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Chloesblog

- 17 to Christmas I don't wanna let this go, I don't wanna lose control, I just want to see the stars with you

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- 17 to Christmas
I don't wanna let this go, I don't wanna lose control, I just want to see the stars with you.

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- Il dottore ha detto che vogliono tenerla un altro paio di giorni in osservazione, ieri notte ha avuto difficoltà a dormire e le sono spuntati altri ematomi. - ci informò Chloe, raggiungendoci in sala d'attesa.  
Mi spalmai la mano in faccia, sbuffando frustrato. - Possiamo salutarla? - domandò Froy scattando sull'attenti. - No, non ancora. Vogliono aspettare i genitori, che arriveranno questa sera dall'Oregon. -
Il mio amico tornò a sedersi sulla sedia buttando la testa all'indietro contro il muro. Sospirò, - Ragazzi, mi dispiace io non ce la faccio più a stare qui. -. Infilò la giacca e, dopo averci salutato con un cenno della mano, se ne andò. - Se sei stanco, puoi andare. Io aspetterò i suoi genitori. - esordì Chloe dopo alcuni minuti di silenzio. - No, voglio stare qui. - la rassicurai. Lei alzò lo sguardo dal libro e mi rivolse un sorriso riconoscente. - Sei molto dolce, Jack. -. Alzai le spalle ricambiando il sorriso.
- Cosa leggi di bello? - le tirai via di mano il libro, ignorando le sue proteste. - È uno dei miei racconti preferiti, sai? - le confessai sfogliando le pagine venendo inebriato dal caldo profumo della carta stampata. - Davvero? Anche a me piace da impazzire! Da piccola andavo matta per il film! - si rallegrò la ragazza con un tenero luccichio negli occhi. - Ma ora, ridammi il mio libro! - mi colse di sorpresa in un momento di mia distrazione. - Dannazione! - imprecai, mettendo su il broncio e incrociando le braccia al petto. Chloe ridacchiò e dopo avermi dato un buffetto sulla guancia, tornò a concentrarsi sul suo libro.
- Vado a prendermi un caffè alle macchinette. Vuoi che prenda qualcosa anche per te? -. La ragazza scosse la testa, così mi alzai e con i muscoli indolenziti, mi avviai verso le macchinette per prendermi un buon espresso con tanto tanto zucchero. Aspettai, guardandomi attorno. Neppure il vano tentativo di decorare la sala con vecchie e rovinate ghirlande natalizie aveva reso quell'ambiente un po' più accogliente. 
Sospirai, prendendo il caffè bollente dalla macchinetta. Con la coda dell'occhio, notai una figura scura e misteriosa appoggiata al muro del corridoio. Indossava un paio di jeans neri e una felpa oversize dello stesso colore, con il cappuccio tirato su a coprire gran parte del volto. Teneva le braccia conserte, e da sotto gli spessi occhiali da sole pareva fissare un punto impreciso della sala d'attesa.
Rabbrividii. Tornai da Chloe mescolando il mio caffè, quando notai che la figura misteriosa non indossava più gli occhiali, rivelando due pozze nere come la pece, intente a squadrarmi da capo a piedi. Spostò lo sguardo da me a Chloe. Le sue continue occhiate furtive mi resero irrequieto e non staccai per un secondo gli occhi dal ragazzo, aspettandomi qualche passo falso. Ma le mie paure si frantumarono quando, dopo una mezz'oretta, il ragazzo si avvicinò al banco informazioni e con un sorriso smagliante e tono affabile, cominciò a conversare del più e del meno con l'infermiera appena entrata in turno.

- Oh Dio mio! Chloe! - una voce squillante mi svegliò improvvisamente dal sonnellino in cui ero sprofondato. - Amanda! - salutò la ragazza accanto a me, abbracciando la donna che era appena entrata, che dedussi essere la madre di Alexia, - Come sta la mia Alexia? -, - Potete chiederle di persona. È nella seconda porta a sinistra, il dottore è con lei e vi dirà tutto.  Io ora devo andare, salutatemi Alexia. Tornerò domani. - si congedò poi, mentre i due genitori si precipitarono nella stanza della figlia. - Stai andando via? - chiesi alla ragazza. Lei annuì, - Si, ora Alexia è in ottime mani. E il divano di casa mia è più comodo per leggere.- , - Ci vedremo nei prossimi giorni? Se vi serve un aiuto al bancone posso sostituire Alexia fin quando non si sarà ripresa. - le proposi con la speranza di poter trascorrere un po' di tempo in sua compagnia. Era una ragazza davvero simpatica e dolce, a volte un po' timida, ma ero stato bene con lei in quei pochi momenti che avevamo passato assieme, ed ero intenzionato a conoscerla meglio. - Si certo, perchè no? - acconsentì accennando un sorriso. - Oh, okay, perfetto. Ci vediamo, allora! - balbettai dondolandomi sui piedi. - Ci vediamo Jack. - salutò con un cenno della mano. La guardai uscire dalla sala e indossai la mia giacca, preparandomi a tornare a casa. Dalla tasca del mio giubbotto caddero due biglietti che raccolsi goffamente, "Biglietto ingresso pista di pattinaggio." lessi a bassa voce. -  Aspetta che ti vedo Froy, e la pagherai cara! - mi ripromisi uscendo di corsa dall'ospedale pregando che la ragazza non se ne fosse già andata.
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Hey Chloe aspetta! - la richiamai notandola alla fermata dell'autobus. 
- Si Jack? - mi guardò dubbiosa, mettendo in tasca il cellulare. - Oh, ehm, mi chiedevo, ti andrebbe di venire con me a fare una passeggiata in centro. So che hanno allestito una pista di pattinaggio, potremmo andarci, se ti va. - esclamai alla velocità della luce. Chloe mi fissò stranita, - Mi piacerebbe molto, ma non ho soldi con me per comprare il biglietto d'ingresso... - si mortificò, - Nessun problema. - la rassicurai estraendo i due biglietti dalla tasca.

- Ti avviso che ho pattinato soltanto una volta prima d'ora. E avevo 4 anni... -, - E che importa? Io non ho mai pattinato in vita mia. - ridacchiai indossando i pattini.
- Non riesco nemmeno a stare in piedi! - bofonchiai aggrappandomi alla recinzione. - Coraggio Jack! Non aver paura! -. Cercai di staccare prima una mano e poi l'altra, fallendo miseramente per ritrovarmi seduto a terra con il fondoschiena dolente.
- Dammi la mano, ti aiuto. - Mi rialzai in piedi a fatica, tenendo la mano a Chloe. - Fai come me, ok? - annuii e osservai attento i suoi movimenti, cercando di emularli.
- Sono una frana! -  protestai dopo aver fatto un giro della pista. - Macchè, sei andato benissimo! Riproviamo, sta volta vai da solo, io sarò vicino a te nel caso avrai bisogno. - mi incoraggiò con una pacca affettuosa sulla spalla. - Al mio 3 partiamo. 1, 2, 3! - contò la ragazza mollando la presa. Esultai quando riuscii a fare un passo senza scivolare, e poi un altro e un altro ancora. Presto avevo percorso metà pista e Chloe era particolarmente orgogliosa dei miei progressi. - Stai andando benissimo Jack! -, - Non mi sento più le gambe! -, - No! Non mollare Jack! -. Mi aggrappai al cappuccio del giubbotto della ragazza e scivolai, trascinandola a terra. Mi ritrovai disteso sul ghiaccio con le labbra di Chloe a pochi centimetri dalle mie. Alzai lo sguardo, incrociando i due lapislazzuli della bionda. - Sei un disastro Jack! - sospirò lei ridendo. - Lo so. -.
Le nostre fronti si sfiorarono, le nostre labbra rimasero assetate d'amore.
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A domani💕

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