la sua pelle, così lontana con lo sguardo algido.

Siamo in un luogo avvolto dalla penombra, l'odore di umidità mi infastidisce e mi calma al contempo, impassibile sembra quasi bugiarda la sua espressione.

Ostenta sicurezza, superiorità e invece io la vedo come una peonia, dagli arbusti forti dalla fioritura fuggevole, rossa della femminilità erotica.

Vestita di rosso raso mi contempla, mi passa e mi trapassa, mi accarezza e mi respinge, mi consola e mi tormenta, sono in balia nelle sue mani, mi modella e mi disfa a suo piacimento.

Come in questo momento sono assorbito talmente nel profondo da questo sogno perpetuo da riuscire a vederla anche da desto.
Il bip del mio telefono mi sveglia da questo sogno anche ad occhi schiusi, quel suono mi riporta al presente, intercetto l'origine di quel segnale e mi porto ad afferrarlo.

È Bret:<<Ehi vecchio mio, ho lavorato alla ricerca che mi hai affidato, ci sono stati degli sviluppi. Tra un'ora da te in negozio>>.

Non finisco di leggere il messaggio che indosso il chiodo di pelle e salgo in sella sulla Harley Davidson, dando gas schizzo velocemente come il sangue che sta pompando nelle mie vene.

L'aria flagella la mia pelle, sono come mille fedeli lame ma, a differenza del ferro, queste non liberano fluido carminio. Mi pizzicano queste lame di brezza calda di fine giugno, non serve controllare il contachilometri è il vento a suggerirmi alle orecchie la velocità intrapresa.

Parcheggio la moto al marciapiede antistante il mio negozio, l'aria è intrisa di umidità e il mio cuore scalpita forsennato alla prospettiva di ciò che saprò presto.

Accendo le luci e l'odore di peonie rosse mi arriva come uno schiaffo violento, chiudo la porta a chiave e mi dirigo a passo spedito verso il mio ufficio, gettando l'occhio a destra e a sinistra sulle pareti dove vi ho posizionato quadri raffiguranti lei, la peonia, un sorriso reverenziale nasce sulle mie labbra.

Arrivato a destinazione mi porto immediatamente all'armadietto degli alcolici, devo placare il tamburellare del muscolo cardiaco, cavalca a un ritmo forsennato, ingollo in un colpo secco quel liquido torbido e in un attimo la vampa si diffonde su tutto il corpo.

Un bip mi avverte dell'arrivo di un altro messaggio, penso sia Bret che trovandosi la porta chiusa mi chieda di entrare.

Ma quello che si palesa è un messaggio dal mittente anonimo:<<Tom, Correction psycologist
Health center ricordami: lei>>, per poco il telefono non mi scivola di mano, chi mai sarà? Ho ricordi frasagliati del mio periodo in quella clinica, imbottito di medicinali e di depressione ero una larva.

L'essenza delle peonie  ~COMPLETA~Where stories live. Discover now