Quattordici: Autodromo Nazionale di Monza

2.2K 189 145
                                    

Monza, Italia

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Monza, Italia


La prima cosa che Chiara sentì, quella mattina, fu un mal di testa lancinante. La sera precedente era stata in Darsena, a Milano, per un evento legato al Festival organizzato per il Gran Premio, e doveva aver alzato un po' troppo il gomito. L'ultima cosa che ricordava era Kimi Räikkönen che le porgeva uno shottino di vodka liscia, poi il vuoto totale - come se la sbornia le impedisse di ricordare cosa fosse successo dopo aver bevuto con il finlandese dal fegato di ferro.

Strizzando gli occhi per la troppa luce che inondava la stanza d'albergo, Chiara cercò di mettere a fuoco il resto della serata. Aveva bevuto un po' troppo e con troppe persone, ballato con Daniel e Tori, parlato con Charles... e aveva baciato qualcuno. Sì, quello lo ricordava benissimo. Chi avesse baciato, quello era un dubbio che le premeva in testa più dell'emicrania che stava avendo. Si sforzò di ricordarsi il volto del ragazzo che aveva posato le labbra sulle sue, che l'aveva presa in braccio e l'aveva riportata in albergo. Fu soltanto quando volse lo sguardo verso la finestra, notando il ragazzo seduto davanti ad essa a fumare, che ricordò tutto.

Chiara si sedette sul letto, portandosi le lenzuola immacolate a coprirla meglio mentre il rossore le tingeva le guance pallide. «Ashton?».

L'ex pilota si voltò verso di lei e le regalò un sorriso imbarazzato. «Hey, ben svegliata. Come ti senti?», le chiese, tranquillo come se la notte precedente fosse stata qualcosa da niente - almeno apparentemente. Soltanto Ashton sapeva quanto aveva aspettato una cosa del genere, quanto avesse desiderato conquistare la ragazza che adesso lo guardava confusa seduta sul suo letto. E Chiara aveva i capelli spettinati, il trucco rovinato e gli occhi impastati di sonno, ma per Ashton restava sempre la cosa più bella mai vista.

Chiara deglutì. «Un po' stordita. Ricordami di non bere mai più con Kimi, quel pazzo è una spugna», borbottò, facendo scoppiare a ridere Ashton.

«È stato divertente, ieri».

Quella frase fece calare il silenzio nella stanza. Chiara non sapeva cosa dire; per lei com'era stata, la sera precedente? Forse Ashton si riferiva soltanto alla fesfa in Darsena, eppure lei non aveva potuto fare a meno di collegare quelle parole al modo in cui lui l'aveva baciata, stretta a sé e amata come mai nessuno aveva fatto prima di lui - esatto, neanche Charles. Non era il momento adatto per pensare al suo ex, quello, ma Chiara non poteva fare altro che comparare Ashton all'unico tipo di amore che conosceva, quello che le aveva dato Charles anni prima. Tutti quei pensieri le stavano aggrovigliando lo stomaco, oltre che il cervello.

Ashton, dal canto suo, si rese conto troppo tardi della figuraccia appena fatta, non appena vide le guance di Chiara arrossarsi visibilmente decise di correggersi. «La festa, dico. Quello che è successo dopo... uhm, forse dovremmo fare finta di nulla. Siamo colleghi di lavoro, dopotutto».

A quello Chiara non ci aveva pensato ancora. Le parole di Ashton la presero in contropiede, accendendo un allarme dentro di lei che le suggeriva di scappare senza voltarsi indietro. Non che volesse restare lì, in realtà; s'era persa nei suoi pensieri ed era già arrivata alla conclusione per lei ed Ashton. Eppure, non voleva fare finta di niente. Non sarebbe riuscita mai a fare finta di niente, più che altro. Ciò che la legava ad Ashton - specie dopo quella notte - era troppo forte per essere ignorato.

Second Place || MukeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora