Una valigia piena di guai

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Una valigia basta se i tuoi vestitini sono abbastanza striminziti da lasciare spazio ai trucchi e alle piastre che devi portare dietro. Ma una valigia non basta se devi riempirla di libri e vestiti troppo larghi persino per te, che di taglia porti la 48. Eppure Matilde ha deciso comunque di limitare lo spazio per i miei bagagli, quindi via vestiti eleganti che lei ha tanto insistito a farmi portare, giusto per vedere la sua tranquilla reazione nel momento glielo dirò.
Da quando siamo partite, mia zia non fa altro che descrivere le bellezze di Villa Atena e tutte le serate bellissime che passeremo insieme ai suoi amici del sud.
-Maya, dovresti conoscere il nipote di Adele. Magari potreste uscire insieme.
Me lo immagino già il tipo. Alto, fisicato, con gli occhi verdi e i capelli leggermente scompigliati dal vento. Bello e dannato. Ma soprattutto, ricco come pochi. La coppia perfetta.
Alzo gli occhi al cielo, sentendo già la marcia nuziale in sottofondo. Anche Maya sembra pensare la stessa cosa. Si vede già corteggiata, piena di fiori e inviti ad uscire. Da per scontato di piacere al giovanotto e, cosa ancora più tragica, è convinta che lui le piaccia, così senza averlo mai visto, solo sentendo parlare di lui.

-Magari ha l'acne e puzza- mi azzardo a dire dal sedile posteriore.

-Anche se fosse, con una casa del genere potrebbe tranquillamente non avere le braccia. E comunque, non ti facevo così superficiale Sam.

Inarco un sopracciglio e Matilde scorge la mia espressione dallo specchietto retrovisore. Mi fulmina immediatamente con lo sguardo e io mi volto verso il finestrino per evitare ulteriori discussioni.

Intorno a noi domina il verde delle viti della tenuta di Adele. Il sole che tramonta all'orizzonte rende tutto ancora più incantevole e vorrei scattare una foto proprio ora, ma la macchinetta fotografica è nel portabagagli e mettendo una mano in tasca, mi accorgo di non avere il telefono con me. Dovrei sentirmi spaesata, persa, isolata dal mondo. Invece no. Uno strano senso di libertà mi pervade e finalmente riesco a staccarmi realmente da ciò che mi sono lasciata indietro. Quelli che credevo essere i miei amici, le scelte sull'università, Mattia. Soprattutto il primo punto mi da una leggerezza che non credevo di poter provare. Io non posso cercare loro e loro non possono cercare me. Anche se probabilmente non lo avrebbero fatto comunque.
-Ho lasciato il telefono a casa- annuncio soddisfatta alle mie compagne di viaggio.

-Cosa?!- Maya si volta di scatto verso di me, restando allibita nel vedere la mia espressione tranquilla.

-Non è così indispensabile, non devo sentire nessuno.

-E noi? Se ti dovessi allontanare?

-Se mi allontano è perché non voglio essere cercata, quindi direi che siamo apposto.

-Domani mattina andiamo a rifare la sim e compriamo un telefono- interviene Matilde, prima che io possa aggiungere altro -e Sam, non essere sempre così stronza.

Vorrei rispondere un 'non ho detto niente', ma se quello che mi ha raccontato mia madre è vero, Matilde è l'unica persona capace di tenermi testa a questo mondo.

Mentre ci avviciniamo sempre di più alla tenuta di Adele, le viti lasciano spazio a un ampio campo di girasoli, che si conclude solo verso il cancello del viale di ingresso.

L'auto resta ferma qualche secondo, poi i cancelli si aprono e noi procediamo dentro, dove resto positivamente sorpresa nel constatare che tra le mura della villa, lo spettacolo è anche migliore rispetto ai campi. Ai lati del viale si ergono enormi tigli che fanno da confine al giardino all'inglese che circonda la villa, un'enorme costruzione bianca più simile ad un tempio che a una casa moderna. Le colonne incorniciano l'ingresso e la casa alle sue spalle è sovrastata dalle colline piene di grano che rendono la visione quasi eterea.

A.A.A. Cercasi Principe AzzurroWhere stories live. Discover now