-Capitolo 15-

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Si consiglia la lettura con il sottofondo musicale...

Dodici anni prima...

Tom

Arriviamo al secondo piano nella zona degenza, in quella che sarà, per non so quanto tempo, la mia nuova casa. Pat, Phil e la dottoressa Donovan sono rimasti sulla soglia e vigilano le mie reazioni.

È tutto troppo bianco, mi sento mancare, troppo bianco ad accogliere la mia anima. È asettica, senza personalità come si conviene a un luogo per malati mentali. Oltre la finestra inferriata osservo i colori e la luce arrivarmi ai bulbi oculari con una tale violenza che provo dolore.

Avviene quando per tanto tempo si sta al buio, non appena si illanguidisce un tenue fascio di luce colpire la pupilla, si avverte tale potenza arrivare fin dentro il nervo ottico come una scossa elettrica.

Ma questo dolore non è fisico, è un dolore che viene da dentro, dal centro del petto che si irradia e mi porta ad avere un ansito.

Guardare la vita passare attraverso quel varco consapevole che io da oggi sarò una cartella clinica, teorie, appunti e terapie farmacologiche mi induce a portare la mano sinistra sul dorso, stringendo tra le mie falangi la carne.

"È possibile che il troppo amore mi stia uccidendo?",penso, nel tentativo di placare il panico che mi trattiene con i suoi artigli fin dentro la mia carne.

Ancorato, alla mia mano destra, il borsone pesa, grava soprattutto ciò che vi è dentro il diario di una madre persa, spero leggendo quei passi di ritrovarla, di ritrovarmi.

Dando ai tre le spalle, spettatori silenlenti del mio armistizio, mi accorgo che improvvisamente voglio rimanere solo e pronuncio con un fil di voce:<<Vorrei cominciare a sistemarmi, da solo>>.

<<Si, diamogli il tempo di ambientarsi, Tom, nel frattempo noi andremo a fare due chiacchiere>> soggiunge solenne la dottoressa Donovan, seguito dal rumore della porta che viene chiusa e il conseguente trapestio delle suole.

Appena avverto il silenzio, poggio il borsone nero sul letto prendendo un respiro profondo lo apro e rimesto tra i panni, come un cercatore d'oro, il diario.

Mi fermo appena il tatto sente il rigido grinzoso della copertina di pelle, socchiudo gli occhi, ho i brividi, la pelle d'oca mi manda scariche elettriche fin dietro la nuca.

Estraggo lentamente le mani e con i pollici accarezzo quella superfice, "oh, ecco ciò che resta di reale, tangibile di mia madre".

Decido di aprire una pagina a caso contestualmente mi seggo sul letto poggiando le spalle alla testiera: devo essere saldamente seduto o rischierò di cadere.

12/04/1990

Oh diario,
Oggi sono molto triste, Tom ha iniziato la scuola, il mio bambino sta crescendo è diventato un ometto... mi sento profondamente sola, abbandonata a me stessa.
Phil lavora tutto il giorno, poveruomo fatica tanto per farci felici, a volte è talmente stanco da crollare davanti alla tv sulla poltrona in salotto.
Tornando a noi parlavamo di Tom, quel bambino è stata una benedizione, ha riempito le mie giornate.
È forte, non si arrende, ieri pomeriggio giocava in salotto con una macchina e questa dopo un po' si ruppe, ebbene passò l'ora successiva a tentare di sistemarla. Lo guardavo dalla cucina, di nascosto, guardare quelle piccole mani paffutelle stringere la ruota mi ha riempito il cuore di tenerezza.
La sua espressione concentrata poi, portava il suo musetto proteso in avanti, gli occhietti ridotti a fessura dallo sforzo mi ha indotto a pensare che sarà una gatta pelare da grande.
Phil dice che sono troppo presa da nostro figlio, è vero, è capitato di litigare perché si sente messo da parte. Ho paura che un giorno o l'altro mi lasci, insomma, è un bell'uomo in confronto io mi sento nettamente inferiore, mi capita di provare sentimenti contrastanti nei suoi riguardi: amore profondo e odio allo stato puro. Questi sentimenti li provo anche per il piccolo Tom, mi sento tremendamente in colpa per questo, forse è solo la stanchezza che prende il sopravvento, o forse è per i discorsi di Phil. Farei di tutto purché lui non mi rifiuti, così come hanno fatto i miei genitori, e da lì mi trovo a pensare che se non fosse per questo rapporto esclusivo che ho con il mio bambino, probabilmente litigheremmo di meno. Sono confusa, spaventata, amareggiata e, accade spesso, di essere talmente arrabbiata divento quasi cieca che per potermi libera da questi stati d'animo che mi provoco dolore.
Devo liberare il mio corpo da quelle sensazioni. Tra poco rivedrò il mio piccolo e già mi sento meglio, ho comprato le peonie rosse e le ho sistemate nel vaso in salone tutta la mattina le ho fissate, mi hanno infuso tranquillità.

Lambisco con le dita quello squarcio di confessione, la sua grafia, i suoi pensieri e le sue emozioni.Le lacrime segnano il mio volto, le asciugo con le maniche della maglietta, avverto ancora le fasciature stringere e costringere.

Alzo i lembi di stoffa che custodiscono la mia liberazione, il sangue è rappreso e io mi sento sprofondare, quelle piaghe morte, rivoglio il vermiglio.

Nascondo il diario sotto il materasso, non voglio farmi sorprendere, nessuno deve sapere che ce l'ho con me. La mia mamma mi amava e mi odiava, si sentiva inutile e arrabbiata, si provocava dolore per liberarsi.

"Io spero tu stia bene mamma".

Sento dei passi, lenti provenienti dal corridoio credo siano loro, poco dopo la maniglia si abbassa e i tre entrare e insinuarsi all'interno della stanza e del mio sconforto.

Mi guardano in attesa di chissà cosa, la dottoressa Donovan mi studia sento di essere sotto esame. Decido di alzarmi, raggiungerli e aspettare che siano loro a proferir verbo, Pat mi sorride mentre Phil fa vagare lo sguardo ovunque tranne che sulla mia figura.

<<Bene Tom, che ne pensi se ti accompagnassi nella sala comune e familiarizzare con quell'ambiente?>> la Donovan ha una tono cordiale con inflessioni come se si stesse riferendo a un bambino.

Assecondo il suo volere scuotendo il capo affermativamente, così i tre fanno retro front per condurmi all'esterno della camera, prima di uscire getto nuovamente l'occhio verso la finestra, piove, guardo il materasso custode del mio segreto gli rivolgo un sorriso per poi sparire oltre la soglia.

Assecondo il suo volere scuotendo il capo affermativamente, così i tre fanno retro front per condurmi all'esterno della camera, prima di uscire getto nuovamente l'occhio verso la finestra, piove, guardo il materasso custode del mio segreto gli riv...

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Ho deciso di pubblicare oggi per festeggiare i miei 1k❤️❤️❤️.

Grazie di cuore, vi sono infinitamente grata.

Dunque finalmente il diario è stato aperto e come un vaso di Pandora, ha rivelato un scorcio di vita quotidiana e di emotività sulla nostra Lily.

Spero vi sia piaciuto...

A sabato



STAY TUNED
SEPMGG

L'essenza delle peonie  ~COMPLETA~Where stories live. Discover now