#TBT-Il Club dei Cuori Infranti

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Il modo in cui si è creato il mio gruppo di amici, fa parte di quella categoria di storie che meritano di essere messe nero su bianco. Almeno secondo noi.

E' iniziato tutto in un piovoso pomeriggio d'autunno, quando Alice non aveva ancora i capelli neri ed io credevo che mi sarebbero spariti i brufoli. Lei sfogliava svogliatamente i libri nella sua camera, mentre io palleggiavo rumorosamente con la palla da basket.

-Perché non andiamo alla partita di Flavio?

Puntualizziamo una cosa: Alice ha sempre avuto idee di merda, ma questa volta mi sembrava davvero di star guardando il fondo. Sul serio, Flavio? Flavio lo Spezzacuori, Flavio Denti da castoro, Flavio Ce l'ho solo io, Flavio che le aveva dato della "cessa" davanti a tutti?

Fortunatamente, eravamo nel periodo in cui riuscivo ancora a farle cambiare idea sulle cose, quindi pensai che un semplice "Sta piovendo a dirotto", sarebbe bastato a placarla.

-Sì, lui però gioca comunque e il campetto è praticamente qui.

-Alice, qui, non è qui. Per "qui", tu intendi almeno 500 metri da fare sotto la pioggia. 

-Io vado lo stesso.

Si alzò e uscì dalla camera. Ci misi un po' per elaborare la cosa. La mia fedele migliore amica, la mia compagna di banco da anni, la mia seconda sorella, mi stava bidonando per un ragazzo. Un ragazzo che nemmeno la considerava.

Dovevo andare con lei, non avevo altra scelta. Almeno per farle da spalla al momento dell'umiliazione finale. Nel profondo, speravo sinceramente che le mie previsioni fossero sbagliate. Sarebbe stato meglio un "Te l'avevo detto" di Alice, piuttosto che un "Avevi ragione" singhiozzato tra le lacrime. Per la prima volta in tutta la mia vita, volevo avere torto.

La seguii fino al portone di casa e, dimenticandomi completamente di coprirmi, le corsi dietro.

Le gocce di pioggia erano enormi e cadevano sui nostri corpi come proiettili.

Alice camminava a passo svelto, un piede dietro l'altro, verso la catastrofe. Non riuscivo a fermarla in nessun modo. Cioè, ero già abbastanza grossa fisicamente, per prenderla, portarla a casa e farmi odiare per sempre da lei, ma doveva imparare e se l'insegnamento fosse passato sotto forma di sofferenza, per stavolta poteva andare. Le sarebbe servito in futuro, magari dopo essere guarita dalla polmonite che si stava per prendere.

-Ci siamo quasi- disse con il fiato corto, prima di prendere la via che portava al campo da calcio del suo quartiere.

Respirai profondamente e le andai dietro. Solo ora mi rendo conto di quanto fosse strana quella scena, era sempre stata lei a seguire me, era la mia ombra. Quella volta invece, feci io lo sforzo di starle dietro. 

Certo, tutta quella storia era al di fuori della mia comprensione. Correre dietro a un ragazzo che non solo l'aveva rifiutata, ma l'aveva anche umiliata davanti a tutti. Colpa della stronzata che ci raccontano da quando siamo bambine, quella del cattivo ragazzo da redimere. La vagina non è uno strumento magico, dove uno inzuppa il pene e magicamente diventa un santo. Se uno stronzo, è stronzo. Punto. Senza troppi ingranaggi psicologici. 

Era quello che pensavo in quella giornata piovosa ed è quello che penso tuttora. Alice però, si è sempre trovata su un altro fronte rispetto al mio. Per quanto cercasse di mostrarsi cinica e disinteressata, riusciva sempre a tradirsi con i gesti. Da quando aveva incontrato Flavio poi, la sua copertura era saltata del tutto, facendo emergere di prepotenza, tutto il suo lato romantico. Non la giudicavo, era successo anche a me quando eravamo più piccole. Niente che implicasse farfalle nello stomaco o tachicardia, solo una semplice predilezione per un ragazzo piuttosto che un altro. 

A.A.A. Cercasi Principe AzzurroWhere stories live. Discover now