Undici: Hockenheimring

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Hockenheim, Germania

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Hockenheim, Germania


«Ma ci credi? Sei riuscito finalmente a battere Luke!».

Michael guardò Stoffel perplesso. «Non ho battuto nessun Luke. Ho soltanto avuto la fortuna di essergli dietro quando il motore gli è andato a puttane, e comunque non ho guadagnato nessun punto in più di lui».

Il ragazzo belga rispose alle parole di Michael con un'alzata di spalle prima di prendere un sorso del suo caffè. «Suvvia, almeno goditi la sensazione di essere riuscito a cacciare via a calci in culo Primo Posto Assoluto», borbottò contrariato, «Sei proprio un bacchettone».

Michael alzò gli occhi al cielo ma non si lasciò scappare un sorrisetto soddisfatto. Non poteva negare di essere stato felice di aver strappato la vittoria a Luke, nonostante giudicasse la cosa come un puro caso fortunato. Sarebbe potuto succedere a chiunque nella sua posizione, il ritiro di Luke era stato soltanto dettato dal guasto del suo motore. Era stato felice di vincere, ovvio, ma quella vittoria vista con un occhio più critico non significava nulla. «In realtà la vittoria l'ho festeggiata domenica sera con quel pazzo di Daniel – non festeggerò mai più con lui, mai più», sbottò, facendo scoppiare a ridere Stoffel.

«Ce l'hai presente l'anno scorso quando vinse Monaco, no? Si è portato dietro l'aria di festa fino al Canada. È stato fantastico, dobbiamo ammetterlo», commentò il belga, sorridendo mentre salutava Max che stava passando di lì, «Lui sì che sa come festeggiare».

«Parlate di Daniel? Dio, è un pazzo. Ti sei ripreso da Silverstone, Michael?», borbottò Max, sedendosi accanto ai due ragazzi. Con lui una ragazza bionda che si nascondeva dietro la spessa montatura degli occhiali – presumibilmente Valerie, la sua ragazza – e un Esteban Ocon piuttosto provato accompagnato da una grande tazza fumante di caffè nero.

Michael alzò un sopracciglio. «Beh, più o meno Max. Il tuo compagno di squadra è un tipo piuttosto... esuberante, direi», rispose alla domanda del ragazzo olandese, facendolo ridere, «Come mai qui, tutti e due? O dovrei dire tre... non ci presenti la tua amica, Max?».

Max arrossì insieme a Valerie, ottenendo un sospiro adorante da parte di Stoffel. «Beh... lei è Valerie, la mia ragazza. La sto presentando a tutti oggi, credevo fosse ora di farlo», borbottò Max, facendo un cenno alla biondina, «Val, loro sono Michael e Stoffel».

«Piacere di conoscervi», borbottò Valerie, imbarazzata, prima di posare il capo sulla spalla di Max. Michael e Stoffel risero inteneriti dalla scena, prima che il momento fosse rotto da Esteban.

«Dio, mi sta venendo da vomitare. Preferirei mille volte stare a litigare con Pierre o Checo».

I quattro ragazzi si voltarono verso di lui che, con gli occhi mascherati dalle lenti scure degli occhiali da sole, fissava la scena con le labbra piegate in una smorfia di disgusto. «E allora vattene, nessuno ti obbliga a stare qui», sbottò Michael, indispettito, «Di solito tu giri con Luke, no?».

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