Che ne sai tu dell'amore?

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In genere resto simpatica a primo impatto, il problema sono il secondo, il terzo e tutti quelli che seguono. Tendo ad annoiarmi delle persone, ma non è colpa mia, sono loro. Iniziano a voler parlare dei loro problemi, a darti consigli non richiesti e diventano tremendamente invadenti. 

La luce soffusa del Pub Irlandese, illumina le uniche persone che non ho ancora mandato a quel paese: Alessia la bionda rompiscatole, Giada la logorroica, Luca il saccente, Alice la camaleontica.

-La salsa barbecue è fantastica!- esclama Alessia con la bocca piena di patatine.

-Dammene un po'- con un rapido gesto della mano, Giada le ruba il vasetto da cui preleva almeno metà del contenuto.

-Sembrate delle selvagge- commenta Alice dall'alto del suo momento filosofico. Da qualche settimana ha iniziato a fare yoga e legge libri sull'oriente. A dirla tutta i libri non li ha nemmeno letti, li ha solo comprati e messi in libreria, come è successo per il periodo rock, per quello vintage e per tutti gli altri che si sono susseguiti nei nostri dieci anni di amicizia. Anche se ci parliamo a malapena dalla sera della festa, non posso far a mebo di farle osservare quanto sia snervante il suo atteggiamento.

-Quando finisce questa pagliacciata? Ti preferivo con i capelli alla Mortisia e il rossetto nero.

-Sam, non capisci, sto cercando la vera me.

-Bé sbrigati a trovarla, perché i pantaloni alla turca ti stanno davvero male.

-Avete visto la nuova libreria al centro?- Luca cerca di cambiare argomento per placare gli animi.

-Sì, mi affascina molto quel quadro all'ingresso- il tono convinto di Alice è un chiaro segno che la cosa sta degenerando.

 -È solo una tela con degli schizzi di colore, l'hanno fatta i bambini del laboratorio creativo - la corregge Luca, prima che io possa dire qualcosa di sconveniente.

Questa volta Alice sta superando ogni limite, nelle sue altre mille versioni non era così odiosa, nemmeno quando aveva deciso di diventare una modaiola e se ne andava in giro per negozi tutto il giorno.

-Riccardo mi ha chiamata ieri- dice Giada con finta nonchalance. 

Riccardo è l'ex di Giada, sono stati insieme 5 anni, poi lui un giorno le ha detto di essersi stancato della vita di coppia e l'ha lasciata. Lei ha pianto per una settimana di fila e noi abbiamo fatto dei turni per non lasciarla mai sola. A un certo punto le abbiamo dovuto anche nascondere il telefono perché si ostinava a chiamarlo e mandargli messaggi. Ci sono voluti tanti barattoli di Nutella e infiniti pomeriggi seduti a parlare, per convincerla a lasciarlo perdere e alla fine sembrava che il nostro sistema avesse funzionato, non l'ha dimenticato, ma almeno ha smesso di scoppiare in lacrime ogni volta che sente nominare il suo nome. E ora lui l'ha chiamata. Siamo tutti curiosi di sapere che si sono detti, nessuno però, ha il coraggio di chiedere.

-Sabato usciamo, ha detto che vuole parlarmi- continua a fingersi disinteressata, anche se sappiamo tutti che dentro di lei sta facendo i salti di gioia. 

Il tavolo cade nel silenzio più totale. Nessuno dice niente e Giada non parla perché sa già cosa stiamo pensando.

-Domani parto- la butto lì così, almeno per distogliere l'attenzione da Giada e togliere tutti da questo momento di imbarazzo.

-E quando pensavi di dircelo?- mi domanda Alessia leggermente stizzita.

-L'ho scoperto oggi pomeriggio, vado con mia zia, non potevo dirle di no.

-La nostra ultima estate insieme- sospira Luca.

-Grazie per la considerazione, comunque- Giada prende la borsa e si alza dal tavolo alterata.

-Andiamo Giada, sappiamo tutti come andrà a finire. Uscite un paio di volte, così lui soddisfa i suoi bisogni, ti paga una cena e dopo qualche giorno ti chiama per dirti che è finita definitivamente. Così inizia un nuovo capitolo di pianti disperati e pensieri masochisti.

-Questo non puoi saperlo- urla lei  urtata dalla verità.

-Sì che lo so, invece- io non urlo, resto calma e la guardo dritta negli occhi. Luca mi stinge un braccio per dirmi di tacere e io cerco di assecondarlo, bevendo un sorso di birra per placare la mia voglia di parlare.

-Ha ragione, non puoi saperlo- interviene Alice -magari lui è cambiato e vuole tornare con lei.

-Alice smettila, sappiamo tutte e due che stai facendo così solo per darmi contro.

-Che c'è Sam? Non sopporti un confronto con un carattere forte quanto il tuo?- domanda lei con un sorriso idiota.

-Quale carattere? Tu non hai un carattere, sei solo un continuo cambio di maschere, sotto le quali non c'è niente- ora anche il mio tono di voce è troppo alto e le persone sedute ai tavoli vicini iniziano a guardarci incuriosite.

-Quella senza carattere sei tu- Giada mi punta un indice contro in maniera plateale -ti permetti di giudicare tutti e ti senti superiore agli altri, ma la verità è che sei solo un'egoista e tutto quello che fai ha un secondo fine. 

-E poi- continua Alice, che ormai ha deciso di schierarsi definitivamente dalla parte di Giada -che ne sai tu dell'amore? Sei brava solo a limonarti i ragazzi delle tue amiche.

E' impazzita? Di cosa sta parlando?

-I Daft Punk ti dicono nulla?- prosegue sempre più furiosa -Te l'avrò detto almeno mille volte.

La stampa sulla maglia di Mattia, si va delineando nitidamente davanti ai miei occhi. Ecco dove li avevo già sentiti, lui è quello di cui mi voleva parlare Alice.

-Andare ad un concerto con una persona non fa di te la sua ragazza. Poi non mi avevi detto che fosse lui quello dei Daft Punk.

-Era l'unico con quella cazzo di maglia. Come hai potuto dimenticare una cosa del genere?

-Evidentemente non era importante, non per lui. Strano comunque, tutto questo casino per uno che ci prova anche con...aspetta, ah sì! I bidoni dell'umido.

-Sei solo una grandissima troia- sibila la mia ormai ex migliore amica. Davvero è  bastato così poco per far vacillare tutto? Un ex che ritorna e un bacio non dato? Io sono una troia e lei una ragazzina disillusa. Ma io non ho mai fatto sesso e questo mi solleva già dalla sua accusa, mentre lei resta quella che crede di essersi innamorata di in tipo solo perché ascolta la sua stessa musica. Non sono io quella messa peggio.

-E' colpa di tutte le canne che ti sei fatta, ti hanno fuso il cervello- Alice sgancia la sua ultima cartuccia sperando di avere l'ultima parola.

I pomeriggi a casa di Ginevra riaffiorano alla mia mente, ridandomi la calma. Il fumo denso che sputava fuori, le risate dei suoi amici, le fughe da scuola. Ero felice, senza compromessi.

Raccolgo le mie cose ed esco dal pub sotto gli occhi increduli di quelli che credevo essere i miei amici.
Posso sentire Alice scoppiare in un fiume di lacrime e Luca pregarmi di restare, poco prima che la porta si chiuda.
Non sento niente, proprio niente. La rabbia, il rancore, la delusione, sono cose estranee per me.

All'improvviso, proprio nel momento in cui il mio piede tocca l'asfalto, ogni possibile interesse per Mattia vola via con una folata di vento.



A.A.A. Cercasi Principe AzzurroWhere stories live. Discover now